ELEZIONI BRASILE/ Zerbini: nessun progetto, così aiuterò il mio popolo a crescere

- int. Marcos Zerbini

Una possibile vittoria nelle elezioni presidenziali in Brasile di José Serra porterà, secondo MARCOS ZERBINI, una politica non più assistenziale ma di crescita della persona

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Il primo turno per le elezioni presidenziali in Brasile ha riservato delle sorprese. Fino alla mattina del 3 ottobre, la candidata del presidente uscente, Lula da Silva, era considerata vincente con il 51% dei voti. In realtà, Dilma Roussef ha raccolto solo il 46% dei voti e si andrà quindi al ballottaggio. D’altra parte, Tirica, un comico della TV, ha raccolto 1.400.000 voti.
Per Marcos Zerbini un governo del PSDB, cioè un governo Serra, sarà molto diverso da quello attuale, che ha portato avanti una politica assistenziale e tesa a creare relazioni di clientela, senza far crescere realmente la persona. La visione di Serra, infatti, porta con sè una concezione del lavoro come strumento di sviluppo dell’economia, concentrata soprattutto sulla preparazione delle persone. E per se stesso, dopo essere stato rieletto  al parlamento di San Paolo con quasi 86.000 voti, Marcos Zerbini si ripropone di continuare a portare avanti le istanze dell’ Associazione dei Lavoratori Senza Terra di San Paolo. 

Come giudica Lei questa prima tornata di  elezioni?

Quelle che hanno tenuto banco fino al giorno stesso delle elezioni erano solo previsioni che indicavano una tendenza verso la vittoria della Roussef, ma vi era già qualche indicazione di una possibile perdita di voti per Dilma, piccola ma reale, dovuta ad alcuni scandali venuti alla luce e che riguardavano un ministero tenuto da una sua stretta collaboratrice. Costei è stata revocata nel suo incarico di ministro in seguito alle denunce che riguardavano il coinvolgimento di un suo figlio in questi scandali.
Per quanto riguarda Tirica, penso che si tratti di un caso isolato, anche se c’è una parte della popolazione che non prende sul serio queste elezioni e considera il voto per questo tipo di personaggi come un’occasione di protesta. Anche se i voti dati a Tirica non sono trascurabili, credo che si tratti ancora di una piccola percentuale di elettori che affronta le elezioni con questo atteggiamento.

Può darci una panoramica su come sono andate le concomitanti elezioni dei governatori dei vari stati?

Credo si possa affermare che, in linea generale, l’opposizione al governo Lula sia uscita vittoriosa, con la conquista dei governatori di due stati importanti come San Paolo e Minas Gerais. L’opposizione, inoltre, con una alleanza tra  il PSDP e  i Democratici, ha vinto anche nell’importante stato di Santa Catarina. Quindi, a mio parere, l’opposizione esce rafforzata dai risultati favorevoli negli stati più importanti.

È possibile azzardare qualche pronostico sul prossimo ballottaggio?

Le previsioni sono difficili, perché a volte basta un dettaglio per  influenzare i risultati del ballottaggio. Tuttavia, nel confronto personale tra Dilma Roussef e José Serra, io scommetterei su quest’ultimo, anche se ha avuto meno voti nel primo turno, perché è più esperto e preparato. E questo avrà un peso nella campagna elettorale per il secondo turno, come lo ha avuto nel dibattito del 30 settembre.

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Quali aspetti positivi vede in una possibile vittoria del PSDB il prossimo 31 ottobre?

Per come vedo io le cose, un governo del PSDB, cioè un governo Serra, sarà molto diverso da quello che ha governato in questi ultimi anni a livello federale.
L’attuale governo ha fatto finora una politica di tipo assistenziale, distribuendo sì soldi alla parte più povera della popolazione, ma non aiutando le persona a crescere, e creando delle relazioni di “clientela”. Penso che la visione che Serra ha di questa questione aiuti molto di più la crescita della persona, con una concezione del lavoro come strumento di sviluppo dell’economia, concentrata sulla preparazione delle persone perché possano operare adeguatamente sul mercato del lavoro.
Credo anche che dal punto di vista sia dell’economia, dato che Serra ha una grande esperienza come amministratore, sia della comprensione della situazione e dello sviluppo delle persone, il suo governo potrebbe fare molto meglio per il Paese.

Lei è stato eletto al parlamento dello stato di San Paolo con quasi 86mila voti. Cosa significa questo per l’ Associazione dei Lavoratori Senza Terra di San Paolo (ATSTSP)?

Ciò che ha significato la mia presenza nel parlamento di San Paolo nei precedenti quattro anni: una lotta per il popolo che rappresento, niente di più! É uno strumento importante per portare avanti la lotta di un popolo e avere la possibilità di portarne le istanze al governatore, al sindaco e via dicendo.

Lei ha completato due mandati di assessore comunale e questo è il secondo mandato come deputato statale. Quali sono i suoi progetti politici per il futuro?

No, io non ho nessun piano político per Il futuro, non ho progetti politici. Ogni volta sono più cosciente, come ho detto prima, che il mandato è uno strumento importante per la lotta della Associazione, del lavoro che noi facciamo ed è questo il mio obiettivo: mantenere questo strumento per aiutare il nostro lavoro.





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