Corea del Nord, Kim non rinuncerà mai al suo arsenale nucleare/ L’incontro con Moon non basta

- Davide Giancristofaro Alberti

Corea del Nord, Kim non rinuncerà mai al suo arsenale nucleare. L’incontro con Moon non basta per la demilitarizzazione totale dei vicini del nord: la strada è ancora lunga e tutta in salita

kim_moon_2018 Kim e Moon piantano il pino - Foto video Ansa

Uno storico incontro quello fra il leader della Corea del Nord, Kim, e la controparte del sud, Moon. Un tassello importante verso la pace definitiva fra le due nazioni vicine, ma anche del mondo intero. Da qui a dire che il leader nordcoreano sia improvvisamente diventato il bambino più buono al mondo, però ce ne passa. Sicuramente il suo passo è stato importante, dare la mano allo storico nemico, superare il vecchio armistizio del 1953, e stop ai test missilistici, ma un disarmo nucleare totale, e pressoché immediato, appare ora come ora impossibile. Ad affermarlo è Lorenzo Mariani, ricercatore del programma Asia dello Iai, intervistato nelle scorse ore dall’Agi: «Quando si parla di denuclearizzazione, si pone da sempre un problema di interpretazione – confessa – è improbabile che la Corea del Nord dismetta il suo arsenale, che ha lottato per ottenere, mettendosi contro la comunità internazionale. Nel sottoscrivere l’obiettivo comune con l’intera penisola, non vuole dire che Kim voglia una denuclearizzazione in toto, dal punto di vista formale, non è uscito niente». Probabilmente, si arriverà prima o poi alla denuclearizzazione totale della Corea del Nord, ma la strada è ancora lunga, e tutta in salita. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

QUANDO IL DISARMO NUCLEARE?

L’incontro di oggi fra il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un e quello della Corea del Sud, Moon Jae-in, è stato decisamente storico. I due presidenti tornano a parlarsi, e soprattutto, a siglare una pace che non si verifica da più di 50 anni, precisamente, dal 1950, quando iniziò la guerra fra le due nazioni limitrofe. Un passo importante è stato fatto questo oggi, anche se il vero snodo sarà il vis a vis fra Kim e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in programma il prossimo giugno in una località ancora da decidere. Cosa succederà durante quel faccia a faccia? E’ probabile che il leader nordcoreano si giochi la carta del disarmo nucleare totale e immediato, cosa che si auspicano non soltanto Stati Uniti e Corea del Sud, ma praticamente ogni nazione del globo, ma a tale condizione, come scrive anche Il Fatto Quotidiano nella sua edizione online, si arriverà solo dopo che lo stesso dittatore avrà ottenuto qualcosa in cambio, come ad esempio una riduzione delle sanzioni da parte di USA e Nazioni Unite, nonché aiuti umanitari e finanziari. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

NUOVO COMMENTO DI TRUMP

Donald Trump è tornato a parlare dello storico incontro tra i leader delle due Coree. «Voglio esprimere la speranza che tutto il popolo coreano, della Corea del Nord e del Sud, possa un giorno vivere in armonia, prosperità e pace. E sembra che possa accadere». Il presidente degli Stati Uniti ha evidenziato la portata dell’incontro tra Kim Jong un e Moon: «Quando ho iniziato la gente diceva che era impossibile. Dicevano che c’erano due alternative: lasciare quello che hanno o andare alla guerra. E ora abbiamo un’alternativa migliore, che nessuno pensava possibile». Un’era è finita, il Secolo Asiatico è cominciato. Ma la Corea del Nord è davvero pronta a rinunciare alla bomba o offrirà solo il “congelamento” del suo programma di sviluppo militare anziché la distruzione del suo arsenale? Gli Stati Uniti, secondo il Sole 24 Ore, potrebbero accontentarsi di aver eliminato la minaccia, del resto viene “America first”. (agg. di Silvana Palazzo)

KIM E MOON PIANTANO ALBERO BAGNATO CON ACQUA DEL NORD E DEL SUD

Stiamo assistendo alla storia. In queste ore è avvenuto l’atteso incontro fra il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, e quello del Sud, Moon Jae-in. Un fatto quasi unico, visto che dal 1953 le due nazioni sono praticamente in guerra, avendo firmato un armistizio e non la pace dopo il conflitto di inizio anni ’50. Oggi i due presidenti si sono incontrati, dando vita a diverse attività e siparietti già entrati nella storia, fra cui la piantagione di un albero sul confine. Kim e Jong, circondati dalle rispettive guardie del corpo, hanno piantato un pino sul confine di Panmunjom, simbolo di pace per la penisola. Alla base dell’albero, tra l’altro germogliato nel 1953, alla fine della guerra, i due leader hanno sistemato il terreno del monte Halla nell’isola di Jeju, e del monte Paektu, che sono esattamente i due punti più estremi dell’intera Corea. Dopo di che hanno bagnato l’albero con l’acqua dei due fiumi, leggasi l’Han di Seul e il Taedong di Pyongyang. Alla fine, è stata scoperta una roccia, dove sono stati incisi i nomi di Kim e Moon e la frase «Qui piantiamo pace e prosperità». Clicca qui per il video relativo (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

I PROSSIMI STEP

Quello che sta avvenendo in queste ore sul confine fra la Corea del Nord e quella del Sud, è un incontro storico: da una parte Kim Jung-on, e dall’altra Moon Jae-in. Dopo anni in cui le due nazioni vicine si sono sempre minacciate, sembra davvero vicino il momento della pace. Lo storico incontro di oggi sarà solamente il primo di una serie di step che probabilmente renderanno il mondo un posto migliore. A giugno, infatti, ci sarà l’atteso incontro fra il leader nordcoreano e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Resta ancora da stabilire il luogo del faccia a faccia, ma la cosa certa è che si farà. Quindi proseguiranno i colloqui per firmare il trattato di pace fra le due coree, con l’intervento molto probabile anche di Usa e di Cina. Infine, ci sarà una nuova visita fra i due leader coreani, con Kim Jong-un che questa volta restituirà il favore di Moon Jae-in, ospitando quest’ultimo a Pyongyang per nuovi colloqui. Uno scenario che fino a tre mesi fa sembrava impensabile, e che ora è invece realtà. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ESULTA TRUMP

Donald Trump su Twitter esulta: “la guerra in Corea è finita. Gli Stati Uniti e tutto il proprio grande popolo dovrebbe essere orgoglioso di quanto sta avvenendo adesso in Corea». Il mondo con lui, per una volta, si dice d’accordo: l’accordo e il vertice di pace in corso sul parallelo che fu per 70 anni la discordia tra i due Paesi “cugini” ora scatena fiumi di speranze per una guerra finalmente verso il suo compimento, con la “tregua” pronta a trasformarsi definitivamente in trattato di pace (da concludersi entro il 2018, hanno detto i due leader coreani). Moon Jae-in e Kim Jong-un hanno piantato assieme un albero al confine Panmunjom, simbolo dei migliori auspici per la penisola. Hanno inoltre “scoperto” una roccia su cui sono stati scolpiti i nomi dei leader e la frase “qui piantiamo pace e prosperità”; non solo, sul pino appena piantato i due leader hanno versato acqua dei fiumi Han di Seul e Taedong di Pyongyang, a simbolo di un continua unità nel dialogo e non più nei missili. Quanto questo possa essere una “facciata” in uno scacchiere diplomatico e internazionale assai complesso lo scopriremo nei prossimi mesi, ma di certo il giorno di oggi rimarrà un caposaldo necessario e incontrovertibile per un possibile miglioramento di uno dei peggiori “rapporti” tra Paesi vicini. Dopo le prime due ore di colloqui serrati tra le due delegazioni, il pranzo separato prima di una giornata ancora pienissima: una passeggiata comune, nuovi colloqui, la firma delle dichiarazione congiunta di pace prima della cena finale offerta da Moon a Kim e all’intera Corea del Nord. (agg. di Niccolò Magnani)

“STOP AI TEST MISSILISTICI”

Le foto dello storico incontro fra la Corea del Nord e quella del Sud, sta facendo il giro del mondo. Kim Jong-un, e Moon Jae-in, i due leader, si sono stretti la mano, hanno cenato insieme e hanno piantato un albero proprio lungo il 38esimo parallelo, gesto simbolico di pace. «Abbiamo aspettato a lungo questo momento per molto tempo – le parole rilasciate di Kim durante l’incontro, e riportate dall’agenzia Ansa e quando è giunto abbiamo realizzato che siamo una nazione, che siamo vicini». Un messaggio di pace quello del dittatore (o ex), della Corea del Nord, che dopo aver incontrato il leader cinese e il direttore della Cia, ha ora concordato un trattato di pace anche con i vicini, (ma lontanissimi in quanto a ideologie), cugini della Corea del Sud. «Siamo legati dal sangue – le altre parole, per certi versi sorprendenti di Kim – e i compatrioti non possono vivere separatamente». Come riportato dal portavoce del leader nordcoreano, Kim ha altresì aggiunto di non voler più sostenere missili sui test balistici, di modo da «Non interromperò più il sonno del primo mattino», di Moon Jae-in. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LA GUERRA E’ FINITA

Il parallelo è superato, la stretta di mano è arrivata e la guerra è finita (forse): per Kim Jong-un e Moon Jae-in l’incontro di pace in corso in questo momento sulla linea militare che divide la penisola dalla fine della guerra nel 1953 è un risultato storico di un “appeseament” con tutta la Comunità Internazionale protagonista in positivo, per una volta. “Ora avrò cura a non disturbare più il tuo sonno con il lancio di missili”, questa la sintesi di uno scambio di battute tra i due leader che subito è divenuto il “simbolo” della discesa del leader supremo (e dittatore, non dimentichiamolo in questa importante giornata di pace) sul “fronte” della Nato e dell’alleato di Trump, quel presidente sudcoreano cattolico che mesi fa aveva avuto l’ardire di impostare la sua campagna elettorale proprio sulla pace con i cugini del nord. «Mentre tu vieni a Sud, quando potrò venire io lì nel Nord?», ha chiesto Moon dopo che Kim ha attraversato la linea di confine. A quel punto la risposta di Kim ha di fatto iniziato un fuoriprogramma assai importante: «Perché non attraversi adesso?», e così Moon ha fatto un passo oltre la linea, determinando l’ingresso fuori copione nel territorio del Nord. E, di fatto, l’ingresso in una nuova storia (si spera) dove la guerra tra le due Coree è davvero finita. (agg. di Niccolò Magnani)

“UNA NUOVA STORIA”

Un incontro che rimarrà nella storia e che segnerà la storia. Stiamo parlando ovviamente di quello fra i leader delle due Coree: da una parte il dittatore del Nord, Kim Jong-un, e dall’altra il presidente del Sud, Moon Jae-in. I due si sono incontrati alle ore 9:30 di venerdì, le 2:30 in Italia, all’altezza del 38esimo parallelo, sul confine fra le due nazioni. E’ la prima volta dal 1953, da quando cioè è stato dichiarato lo stato di guerra, che un presidente del Nord supera il famoso gradino per entrare appunto nella nazione confinante. Kim si è presentato con il suo classico abito tradizionale scuro in stile Mao, ha camminato verso il “cordolo”, dove ad attenderlo vi era Moon. I due si sono stretti la mano sorridenti, e poi il fuori programma: Kim ha invitato il suo alterego del sud ad entrare nel proprio paese.

“UN DIALOGO SINCERO E FRANCO”

Dopo questo bel siparietto, Kim e Moon sono entrati nella Peace House, dove è iniziato il vero e proprio colloquio. Sul tavolo diverse questioni, ma sono due quelle più pregnanti: il disarmo nucleare della Corea del Nord, e un trattato di pace, visto che, le due nazioni sono ancora tecnicamente in guerra, dopo la conclusione del conflitto ad inizio anni ’50. «Una nuova storia comincia adesso – ha scritto Kim nel libro degli ospiti – a un punto di partenza della storia e di una nuova era di pace». Yoon Young-chan, portavoce di Moon, ha spiegato che i due leader hanno avuto un dialogo «sincero e franco sulla denuclearizzazione e sullo stabilire una pace permanente nella penisola». Nel pomeriggio è previsto un nuovo vis-a-vis fra i due, prima del quale verrà piantato da entrambi un albero lungo la linea di confine, simbolo di una nuova era.





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