STEVE JOBS/ Il dossier dell’Fbi: il fondatore della Apple era un drogato e un disonesto

- La Redazione

Per anni il fondatore della Apple Steve Jobs era stato seguito e spiato dalla Fbi. Ne è uscito un dossier che lo definisce come un drogato, un tirchio avaro con i parenti e un disonesto

jobs_R400 Foto Infophoto

Un dossier dell’Fbi su Steve Jobs, il celebre fondatore della Apple scomparso di recente. I dossier dell’Fbi sulle personalità più importanti della politica, ma anche del mondo dello spettacolo (famosi i file tenuti per anni su John Lennon, considerato un pericoloso amico dei terroristi) non sono una novità. E in questo senso neppure una personalità di fama mondiale quale era Steve Jobs poteva sperare che gli agenti federali non prendessero appunti su di lui. Colpisce, però, che Steve Jobs non fosse piaciuto agli agenti dell’Fbi, dato che in fondo è stato uno dei maggiori contributori grazie alla sua attività dell’economia americana. Eppure per l’Fbi Steve Jobs era un drogar, un tirchio con i suoi familiari (cosa questa che non dovrebbe interessare molto alla polizia) e un disonesto. Una documentazione di quasi duecento pagine. In realtà le indagini dell’Fbi furono avviate inizialmente in sua protezione: nel 1985 infatti Jobs venne ricattato da un tizio che voleva un milione di dollari altrimenti lo avrebbe ucciso. E leggendo la documentazione si capisce anche che molte delle prove raccolte dall’Fbi erano fumose e tendenziose: faceva uso di droghe illegali tra gli anni 60 e i 70 ma non sappiamo se ne faccia ancora uso”. Più interessanti le accuse che gli venivano formulate secondo le quali Jobs era una persona che distorceva la verità e piegava la realtà pur di raggiungere i propri obbiettivi. Tirchio, poi perché non avrebbe mantenuto la figlia avuta da una relazione extra coniugale. In effetti Jobs non riconobbe una figlia avuta nel 1978, ma chissà come andarono veramente i fatti e chissà se fosse stata realmente figlia sua. Ci sono poi dichiarazioni di amici personali di Jobs ch enon lesinano accuse anche piuttosto pesanti sulal sua moralità personale. Secondo alcuni esperti che hanno avuto la possibilità di leggere tutta la documentazione, raramente nei documenti dell’Fbi si sono lette tante accuse offensive come quelle rivolte a Steve Jobs. Altri dicono che l’Fbi ce l’avesse con lui perché si era sempre rifiutato di farsi intervistare da loro.

Alla fine però grande sollievo per i severi agenti federali americani: «Jobs non ha parenti nei Paesi controllati dai comunisti». Al momento non risultano reazioni ufficiali da aprte della Apple e nemmeno dei suoi familiari.





© RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori

Ultime notizie

Ultime notizie