ARTIGIANO IN FIERA/ Se un lenzuolo può aiutare gli alluvionati della Toscana e i terremotati dell’Emilia

- int. Silvio Pasero

Una raccolta di lenzuola da dare in dono alle zone alluvionate e ai terremotati. Come racconta SILVIO PASERO, è l’iniziativa di Banco Building che si terrà durante l’Artigiano in Fiera

Meeting_2012_Un_Lenzuolo_per_lamico_21 Lo stand di Banco Building al Meeting di Rimini 2012

Una raccolta di lenzuola da dare in dono alle zone alluvionate della Toscana e ai terremotati dell’Emilia. E’ l’iniziativa, dal nome “Un lenzuolo per l’amico”, lanciata da Banco Building che si terrà in occasione dell’Artigiano in Fiera, in programma nei padiglioni di Rho-Pero fino al 9 dicembre prossimo. La necessità è di raccogliere 20mila capi per le persone bisognose, inclusi i bambini del Piccolo Cottolengo di don Luigi Orione. Ilsussidiario.net ha intervistato il presidente di Banco Building, Silvio Pasero.

Come è nata l’iniziativa della raccolta di lenzuola?

Tutto è partito dal fatto che mi sono accorto che mia moglie aveva diversi capi di lenzuola che non utilizzava mai, e ho pensato che lo stesso avvenisse anche nelle altre case. Nel corso dell’ultima edizione del Meeting di Rimini abbiamo organizzato una raccolta chiedendo ai visitatori di portare le lenzuola e le coperte che avevano in casa e che erano inutilizzate. Già nei primi mesi dell’anno avevamo migliaia di richieste di biancheria da parte delle opere di carità, a cui si erano aggiunte nella primavera scorsa anche quelle dei terremotati dell’Emilia. Ora abbiamo deciso di ripetere l’iniziativa anche in occasione dell’Artigiano in Fiera. L’evento si conclude il 9 dicembre prossimo e già il giorno successivo consegneremo le lenzuola alle opere di carità che ne hanno fatto richiesta.

Di quali organizzazioni si tratta?

Il Piccolo Cottolengo di don Luigi Orione aprirà presto una nuova sede in Romania, e ci ha chiesto 10-12mila capi di lenzuola. Altre mille capi sono necessari alla Caritas attiva nelle zone alluvionate in Toscana e nelle zone terremotate in Emilia. Il nostro obiettivo è inoltre dare una risposta anche all’Opera di Fratel Ettore che assiste i senza tetto nella zona della Stazione Centrale a Milano, nonché a Padre Berton, un saveriano che ha realizzato delle case famiglia per ex bambini soldato in Sierra Leone. In totale abbiamo richieste per 20mila pezzi, anche se ovviamente la nostra maggiore o minore capacità di soddisfarle dipenderà dalla risposta dei visitatori dell’Artigiano in Fiera, che non siamo in grado di prevedere.

Come avverrà la raccolta nel corso dell’Artigiano in Fiera?

I nostri volontari volantineranno tra gli stand, perché spesso i visitatori non conoscono la nostra iniziativa, e inviteremo ciascuno a partecipare donando alcune lenzuola e coperte. Molte persone si recano in fiera i primi giorni e poi passano di nuovo verso la fine dell’evento per fare gli acquisti. Il nostro auspicio è che la gente ritorni e ci porti le lenzuola.

 

Al Meeting di Rimini come era andata la raccolta?

 

Molto bene, i visitatori ci hanno donato 4mila capi di lenzuola. E’ difficile però prevedere se anche all’Artigiano in Fiera otterremo risultati simili.

 

Che cos’è e come è sorto Banco Building?

 

Banco Building è l’ultima realtà nata dalla famiglia del Banco Alimentare, Banco Farmaceutico e Banco Informatico. La mia idea è stata quella di applicare la stessa logica anche a beni non deperibili come quelli di edilizia, arredamento e tessile. Se ci sono situazioni in cui la ditta ha del materiale edile avanzato, come i modelli di piastrelle non più di moda, noi lo ritiriamo e lo consegniamo alle opere di carità che ne hanno bisogno.

 

Quali regole vi siete dati per essere certi che i beni raccolti vadano a buon fine?

 

Noi ritiriamo dalle aziende e doniamo alle onlus. Banco Building non ha quindi mai a che fare con i privati cittadini, né in quanto donatori, né in quanto beneficiari. Le aziende sanno esattamente a chi hanno donato e c’è la tracciabilità permanente e continua del bene che è stato donato. E’ la nostra risposta al dubbio, tipicamente italiano, su ciò che è realmente fatto con il materiale donato: chiunque può sapere in qualunque momento a chi è stato destinato.

 

Oltre alle piastrelle, quale altri beni accettate?

 

Come ho accennato prima, accettiamo qualsiasi bene non deperibile. Quindi sanitari, attrezzi agricoli, piccolo materiale per l’edilizia e per il giardinaggio. Basti pensare a tutte le cooperative che fanno lavorare i ragazzi down negli orti, e che hanno bisogno di attrezzature. Queste cooperative ovviamente non sono competitive da un punto di vista economico nei confronti di un’azienda normale, e quindi hanno estremo bisogno di essere aiutate con questi beni.

 

Come le è venuta l’idea di creare Banco Building?

 

Di lavoro faccio il consulente finanziario e mi occupo di investimenti. L’idea mi è venuta perché un mio cliente aveva un’azienda di piastrelle e di tanto in tanto mi affidava dei lotti di prodotti per donarli ad alcuni miei amici impegnati nel sociale. Poiché questo si è ripetuto più volte, mi sono convinto del fatto che si trattasse di un’opportunità anche per le stesse aziende, oltre che ovviamente per il non profit. Gli imprenditori hanno infatti degli sgravi fiscali e delle facilitazioni per queste donazioni, quello che offriamo loro è quindi un servizio. Ciò che muove quanti ci donano del materiale ovviamente è innanzitutto uno spirito di carità. Nello stesso tempo però le aziende risolvono anche i loro problemi di magazzino. Se dovessero portare quelle piastrelle o sanitari inutilizzati nelle discariche pagherebbero cifre molto elevate sia in termini di trasporto, sia di smaltimento, creando tra l’altro problemi di tipo ecologico.

 

(Pietro Vernizzi)







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