VITTORIO ARRIGONI/ I rapitori salafiti arrestati confessano l’omicidio

- La Redazione

Due militanti del gruppo salafita accusati della morte  di Vittorio Arrigoni, hanno confessato l’omicidio. Nel frattempo, la polizia di Hamas è a caccia di un terzo uomo.

arrigoni-vincenzo-r400 Foto: Ansa

Due militanti del gruppo salafita accusati della morte di Vittorio Arrigoni, hanno confessato l’omicidio. Nel frattempo, la polizia di Hamas è a caccia di un terzo uomo.

I due militanti salafiti accusati dell’omicidio di Arrigoni hanno confessato. Sono stati arrestati, ieri, dalla polizia di Hamas, che governa la Striscia di Gaza, e – a quanto riferisce l’Ansa – uno dei due è implicato nel rapimento, mentre l’altro è ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio. Pare che fonti del gruppo estremista abbiano imputato l’episodio ad una cellula impazzita, fuori controllo, isolata dal resto del movimento.

Nel frattempo, la salma di Arrigoni potrebbe arrivare in Egitto non prima di domenica attraverso il valico di Rafah, a della’Egitto in Italia. La famiglia, come ha confermato la madre, non vuole che il feretro passi da Israele, per rispetto alla memoria del figlio e la sua ferma opposizione alla politica di Teheran nei confronti dei palestinesi. Nel frattempo, mentre ci si interroga sulle motivazioni del gesto dei salafiti, Hamas non ha dubbi, è accusa Israele. Secondo il sito israeliano Debka, ritenuto vicino all’intelligence di Gerusalemme, Arrigoni sarebbe stato ucciso da Al-Tahwir al-Jihad, principale organizzazione di Al Qaeda nella Striscia di Gaza, perché sospettato di essere una spia.

Intanto, in Italia il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha espresso «sgomento» e «repulsione» per la «barbarie terroristica» e ha affermato: «La comunità internazionale tutta è chiamata a rifiutare ogni forma di violenza e a ricercare con rinnovata determinazione una soluzione negoziale al conflitto che insanguina la regione». 





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