SIRIA/ Onu: situazione catastrofica. E’ emergenza profughi

- La Redazione

In 18 mesi 235 mila persone hanno lasciato il paese,100 mila solo in agosto. Turchia, Libano, Giordania e Iraq non hanno i soldi per fare fronte all'emergenza. L'Onu è impotente

campo_profughi_phixr (Infophoto)

Nubi nerissime all’orizzonte per il popolo siriano. La situazione in Siria è ormai catastrofica. Altri 100 mila profughi in agosto hanno lasciato il paese e adesso il totale è di 235 mila, secondo le stime ufficiali, anche se in realtà potrebbero essere molti di più. L’intensità della guerra civile tra esercito e lealisti di Bashar al Assad da un lato e popolazione e ribelli dall’altro è infatti in piena fase crescente: continuano i bombardamenti dei Mig23 di Assad e anche i ribelli inaspriscono e intensificano le loro azioni di disturbo, per quanto evidente la disparità di forze in campo. A confermare la situazione siriana è l’ennesimo bollettino firmato dalle Nazioni Unite il cui piano per la regione pare definitivamente naufragato. Ieri intanto ha fatto il suo esordio al Palazzo di vetro dell’Onu a New York il nuovo rappresentante speciale di Onu e Lega araba in Siria, Lakhdar Brahimi, che ha parlato dinanzi all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

A 18 mesi dall’inizio del conflitto, “più passa il tempo e più sarà difficile porre un freno al massacro, ma anche trovare una soluzione politica e ricostruire il paese e l’economia”, ha constatato Brahimi. Il piano di Kofi Annan, infatti, è ufficialmente ancora in vita ma con pochissime speranze di ripresa a motivo del veto incrociato di Russia e Cina, e cresce persino il rischio di un allargamento del conflitto su base regionale. “Le forze governative siriane continuano a bombardare i centri abitati con armi pesanti, carri armati e aerei, ed anche i ribelli hanno incrementato le azioni militari”, ha ripetuto il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, che non ha mancato di riconoscere come “violazioni dei diritti umani su larga scala, torture ed esecuzioni sommarie sono poste in essere da entrambe le parti”.

I profughi dunque sono già 235 mila (100 mila solo in agosto), secondo i conteggi dell’Unhcr, l’agenzia Onu che si occupa della questione. Di questi 80 mila sono rifugiati in Turchia, 77 mila in Giordania, 59 mila in libano e 19 mila in Iraq. Anche se questi sono i numeri ufficiali. In realtà, per esempio, nella sola Turchia, si dice che il numero possa avere già superato quota 100 mila unità, la soglia oltre la quale per il paese diventa difficile far fronte all’emergenza.

Inoltre, “il piano di finanziamento da 180 milioni di dollari per la crisi umanitaria in Siria è stato finanziato solo per la metà, e alcuni settori chiave non hanno ricevuto pressoché nulla”, ha avvertito Ban Ki-moon, facendo nuovamente appello alla comunità internazionale per il sostegno economico ai paesi vicini alla Siria direttamente coinvolti nell’emergenza.







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