SERBIA/ Arrestato il criminale di guerra Goran Hadzic: il commento del giornalista croato Dario Sastich

- La Redazione

Le autorità serbe hanno arrestato Goran Hadzic, ultimo criinale di guerra serbo ricercato dal Tribiunale internazionale dell'Aja. Il giornalista croato Dario Sastich spiega i retroscena

hadzic_R400 L'arresto di Goran Hadzic, foto Ansa

Era l’ultimo criminale di guerra serbo ricercato dal Tribunale internazionale dell’Aja. Nel giro di poche settimane le autorità serbe hanno così fatto quello che non avevano fatto per più di quindici anni: assicurare alla giustizia criminali come Mdladic, arrestato poche settimane fa, e adesso Goran Hadzic. Certamente un segnale da parte della Serbia nei confronti dell’Unione europea per accelerare l’ingresso del paese slavo nella comunità. Di fatto, non la conclusione, come dice in questa intervista esclusiva rilasciata a Ilsussdiario.net, il giornalista croato Dario Sastich (del quotidiano istriano in lingua italiana “La voce del popolo”), soprattutto non ancora la riconciliazione effettiva fra quanti sono stati vittime della brutalità serba durante la guerra degli anni 90. “Ci si guarda ancora con sospetto” dice Sastich “tra serbi e croati: Non è facile dimenticare quanto successo”.

Il nome di Goran Hadzic è legato alla secessione della regione croata della Krajina: che cosa accadde esattamente?

La Krajina era una piccola regione all’interno della Croazia comprensiva di territori distanti fra loro centinaia di chilometri. Una parte nella Slovenia orientale, sulle rive del Danubio, dove viveva e operava Hadzic, e una che comprendeva l’entroterra della Dalmazia. Due territori abitati da una maggioranza serba anche se molto relativa. Nel 1991, quando la Croazia proclama la sua indipendenza, anche i serbi di questa regione decidono di fare lo stesso proclamando la Repubblica serba della Krajina, mai riconosciuta non solo dalla Croazia ma neppure dalla Serbia.

Per quanti anni esisterà questa repubblica?

Fino al 1995, quando l’esercito croato entra nella parte meridionale della Repubblica, sbaragliando le truppe serbe. La parte vicino al Danubio invece viene reintegrata pacificamente un paio di anni dopo.

Dunque Goran Hadzic agisce in questo contesto territoriale. Che ruolo aveva, ufficialmente?

Hadzic era originario della zona di Vukovar, dove nel 1990, nel periodo di transizione tra il regime comunista jugoslavo e la nuova democrazia, viene eletto segretario del partito democratico serbo a Vukovar. Diventa poi capo esecutivo dello stesso partito anche in Dalmazia, quindi vicepresidente del comitato regionale per la Slovenia orientale, infine anche Presidente della repubblica serba di Krajina dal 1992 al 1993.

Era un politico, non un militare?

In quegli anni tragici e confusi purtroppo i politici erano anche dei soldati, dei guerrieri. In particolare Hadzic sarà accusato di aver fomentato e organizzato, pianificato, la pulizia etnica nei confronti delle minoranze non serbe che vivevano nella regione da lui comandata.

Il suo nome è legato alla strage dell’ospedale di Vukotar.

In realtà artefice di quella strage fu un alto ufficiale dell’esercito serbo, ma certamente Hadzic era una delle menti organizzatrici. Questo ufficiale è stato anche arrestato e processato, sebbene sia stato rimesso in libertà proprio in questi ultimi giorni per buona condotta, dopo aver scontato una pena non certo severa, una decina di anni in tutto.

Cosa successe quel giorno?

Il 20 novembre 1991, durante l’assedio serbo di Vukotar, le truppe serbe entrarono nell’ospedale cittadino portando via 264 croati feriti. Li portarono in una vicina fattoria, a Ovcara, dove li massacrarono tutti. Come dice il foglio di accusa nei suoi confronti, Hadzic è parte di questo massacro: aveva infatti il compito preciso di istigare alla violenza e ai crimini nei confronti della minoranza croata, con la creazione di campi di concentramento dove i prigionieri venivano uccisi. Molti croati vennero deportati in Serbia in altri campi di concentramento. Non solo i croati, visto che in Krajina vivono altre minoranze come quella ungherese, anch’esse vittime dei serbi.

I giornali titolano che con l’arresto di Hadzic viene preso l’ultimo criminale di guerra serbo. E’ davvero così?

E’ così per quanto riguarda i criminali ricercati dal Tribiunale dell’Aja. In realtà ci furono altri criminali che sono ricercati dalle autorità locali croate o anche da quelle bosniache.

Colpisce che nel giro di poco tempo i serbi abbiano arrestato prima Mdladic e adesso Hadzic. Sembra quasi una giustizia a orologeria.

Infatti si tratta di arresti politici. Dopo l’ingresso della Croazia nell’Unione europea, la Serbia vuole ottenere lo stesso obiettivo. Essendo nella lista dei candidati, la Serbia deve mostrarsi con un volto accettabile dai Paesi membri dell’Unione deve cioè svolgere fino in fondo il compitino assegnatole dall’Unione stessa. In questo senso ecco perché dopo più di quindici anni in cui sicuramente avevano goduto di protezione delle autorità  serbe, gli ultimi due criminali di guerra vengono arrestati.

Si può parlare di un capitolo definitivamente chiuso? Come è il processo di riconciliazione fra popolo croato e popolo serbo?

Diciamo che ufficialmente Serbia e Croazia hanno normalizzato i loro rapporti, si può ad esempio passare tranquillamente il confine e non si verificano incidenti fra le popolazioni che vivono in zone miste. Ma parlare di riconciliazione dopo quello che è successo, si tratta di un processo lungo. Ci si guarda ancora con sospetto, i turisti serbi hanno ricominciato a venire in Croazia, ma non erto  nel numero con cui venivano prima della guerra. Certamente questi arresti giovano al clima di distensione, un po’ come il processo di Norimberga favorì il ritorno della Germania tra le nazioni civili. Rimane però ancora aperto il problema del ritorno in Croazia dei profughi. E non sarà facile dimenticare quanto di orribile hanno fatto i serbi.





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