USA/ Vittoria di Obama grazie alle nuove tecnologie

- La Redazione

Il neopresidente ha puntato molto in campagna elettorale sull'hi tech, accerchiandosi di consulenti digitali che hanno coinvolto gli americani attraverso fiumi di sms, il social networking e i video su Youtube. Ma continuerà Obama a sfruttare e incentivare le nuove tecnologie nei cinque anni di presidenza?

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Una campagna tecnologica. Una delle chiavi del successo di Barack Obama è stato sicuramente la sua abilità nel fare leva sulle nuove tecnologie, dal suo sito continuamente aggiornato ai social network e i fiumi di sms che hanno tenuto informati gli americani. Strumenti che il neopresidente degli Stati Uniti ha utilizzato sia per raccogliere fondi, sia per diffondere il proprio programma ed il proprio  messaggio.
A guidare la campagna tecnologica è stata la cosiddetta “Tripla O” (“Obama’s online operation”), una task force digitale a capo della quale è stato collocato Joe Rospars, già collaboratore cinque anni fa di Horward Dean, uno degli aspiranti concorrenti alla Casa Bianca. La squadra da lui messa in piedi comprendeva Chris Hughes, 24 anni, cofondatore di Facebook, chiamato a occuparsi del social networking. Kate Albright Hanna, 32 anni, già regista alla Cnn, incaricata di sviluppare la sezione video. E Scott Goodstein, 34 anni, fanatico degli sms, che ha elaborato strategie sui brevi messaggi digitali, meno diffusi negli Stati Uniti che in Italia: parola d’ordine della campagna non era «comunicare», come si potrebbe dedurre da questo sforzo mediatico, ma «coinvolgere». Un esempio eloquente è l’sms inviato il 23 luglio: «Guardate il dibattito di Barack, stasera alle sette sulla Cnn. Rispondete col vostro nome e le vostre opinioni». Goodstein è riuscito attraverso i messaggi digitali a collezionare quasi un milione e 400mila numeri di telefono.
Ora Obama è già protagonista, in versione marionetta dal volto sorridente, di Little Big Planet, il videogioco del momento che permette agli utenti di creare da soli i livelli di competizione. È qui che, grazie alla magia del virtuale, l’avversario John McCain si volatilizza lasciando una scia di coriandoli colorati e un cartello con scritto “Obama wins”.
Andando a visitare Wikipedia, l’enciclopedia online più famosa del web, si può notare come il profilo di Barack Obama sia stato aggiornato in tempo reale con i risultati delle elezioni: «Politico americano e vincitore delle presidenziali del 4 novembre 2008», è questa la nuova definizione del senatore dell’Illinois.
E la vittoria di Obama spopola sui social network, dove pullulano le immagini di strade in festa, bandiere a stelle e strisce alzate in aria, espressioni felici, lacrime di commozione, foto scattate davanti agli schermi della Cnn che passano la notizia della vittoria. Su Flickr continuano ad essere aggiunte immagini della notte della vittoria, basta digitare nel motore di ricerca interno le parole “Obama” e “victory” per vedere i sostenitori in festa. E anche Youtube, il sito più diffuso di video sarin, si riempie dei video realizzati durante le fasi finali dello spoglio o durante il discorso di Chicago e messi online dagli utenti, così come i video che riprendono le numerose feste spontanee organizzate in tutti gli Stati Uniti. Al termine della campagna sono 628mila i video riguardanti Barack Obama contro i 358mila di McCain. Per quanto riguarda le ore di filmati viste, il neopresidente batte lo sconfitto repubblicano con 14,5 milioni di ore contro 488mila. E 18 milioni sono stati i click sul canale ufficiale di Obama su Youtube.  

La novità degli sms. In un’intervista per Il Giornale Michael Carmichael, uno dei più grandi esperti di comunicazione politica, il cui contributo è stato usati in quattro campagne presidenziali e che ha seguito da molto vicino la campagna democratica fornendo anche consigli agli uomini di Obama, ha sottolineato l’importanza delle strategie tecnologiche utilizzate da Obama, e destinate a lasciare il segno nelle prossime campagne. Il neopresidente ha saputo infatti adeguarsi con abilità ai nuovi mezzi di comunicazione, Internet ma non solo. «Il suo sito – ha affermato Carmichael – è costruito benissimo e, attraverso la Rete e Facebook, ha saputo creare e poi motivare una schiera enorme di sostenitori. La grande novità, nota a pochi però, è il ricorso agli Sms. Non tutti usano Internet, ma moltissimi, anche gli anziani, hanno ormai un cellulare. E gli uomini di Obama hanno inondato di messaggini i propri sostenitori, soprattutto sotto elezione. Martedì io ne ho ricevuti sette. Barack è risultato così sempre presente, sempre coinvolgente nell’ambito di una strategia coordinata fin nei minimi dettagli». Altro punto di forza della campagna democratica è stato l’utilizzo della televisione, dove il neopresidente non si è limitato ad attaccare l’avversario, ma soprattutto è sttao propositivo: «Obama non ha ceduto alla tentazione di ricorrere alla cosiddetta campagna negativa ovvero agli spot che si propongono di distruggere l’avversario, spesso facendo ricorso ad argomentazioni diffamatorie. Ha risposto agli attacchi e a tratti è stato anche duro, ma complessivamente non ha sferrato colpi sotto la cintura, preferendo puntare su messaggi propositivi».

Le nuove tecnologie nel programma di governo. Ma in molti ora si chiedono se anche da presidente Obama continuerà ad utilizzare il Web come ha fatto durante la corsa alla Casa Bianca, questa volta per creare consenso attorno ai suoi provvedimenti o per interpellare gli utenti di internet in merito alle loro idee. Sempre che non faccia come i politici nostrani, che dopo le elezioni fanno morire i loro blog personali tanto strombazzati in campagna elettorale.
Sembra che Internet e le nuove tecnologie avranno un posto fondamentale nell’azione di governo del neo eletto presidente: secondo quanto riferiscono i media americani, ci sarebbe in programma l’istituzione di un Chief Technology Officer, una sorta di ministero per l’innovazione nostrano. Una novità assoluta per gli Stati Uniti, a capo della quale, secondo indiscrezioni, potrebbero arrivare Steve Ballmer, Ceo di Microsoft, oppure Jeff Bezos, amministratore delegato di Amazon,  o ancora Vinton Cerf, uno dei padri di Internet, oggi consulente di Google, il colosso del Web che qualche giorno prima dell’election day ha investito Obama del proprio endorsement. Si mormora, infatti, che, in cambio del sostegno pre-elettorale, Big G  vorrebbe entrare nell’amministrazione americana per gestire meglio i propri affari, neutralizzando l’indagine antitrust promossa nei suoi confronti dalle autorità federali qualche mese fa.
Se manterrà le promesse fatte in campagna elettorale, Obama ha in programma di raddoppiare i finanziamenti alla ricerca tecnologica di base, promuovendo, inoltre, l’accesso alla Rete (parametro in cui recentemente gli Usa sono stati superati dalla Cina) attraverso la banda larga  nelle case e negli edifici pubblici (scuole, ospedali, biblioteche). Tema a cui è dedicato molto spazio sul sito del neopresidente, in un’apposita sezione dove compare un piano articolato in più punti, tra cui l’impegno a proteggere l’apertura e l’indipendenza della Rete e a rafforzare la normativa della privacy su internet.







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