MICROSOFT IMAGINE CUP/ San Pietroburgo, Italia protagonista alle “olimpiadi” del software

- La Redazione

Primi nella categoria Windows 8 Challange e secondi nella Group Connected Planet Award. Il TeamNameException composto da ragazzi italiani esce vincente dalla Imagine Cup di Microsoft.  

Imagine_Cup_Microsoft Il logo della Imagine Cup 2013

Centinaia di migliaia gli studenti che hanno preso parte all’Imagine Cup di Microsoft. LìItalia si è rivelata ancora una volta protagonista di quelle che vengono denominate le “olimpiadi del software”, con la finale decisiva a San Pietroburgo. Più di 70 le nazioni coinvolte, con un’ottantina di squadre tra cui figurava il TeamNameException, composto da studenti di Catania, Milano e Roma. Ed è stato proprio il gruppo di studenti nostrani ad essersi guadagnato il primo posto nella categoria Windows 8 Challange. Non solo, con il loro progetto “Ulixes”, software per rendere più interattiva e social l’esperienza turistica, si sono guadagnati il secondo posto nella Group Connected Planet Award. Un premio promosso da Mail.Ru per le applicazioni dedicate alla connettività e l’interazione sociale. Soddisfazione per i quattro italiani Marco Rinaldi, Alessio Regalbuto, Luca Leone, Federico Tomasi e per il loro mentor Tony Leone, che l’accesso alla finale russa l’aveva conquistato tramite una selezione online basata sulla sfida di tutti i rappresentanti degli altri continenti: “È un’emozione grandissima” hanno commentato i ragazzi. “Ci speravamo, perché ci abbiamo lavorato tanto – commenta Alessio – e in questo modo viene ripagata la fiducia di tutti quelli che, in famiglia o all’università, hanno creduto in noi. La soddisfazione poi è doppia – aggiunge Luca – perché il secondo trofeo è giunto inaspettato. Segno che tanta fatica non è stata inutile. Ora però bisogna fare sul serio – interviene Marco -. L’applicazione è pronta ma bisogna diventare grandi e per questo una volta tornati in Italia inizieremo a presentarla a potenziali investitori. Il potenziale del nostro progetto è enorme – conclude Federico -, speriamo che lo comprendano anche altri e che ci diano la possibilità di fare il passo successivo“.







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