FRANCIA/ Anziana intrappolata in bagno rischia di morire di fame

- La Redazione

I pompieri francesi hanno liberato una 69enne che ha trascorso tre settimane intrappolata nel suo bagno e le cui richieste notturne di aiuto – inclusi i colpi che batteva sui tubi per richiamare l’attenzione – sono state ignorate dai vicini. La donna è stata trovata in uno stato di «profonda debolezza», sdraiata sul pavimento, molto dimagrita e terrorizzata

epinay-sous-senart

I pompieri francesi hanno liberato una 69enne che ha trascorso tre settimane intrappolata nel suo bagno e le cui richieste notturne di aiuto – inclusi i colpi che batteva sui tubi per richiamare l’attenzione – sono state ignorate dai vicini. La donna è stata trovata in uno stato di «profonda debolezza», sdraiata sul pavimento, molto dimagrita e terrorizzata.

Sarebbe certamente morta se a un certo punto un vicino di casa non si fosse preoccupato, dopo 20 giorni in cui non vedeva più la 69enne scendere le scale del palazzo. Ma a insospettirlo è stato soprattutto un dettaglio: un biglietto con un avviso del passaggio dell’Edf, la società dell’energia elettrica francese, rimasto sulla porta per ben dieci giorni. «Sappiamo che lei non ha famiglia, abbiamo pensato che dovesse essere accaduto qualcosa», ha raccontato il vicino all’Afp. L’uomo ha chiamato il commissariato di Brunoy, e i poliziotti si sono presentati alla porta dell’appartamento.

Ma la donna continuava a non rispondere. Sono arrivati i vigili del fuoco che hanno rotto la finestra della camera da letto e sfondato la porta del bagno. Tirandola finalmente fuori dalla difficile situazione in cui era finita suo malgrado. La donna ha raccontato che il primo novembre scorso è entrata in bagno nel suo appartamento, al secondo piano di un palazzo in via Anatole-France, dietro il centro commerciale di Epinay-sous-Sénart (Essonne), nei sobborghi di Parigi. Ed è rimasta chiusa all’interno dopo che si era rotta la chiave della porta, o secondo un’altra versione dopo che si era staccato il pomello della maniglia.

 

 

La donna, che ora si sta riprendendo in ospedale, è sopravvissuta bevendo acqua calda dal rubinetto del bagno, e secondo alcune fonti anche dal wc. La toilette infatti non aveva finestre, e la donna aveva lasciato il cellulare all’esterno. E quindi la 69enne non era in grado di avvertire nessuno per chiedere aiuto. Durante la notte, soprattutto tra le 3 e le 5, cercava di richiamare l’attenzione dei vicini battendo sui tubi, ha dichiarato la polizia. Inoltre la donna tirava pugni contro la porta e gridava. Ma i vicini del suo condominio hanno spiegato di avere pensato che qualcuno stesse compiendo dei lavori di riparazione e hanno lanciato una petizione per scoprire chi era e per fermarlo.
 

«Potevi sentire il rumore di qualcosa che batteva, ogni notte, come un martello, anche di notte – ha dichiarato un vicino ai media francesi -. Ma abbiamo pensato che stessero facendo dei lavori notturni. E ci siamo detti: “Questa volta hanno esagerato! Così ci impediscono di dormire!” E se avessimo saputo come stavano veramente le cose…». Ma secondo alcune fonti della polizia francese, la data del primo novembre «è un punto di riferimento» e la donna potrebbe essere rimasta bloccata «uno o due giorni prima». Per l’intero periodo, è rimasta senza mangiare. Secondo i medici, la 69enne pur essendo molto debilitata non è in pericolo di vita.
 

 

 

Ma il suo caso in Francia sta facendo molto discutere, in quanto è percepito come un segnale della solitudine in cui si trovano molti anziani nelle periferie. Al punto che il presidente francese Nicolas Sarkozy ha annunciato che tra le sue priorità da qui alla fine del suo mandato c’è quella di fornire un’adeguata assistenza alle persone anziane che vivono da sole. Mentre il primo ministro francese Francois Fillon ha decretato il problema della solitudine «grande emergenza nazionale» per il 2011. La solitudine è un «male sociale, che attualmente colpisce diversi milioni di persone» in Francia, ha detto Fillon in un comunicato. Si tratta di «un fattore di emarginazione e povertà» che «colpisce direttamente i valori di solidarietà che sono alla base del nostro patto sociale».
 

(Pietro Vernizzi)
 





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