SCUOLA/ Quando il miglioramento passa dalla libertà (vera) delle scuole
LUCA TIZZANO illustra brevemente alcuni capisaldi dell'organizzazione didattica della scuola americana, dalla didattica alle rilevazioni standardizzate. Ma le scuole hanno libertà vera
GAINESVILLE (Florida) — Se in Italia nel mese di agosto la scuola è ancora ferma, negli Stati Uniti la vita scolastica è già ricominciata, con i primi collegi docenti convocati per programmare l’inizio delle lezioni.
Vorrei cogliere l’occasione per condividere alcuni spunti sull’organizzazione didattica della scuola americana, così da permettere, a chi fosse interessato, un proficuo confronto con il mondo italiano.
La prima novità è che la giornata scolastica di uno studente (e di un docente) americano è molto lunga: le lezioni iniziano alle otto del mattino e terminano alle tre del pomeriggio, tutti i giorni dal lunedì al venerdì; si tratta di sette periodi di circa 50 minuti ciascuno, più un’interruzione per il pranzo di circa mezz’ora.
Le aule sono assegnate agli insegnanti (una per ciascun docente), e sono i ragazzi a doversi spostare a seconda della materia che frequentano. Questo consente al docente di “personalizzare” il proprio ambiente di lavoro, e anche di restare oltre il termine delle lezioni per accogliere i ragazzi che necessitano di aiuto ed eventualmente guidarli nell’attività di studio.
L’orario giornaliero è fisso, poiché i ragazzi all’inizio dell’anno scelgono, con alcuni vincoli, le sette materie che li accompagneranno per i dieci mesi di scuola. Dunque, cinque periodi a settimana per ogni disciplina, senza distinzioni e con la possibilità di approfondire in modo significativo quanto si studia.
Terminata la scuola, spazio allo sport, con offerte variegate a tutti i livelli: football, calcio, nuoto, baseball, golf, atletica, basket, pallavolo, softball, tennis… Il programma sportivo è certamente uno dei fiori all’occhiello della scuola americana, ed in grado di distinguere e far primeggiare un istituto rispetto ad un altro. Dallo sport, infatti, dipendono anche molte borse di studio erogate dai più prestigiosi college, che arrivano a garantire il pagamento dell’intera carriera universitaria in cambio delle prestazioni sportive dei ragazzi più talentuosi.
Test standardizzati e nazionali sono irrinunciabili, in quanto consentono alle scuole e ai ragazzi di individuare i propri punti di forza e di migliorare quelli deboli, e ai college di selezionare gli studenti in base alle loro competenze. Un dibattito, al riguardo, è tuttavia in corso a livello federale, in quanto lo stesso presidente Obama è intervenuto per auspicare che si limiti l’utilizzo di tali test all’accertamento delle competenze degli studenti, evitando di stilare una “classifica” delle scuole.
Proprio come in Italia, e più in generale in Europa, il sistema può migliorare e non tutte le scelte sono condivise; numerosi, al riguardo, sono i dibattiti sulle possibili riforme e i correttivi in grado di aumentare la qualità delle scuole. Si tratta comunque di un miglioramento che, a detta di tutti, passa dall’autonomia e libertà degli istituti nel proporre il percorso didattico ed educativo che ritengono più efficace (anche attraverso il reclutamento dei docenti considerati maggiormente competenti rispetto all’indirizzo della scuola), e delle famiglie nel rimanere responsabili dell’educazione dei figli, potendo fattivamente scegliere la strada più consona alla sensibilità, alle capacità e al credo dei propri ragazzi.
@luca_tizzano
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