IL CASO/ Tutti i “cattolici” che lavorano contro la visita di Benedetto in Gran Bretagna

- Gianfranco Amato

Domani Benedetto XVI sarà in Gran Bretagna. Il suo programma - spiega GIANFRANCO AMATO - sembra fatto per costringerlo ad essere sempre in ritardo e a mostrarsi continuamente stanco

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Si avvicina la data della storica visita di Benedetto XVI in Gran Bretagna, ed i cattolici adulti di quel Paese non riescono a trovare niente di meglio da fare che organizzare, due giorni prima dell’arrivo del Papa, un bel convegno contro il celibato. Tanto per facilitare le cose al Santo Padre. Così, il prossimo 14 settembre all’Odeon West End Cinema, in Leicester Square (luogo cult delle manifestazioni gay), si terrà il dibattito dal titolo “Celibacy should no longer be a compulsory requirement for the Roman Catholic priesthood”, titolo che si potrebbe tradurre semplicemente con un “Aboliamo il celibato”. L’iniziativa sembra rispondere ad una strategia che, dal punto di vista militare, ricorda molto il cosiddetto fuoco amico.

Tra i relatori del convegno non poteva mancare una teologa, la professoressa cattolica Tina Beattie, un’avvocatessa specializzata in diritti umani, Helena Kennedy, e ovviamente un religioso dissidente, Padre John McGowan dell’Ordine dei Carmelitani. Con buona pace di Santa Teresa d’Avila e di San Giovanni della Croce. Il dibattito sarà preceduto dalla proiezione di un controverso film sul tema, dal titolo sintomatico di “Cospiracy of silence”, del regista John Deery, una durissima requisitoria contro il celibato sacerdotale. A proposito, anche John Deery è un cattolico adulto praticante, che ama spesso ricordare con orgoglio il suo passato di chierichetto, nonché la sua intenzione giovanile di entrare in seminario. E parteciperà anche lui al dibattito all’Odeon West End Cinema.

Qualche cattolico adulto sembra essersi pure infiltrato all’interno del Papal visit team, la struttura organizzativa responsabile del tour britannico di Sua Santità. Infatti, il programma per quanto riguarda l’Inghilterra lascia molto a desiderare. Orari e trasferimenti, come ha ironicamente ricordato qualcuno, riuscirebbero a spossare persino un ventenne. Sembrano fatti apposta per costringere il Papa ad essere perennemente in ritardo e a mostrarsi continuamente stanco. Per non parlare degli autogol organizzativi, come il cambiamento del luogo per la cerimonia di beatificazione del cardinal Newman, inizialmente previsto all’aeroporto di Coventry, e poi spostato inopinatamente al Cofton Park di Birmingham. Non sembra essere stata davvero una grande idea quella di passare da un sito che riusciva a contenere 200.000 persone, ad uno in cui a mala pena stanno 65.000 individui stipati.

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Gli organizzatori sono ora seriamente preoccupati della scarsa capienza del Cofton Park. Probabilmente a risolvere loro i problemi ci penserà il prezzo non proprio economico del biglietto per partecipare alla cerimonia, fissato in 25 sterline, e la prospettiva di doversi mettere in coda per ore fin dall’alba. La cosa che, però, mi appare personalmente più incomprensibile è il fatto che l’incontro del Papa col mondo accademico sia stato previsto alla St. Mary’s University College di Twickenham, uno dei college più insignificanti e mediocri d’Inghilterra. Per Benedetto XVI, raffinato intellettuale, cattedratico, uomo di profonda cultura, si è trattato di un vero e proprio insulto.

 

Per lui non si sono aperte le porte dei templi della sapienza laica, come Cambridge ed Oxford, nonostante il fatto, peraltro, che proprio nella prestigiosa università di Oxford il cardinale John Newman, che sarà beatificato durante la visita, ha trascorso attivamente gran parte della sua vita. E’ a lui, oltretutto, che si deve la nascita di quell’importante fenomeno politico religioso noto come il movimento di Oxford. Secondo gli estensori del programma, al St. Mary’s College il Santo Padre non terrà una lectio magistralis, ma dialogherà di educazione con circa tremila giovani, di cui va apprezzato l’encomiabile sforzo di doversi alzare all’alba per essere presenti all’avvenimento. Resta comunque incredibile il fatto che durante tutti i tre giorni della visita non si sia riusciti ad organizzare un’iniziativa capace di valorizzare le vaste capacità intellettuali di Benedetto XVI. Non è stata neppure brillantissima l’idea di fissare la “fraternal visit” all’arcivescovo anglicano di Canterbury, prima della “fraternal visit” all’arcivescovo cattolico di Westminister. Forse, sarebbe stato più opportuno, oltre che più logico, il contrario. Né può considerarsi felice la scelta del repertorio musicale previsto per la veglia (anche questa a pagamento) ad Hyde Park. Tutta paccottiglia folk e pop, proprio il genere di canzoni religiose che il Santo Padre non predilige particolarmente. L’apice sarà toccato quando il Papa dovrà ascoltare “Shine Jesus Shine”, un’insignificante canzone “happy-clappy” scritto dal protestantissimo compositore/teologo Graham Kendrick.

 

A Benedetto XVI, raffinato cultore di musica classica e ottimo esecutore al pianoforte di brani di Mozart, un simile spettacolo poteva obiettivamente essere risparmiato. Nulla a che vedere con quello che il Pontefice ascolterà in Scozia. Lì verrà eseguita una Messa composta da James MacMillan, uno tra i più grandi musicisti contemporanei del mondo, e punta di diamante dell’attuale scenario musicale britannico.

 

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MacMillan, direttore e compositore della BBC Philharmonic Orchestra, ha ottenuto il Classic CD Award for Contemporary Music nel 1993, grazie al suo celebre concerto per percussioni Veni, veni, Emmanuel, e il Royal Philharmonic Society Award nel 2007 per la sua opera The Sacrifice, mentre nel 2009 è stato premiato come miglior compositore britannico di musica liturgica, per i suoi meravigliosi Mottetti di Strathclyde. La profonda fede cattolica di MacMillan, che ha avuto pure l’onore di farsi commissionare un concerto per violoncello da Rostropovich e di vederselo premiare dal grande maestro russo, riesce ad infondere alla sua musica un intenso e vibrante riverbero di assoluta spiritualità. E’ proprio il caso di dire: tutta un’altra musica, rispetto a “Shine Jesus Shine”.

 

Questo della differenza tra Scozia ed Inghilterra è, in realtà, un fattore da non trascurare. Appare singolare e sintomatico, infatti, che rispetto alla discutibile organizzazione della visita in Inghilterra, la parte del viaggio programmata in Scozia risulti, al contrario, caratterizzata da una gestione ineccepibile e professionale. Qualche maligno è arrivato a dire che la visita di Benedetto XVI è una cosa seria fino alla sera del 16 settembre, quando l’aereo proveniente da Glasgow atterrerà all’aeroporto londinese di Heathrow.

 

C’entrerà senz’altro l’eterna rivalità tra i due “old enemies”, ed il fatto che per gli scozzesi spesso il concetto d’identità nazionale coincide con il fatto di non essere inglesi.

C’entrerà anche la vigorosa presenza di Pastori del calibro del cardinale Patrick Keith O’Brien.

Ma c’entrerà soprattutto il fatto che in Scozia i cattolici adulti siano fortunatamente assai rari. I cattolici scozzesi, in realtà, riconoscono bene il nemico, e quando devono sparare sanno sempre qual è la giusta direzione.





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