“Trump usa Bibbia come arma contro migranti”/ Ex ambasciatore in Vaticano: “Non è strumento di oppressione”

- Paolo Vites

Parole dure contro il presidente Trump e la sua amministrazione per il trattamento riservato alle famiglie di migranti messicani, le accuse dell'ex ambasciatore in Vaticano

immigrazione_migranti_usa_messico_muro_lapresse_2016 Immigrati al confine con gli Usa (LaPresse)

Ex ambasciatore degli Stati Uniti presso il Vaticano, Miguel H. Diaz è originario di Cuba, da cui fuggì con la famiglia quando aveva 8 anni. Il suo arrivo negli Stati Uniti, tramite la Spagna, fu legalmente riconosciuto, come lo sono sempre stati i rifugiati cubani, considerati dai vari governi americani perseguitati politici che fuggivano da un regime dittatoriale (e comunista, soprattutto). Nonostante questo non fu una esperienza certo serena quella che visse in quel periodo, come racconta lui stesso in un bell’articolo pubblicato oggi sul sito dell’agenzia Reuters. Fu un trauma, scrive, esattamente come quello dei bambini messicani bloccati al confine con gli Stati Uniti, anche se lui ebbe la fortuna di viaggiare ed entrare negli Usa con i genitori: “Non posso neanche immaginare” dice “che cosa significhi per un bambino non accompagnato dai genitori che sofferenza e che trauma sia vivere l’esperienza che vissi io, un bambino che non conosceva una parola di inglese in mezzo a soldati e poliziotti”. Non solo: l’ex ambasciatore ricorda che nel corso degli anni sono arrivati negli Stati Uniti ben 14mila bambini di età compresa fra i 4 e i 16 anni senza i genitori, mandati da soli a cercare di raggiungere il sogno della libertà e accolti senza problemi in quanto cubani e non messicani.

“TRUMP USA BIBBIA COME ARMA CONTRO I MIGRANTI”

Di queste cose, dice Diaz, Trump non ne parla e anzi i leader della sua amministrazione definiscono “animali” e criminali quei genitori messicani che mandano i loro figli da soli a cercare di entrare negli Stati Uniti. Ipocrisia della più malefica specie, dice, così come ipocrisia criminale è l’uso del Vangelo da parte di Trump per giustificare il razzismo e la violenza nei confronti dei messicani migranti: “Il modo con cui le autorità americane hanno usato la Bibbia per giustificare la politica disumana del governo verso i migranti è l’opposto delle autentiche idee e valori dell’America e della sua fede”. Come ogni testo religioso, dice, anche la Bibbia può essere travisata come uno strumento di oppressione o come un testo per la liberazione dell’uomo: “Quando il procuratore generale Jeff Sessions ha detto ai funzionari delle forze dell’ordine che l’apostolo Paolo nella sua lettera ai Romani aveva comandato di obbedire alle leggi del governo perché Dio aveva dato ai governanti l’autorità per mantenere l’ordine”, il procuratore ha abusato della Scrittura per giustificare la politica disumana nei confronti dei migranti nel separare i bambini dalle loro famiglie”. Concludendo: l’anima della nostra nazione chiede che si faccia meglio che terminare la separazione delle famiglie dei migranti, sarà capace l’America di affrontare questa sfida?





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