GERUSALEMME/ Lahham (vescovo): il conflitto è politico, le fedi non c'entrano
17 novembre 2012 INT. Maroun LahhamInfoPhoto
Lei teme che, a questo punto, Israele possa attaccare via terra la Striscia di Gaza?
Spero di no, ma sono consapevole che se i missili continueranno a cadere su Tel Aviv, gli ebrei non lo sopporteranno, sebbene questo non comporti vittime. Il terrore psicologico sarà troppo forte e un attacco è possibile.
Come comunità cristiana ad Hamman, in passato e in previsione di altri attacchi, avete offerto ospitalità ai rifugiati, in fuga da queste zone di guerra. Sarà ancora così?
Certamente e voglio chiarire una cosa a cui tengo molto, anzi moltissimo: non ci sono distinzioni fra cristiani e musulmani. Noi giordani, cristiani e musulmani, abbiamo accolto 250mila siriani in fuga e per la maggior parte erano devoti all'islam. Noi apriamo le nostre scuole parrocchiali a tutti e abbiamo tutto l'interesse a mostrarci prima di tutto giordani, e solo dopo cristiani e musulmani.
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