PAPA FRANCESCO/ Video: la giornata per la scuola: è sinonimo di apertura alla realtà

- La Redazione

Papa Francesco ha oggi incontrato il mondo della scuola, in piazza San Pietro c'erano oltre 300mila persone, il doppio di quante se ne aspettavano, ecco cosa ha detto il pontefice

Vaticano_veduta Immagine di archivio

Il doppio di quanti se ne aspettavano: erano in 300mila oggi in piazza San Pietro per l’incontro tra il Papa e gli studenti e gli insegnanti delle scuole paritarie cattoliche ma anche di tante altre scuole. Presente il ministro dell’istruzione Stefania Gianni che nel suo discorso ha definito piazza San Pietro “una classe speciale per una lezione speciale”. “Per favore, non lasciamoci rubare l’amore per la scuola” è stato il messaggio che Francesco ha rilasciato nel suo discorso, quasi tutto improvvisato come nel suo stile. La scuola, ha aggiunto, è punto di incontro, sinonimo di apertura alla realtà: “La famiglia  è il primo nucleo di relazioni: la relazione con il padre e la madre e i fratelli è la base, e ci accompagna sempre nella vita. Ma a scuola noi ‘socializziamo’: incontriamo persone diverse da noi, diverse per età, per cultura, per origine… La scuola è la prima società che integra la famiglia. La famiglia e la scuola non vanno mai contrapposte! Sono complementari, e dunque è importante che collaborino, nel rispetto reciproco. E le famiglie dei ragazzi di una classe possono fare tanto collaborando insieme tra di loro e con gli insegnanti. Questo fa pensare a un proverbio africano tanto bello: ‘Per educare un figlio ci vuole un villaggio’. Per educare un ragazzo ci vuole tanta gente, famiglia, scuola, insegnanti, personale assistente, professori, tutti. Vi piace questo proverbio africano? Diciamolo insieme: per educare un figlio ci vuole un villaggio”. Nel suo discorso ha poi ricordato don Lorenzo Milani, definito un grande educatore italiano, quindi ha parlato del ruolo degli insegnanti: “Gli insegnanti sono i primi che devono rimanere aperti alla realtà, con la mente sempre aperta a imparare! Perché se un insegnante non è aperto a imparare, non è un buon insegnante, e non è nemmeno interessante. I ragazzi capiscono, hanno ‘fiuto’, e sono attratti dai professori che hanno un pensiero aperto, ‘incompiuto’, che cercano un ‘di più’, e così contagiano questo atteggiamento agli studenti. Questo è uno dei motivi per cui amo la scuola”.







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