NINTENDO/ Il presidente Satoru Iwata: nessun taglio del personale

- La Redazione

Combattere la crisi con il taglio del personale? Macché. Il presidente di Nintendo spiega la sua teroai: 'Il morale del personale diminuirebbe, e di conseguenza la qualità dei prodotti'. 

Iwata Satoru Iwata, presidente di Nintendo

Tempi di crisi? Nessun problema. In casa Nintendo, azienda nipponica dedita alla produzione di hardware e software per videogiochi, la crisi economica non è un nemico da abbattere attraverso il taglio del personale. A parlarne è il presidente Satoru Iwata, il quale, intervenuto ai microfoni di CVG, ha saputo esprimere parole per tranquillizzare e tutelare tutto il personale della grande “N”. Non è raro chiedersi quale sia stata la strategia che ha trasformato Nintendo in una delle realtà più longeve ed in salute nel mondo dei videogiochi e che da trent’anni a questa parte cavalca la cresta dell’onda. Anzitutto l’originalità, un aspetto da sempre ben evidente nei prodotti griffati Big N. Ma quest’oggi viene da chiamare in causa anche il rapporto con i dipendenti, che dopo le parole del patron è indubbiamente classificabile come un punto di forza dell’azienda. Così Iwata, parlando agli investitori di eventuali licenziamenti in tempi di crisi economica, ha spiegato che sono del tutto inutili e che porterebbero altri guai. Ecco la sua teoria a riguardo: “Se riducessimo il numero dei dipendenti per migliori risultati finanziari nel breve periodo, tuttavia, il morale del personale diminuirebbe e sinceramente dubito che i dipendenti che temono di essere lasciati a casa siano in grado di sviluppare dei giochi che possano fare buona impressione alle persone in tutto il mondo“. Il presidente è parso decisamente soddisfatto del lavoro portato avanti dall’azienda, ed è convinto che ogni dipendente sia in grado di apportare il proprio contributo alla miglior riuscita di un eventuale prodotto. Una situazione analoga fu vissuta sempre da Nintendo ai tempi in cui le vendite del 3DS non andavano bene: la decisione della società fu quella di diminuire gli stipendi senza licenziare.







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