POLITICA INDUSTRIALE/ Abruzzo Automotive Valley sfida Renzi: “Più fiducia nei poli d’eccellenza”

- Niccolò Magnani

Il Polo Innovazione Automotive dell'Abruzzo in roadshow a Milano. Il presidente Ranalli: "Più valore dalla cooperazione fra imprese e centri di ricerca". di NICCOLO' MAGNANI

ranalli_trulli1 Giuseppe Ranalli con Jarno Trulli

“Se il Polo dell’Innovazione Automotive dell’Abruzzo è progredito nello sviluppo della sua missione, in questi sette anni, è stato anzitutto perché tutti i player hanno giocato nel loro ruolo: le imprese, la Regione, le università, il Polo stesso. Far male qualsiasi cosa, purtroppo, è facile: provare a far bene ciò che si conosce è giù un passo importante. Quando lo si riesce a fare assieme ad altri i risultati poi arrivano. Noi non pretendiamo di proporci come modello. Però l’Abruzzo, nel pieno di una dura recessione, vanta un prodotto industriale superiore alla media italiana e niente affatto trascurabile ai confronti europei. E la gran parte dei diplomati dal nostro nuovo istituto di meccatronica ha trovato lavoro. Noi siamo contenti e non vogliamo fermarci qui. Saremo più contenti ancora se vedremo altre aree del Paese ritrovare la via della crescita con il nostro modo di fare politica industriale: locale, connessa con il globale”. Giuseppe Ranalli – patron della Tecnomatic e neo-presidente del Polo – ha voluto portare la Abruzzo Valley nella Milano dell’Expo (il Polo ci tornerà il 16 luglio con un seminario più focalizzato sul proprio core tecnologico-industriale: la mobilità sostenibile, le nuove frontiere della logistica aperte dalla motorizzazione ibrida).

A Casa Abruzzo per il seminario “Sviluppare ricerca, saperi e iniziative industriali in Abruzzo” non manca nessuno: dal vicepresidente della Regione, Giovanni Lolli – con delega alle Attività produttive – a Jarno Trulli, veterano della Formula 1, oggi pioniere della Formula E, che ha appena concluso il suo primo Campionato mondiale. Mentre sugli schermi scorrono veloci le diverse presentazioni, sul tavolo compare il motore “in carne ed ossa” della sua monoposto. Tecnomatic è (con altri cinque gruppi del calibro di Renault e Mercedes) uno dei produttori certificati di motori elettrici per il nuovo “circo”, che ha appena portato i GP “sostenibili” nei centri cittadini di Mosca, Berlino, Londra. C’è Enrico Pisino, ingegnere-capo della Vehicle Research & Innovation di Fca Group (viene da Detroit, ma dice subito: al Polo sono a casa mia); Gianpiero Mastinu, del Cluster Mobilità Lombarda ed Elisa Boscherini, dell’Anfia e del Progetto Dattilo. C’è l’alto staff del Polo Iam: il consigliere Gilberto Candeloro e il direttore Raffaele Trivilino.

La notizia del giorno la porta Lolli: “In regione stiamo affrontando affrontando una stagione più evoluta in termini di politica industriale: destineremo 20 milioni di euro nel nostro Fondo di sviluppo e cosione con un contratto di ricerca e uno di sviluppo. Una parte della nuova programamzione Fesr – che ha riscosso l’attenzione della Ue – sarà dedicata ai Poli di innovazione”. Ma, sollecitato da IlSussidiario.net, si sofferma anche lui sulla ricetta semplice di Abruzzo Valley e di Iam: “Come si può pensare di crescere se non si condivide, se non ci si mette in rete? Tutti dovrebbero farlo, non solo la regione dell’Abruzzo e poche altre al nord: dobbiamo favorire e non chiuderci alla possibilità di riaprire una reale politica nazionale industriale che da noi in Italia manca ormai da decenni”. Ma la preoccupazione diventa subito proposta-provocazione e sfida: “Il governo non può più essere assente o non ascoltare i distretti regionali. Se più regioni cominciano a dialogare mettendo a fattor comune singoli punti di eccellenza come il nostro Polo Iam, può il governo centrale tenersi fuori da investimenti-Paese?”.

Per il governo regionale, il polo automotive della Val di Sangro è una certezza economica: 7 miliardi di euro di fatturato; il 15% del Pil industriale regionale; il 50% dell’export regionale; 30mila addetti, quasi tutti in provincia di Chieti (inclusa fra le Next 10, le province italiane più promettenti secondo una ricerca Borsa Italiana-K Finance). Sono una settantina i partner di un Polo che si è specializzato nella produzione di veicoli commerciali e professionali, leggeri e per trasporto di cose e persone. Fra i nomi industriali spiccano Fca, Honda, Denso, Bonfiglioli, Isringhausen, Tecnomatic e Imm Hydraulics. “La sfida in cui ci siamo impegnati – sottolinea Ranalli – è complessa: realizzare prodotti a più alto valore aggiunto, che riducono gli spazi che non dispongono di competenze e tecnologie adeguate. Il livello di complessità tecnologica e produttiva richiesta dai mercati globali pone importanti interrogativi alle aziende piccole e medie dell’Abruzzo, che non possono disporre di risorse umane e infrastrutturali singole. Il Polo è stata la risposta efficace e vincente”.

Un approccio innovativo e sostenibile alla mobilità – dice ancora il presidente di Iam – è una priorità affermata dalle fonti più diverse. L’ultima enciclica di Papa Francesco interpella tutti su un modo profondamente nuovo di produrre e di usare il pianeta. Ma chi – nell’opinione pubblica – rimane indifferente quando apprende che un’automobile continua a essere un prodotto ancora mal disassemblabile, grande assorbitore di materie prime, poi assai poco riciclabili? E’ un fatto di progresso civile, ma anche di competività di sistemi industriali, di filiere di imprese”. Anche un fatto di cultura? “Certo, un fatto di cultura, di education. Non di politica: Il nostro Polo non si occupa di politica, lo lasciamo fare alle istituzioni, con cui lavoriamo assieme. Il Polo è un luogo dove imprese e centri di ricerca pubblici e privati mettono a fattoro comune conoscenze per sviluppare ricerca a diversi livelli. E’ un luogo dove eroghiamo formazione attraverso strutture innovative a giovani cui piaccia l’idea di lavorare nel polo in una sfida professionale e imprenditoriale che si chiama meccatronica applicata all’automotive. La generazione e la trasmissione della conoscenza disegnano il nostro profilo di moderno corpo intermedio, cioè la ulteriore aggiunta di valore al prodotto delle singole imprese e ai territori circostante”.







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