LA STORIA/ I robot del pavese che da 50 anni dominano in Usa e Giappone

- int. Andrea Speroni

La Speroni Spa di ANDREA SPERONI è un’azienda leader nello sviluppo di robot di collaudo per il controllo geometrico dei pezzi lavorati che da otto anni sono venduti nel mercato giapponese

MAGIS_ucimu Macchine utensili

Speroni Spa è un’azienda leader nello sviluppo di macchine per la preregistrazione, la misura e gestione degli utensili, oltre che di robot di collaudo per il controllo geometrico dei pezzi lavorati. Presente in mercati come gli Stati Uniti, il Giappone e l’India, parteciperà alla prossima EMO Hannover 2013, la fiera internazionale più importante nel settore delle macchine utensili. Quest’anno la società festeggia il 50esimo di attività. Ilsussidiario.net ha intervistato l’amministratore delegato Andrea Speroni.

Speroni, quali sono le peculiarità della sua azienda dal punto di vista della produzione?

La nostra azienda è stata fondata da mio padre nel 1963, è attiva nel settore della meccanica e negli anni si è sviluppata in due mercati di riferimento, gli Stati Uniti e il Giappone. I primi quattro anni sono stati dedicati alla formazione del nostro prodotto. Da contoterzisti e costruttori di parti meccaniche ad alta precisione per grandi aziende del settore delle macchine utensili, abbiamo deciso di evolverci, creando un prodotto tutto nostro che rappresenta ancora oggi il core business dell’azienda, da sempre legato all’industria del metal working. Da lì siamo cresciuti molto, pur restando in tutti questi anni un’azienda di manufacturing.

Quanto è importante l’export per la vostra azienda?

In primo luogo ci tengo a precisare che costruiamo tutto in Italia, sia la parte meccanica sia quella software per la parte grafica e gli algoritmi di misura. Dagli anni ’90 abbiamo sviluppato politiche di penetrazione del mercato Usa, nazione nella quale ho vissuto per 18 anni e che ancora oggi costituisce uno dei nostri mercati di riferimento. Il mercato Usa è il più competitivo al mondo, in quanto al suo interno ci sono produttori italiani, tedeschi, indiani e cinesi, oltre agli americani stessi. Nel settore macchine utensili a stelle e a strisce abbiamo ormai un market-share di un certo livello.

Come vede invece il mercato europeo?

La situazione Europa è un po’ più complessa, ma nella nostra italianità ci consideriamo co-leader a livello mondiale per quanto riguarda il nostro prodotto. Quest’ultimo è altamente tecnologico e richiede forti e continui investimenti in ricerca e sviluppo, branca che impegna oltre il 30% dei nostri collaboratori. La ricerca è fondamentale! Si tratta di una nostra convinzione e di un nostro bisogno e quindi continuiamo a spingere su questo tasto.

Come siete organizzati e come riuscite a lavorare all’interno del Giappone?

La sede produttiva dell’azienda deve essere esclusivamente in Italia, questa è sempre stata la nostra filosofia. All’estero abbiamo cercato dei partner locali con prodotti complementari ai nostri, per appoggiarci il più possibile alla loro rete vendita. La caratteristica di queste aziende è il fatto di commercializzare dei prodotti che richiedono non un semplice venditore, ma un tecnico in grado di comprendere i nostri vantaggi competitivi e di spiegarli al cliente. In questo modo cerchiamo di “giapponesizzare” il nostro prodotto. Forti dell’esperienza e del successo in America, anche in Giappone abbiamo cercato di riprodurre lo stesso modello organizzativo.

 

Ci può descrivere questo modello più nel dettaglio?

Ci basiamo su partner forti a livello locale che hanno una rete vendita abbastanza capillare sul mercato e un brand molto forte, così che questo faccia da traino al nostro prodotto e alla nostra tecnologia. All’interno di questa strategia consolidata, l’India rappresenta un’eccezione: lì, considerato che si tratta di un Paese complesso che ha specifiche esigenze, abbiamo realizzato una nostra sede per fornire un supporto tecnico locale più stabile. In America e in Giappone, invece, abbiamo dei partner rispettivamente da 21 e 8 anni. Quest’ultimi mettono a disposizione il loro personale, vendono i nostri prodotti, organizzano fiere locali, curano il marketing e la promozione. Insomma, svolgono tutte le funzioni e i servizi, tutto tranne il manufacturing che curiamo solo nella nostra sede di Spessa (PV).

 

Che cosa vi aspettate dalla prossima EMO Hannover 2013?

La prossima EMO per noi rappresenta una vetrina mondiale molto importante, ci consentirà di confermare la nostra presenza nei mercati dove siamo già forti, mostrando ai nostri partner e ai nostri clienti che siamo in grado di supportare le nostre affermazioni con la messa a punto di prodotti sempre nuovi. Ci aspettiamo molto da EMO e ci puntiamo molto, come abbiamo sempre fatto, considerato che si tratta di una fiera molto onerosa sotto tutti i punti di vista.

 

Quali prodotti esporrete?

Presenteremo Futura, un prodotto di altissima gamma, oltre al resto della tecnologica più avanzata sviluppata nell’ultimo anno e mezzo. Avremo soluzioni hardware e software nuove, sono sistemi molto innovativi che spesso richiedono anche un investimento importante ai nostri clienti, siano essi piccoli, medi o grandi, ma migliorano notevolmente la produttività delle aziende. La qualità paga e un investimento azzeccato porta dei benefici in termini di operatività, efficienza e sostenibilità. Questo è quanto dobbiamo spiegare ogni volta che realizziamo qualcosa di nuovo, sottolineando che non lo facciamo perché piace a noi, ma perché garantisce un ritorno effettivo in termini di produttività e quindi beneficio economico, che poi a seconda dei casi può essere misurato in euro, dollari, yen o rupie.

 

(Pietro Vernizzi)





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