Riforma pensioni 2016/ Oggi 2 luglio. Penalizzazioni Ape e altri “interrogativi” sul piano del Governo (ultime notizie live e news)

- La Redazione

Riforma pensioni novità, con le ultime news riguardo i principali temi previdenziali e le notizie che arrivano attraverso le dichiarazioni di politici e sindacalisti

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Il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni deve ancora entrare nel vivo. Il sito Pensionioggi.it ricorda in particolare che l’esecutivo deve ancora spiegare il concreto funzionamento dell’Ape e delle detrazioni fiscali che dovrebbero essere applicate per alcune categorie di cittadini in modo da diminuire, o persino azzerare, le penalizzazioni che sarebbero richieste sull’assegno pensionistico necessarie a rimborsare il prestito ricevuto dalla banca. Un altro tema su cui si aspettano indicazioni è quello delle ricongiunzioni onerose, oltre a quello relativo alla rivalutazione delle pensioni in essere. Insomma, i temi sono tanti e non sarà facile per il Governo accontentare i sindacati su tutti i fronti.

Secondo Il Giornale, la Brexit potrebbe avere un effetto anche sulla riforma delle pensioni allo studio del Governo. Il quotidiano milanese segnala in particolare che l’incertezza e le turbolenze causate dall’uscita della Gran Bretagna dall’Ue stanno modificando i piani dell’esecutivo circa la Legge di stabilità. Questo spiegherebbe, sempre secondo Il Giornale, perché l’ultimo incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni abbia lasciato “a bocca asciutta” Cgil, Cisl e Uil: Poletti e Nannicini si sono presentati senza un piano concreto perché devono prima capire quante sono le reali risorse a disposizione. Dato che la situazione delle banche non è florida e un calo del Pil potrebbe far peggiorare i parametri di bilancio concordati con Bruxelles, potrebbe anche saltare il taglio delle tasse più volte fatto filtrare dagli ambienti governativi.

Ieri a Parma si è tenuto un incontro organizzato da Patrizia Maestri, deputata del Pd, cui ha partecipato anche Cesare Damiano. L’ex ministro ha voluto dedicare una parte del suo intervento alla riforma delle pensioni, anche perché l’incontro si intitolava “Ai giovani il lavoro, agli anziani la pensione”. Il sito Parmadaily.it riporta in particolare un passaggio del suo discorso: “C’è un impegno incessante del Pd in Commissione Lavoro nel chiedere al governo, anzitutto, la correzione di tutte quelle vere e proprie ingiustizie che la riforma Fornero ha lasciato sul campo: l’ottava e ultima salvaguardia per risolvere definitivamente il problema esodati, le ricongiunzioni onerose, il fondo per il lavoro usurante e opzione donna, eccetera. Chiediamo al governo di risolvere subito queste situazioni che riguardano la vita di centinaia di italiani”. Vedremo se l’esecutivo interverrà su tutti questi temi.

Il Partito socialista italiano chiede a Matteo Renzi di “salvare” il proprio Governo con alcune mosse che comprendono anche interventi di riforma delle pensioni. Anche oggi troviamo infatti un articolo sull’Avanti che consiglia a Renzi di “ascoltare i critici”, “se vuol salvarsi la pelle”. “Prima di tutto rinvii il referendum che così è perso, a dopo l’approvazione della legge di stabilità, che deve prendere alcune decisioni importanti su pensioni minime, altro che ottanta euro, su piano casa, magari anche su patrimoniale sulle grandi ricchezze e su un piano opere pubbliche anche fuori dal vincolo del tre per cento, poi valuti l’ipotesi di quei matti di radicali che di referendum se ne intendono”, si legge sul quotidiano socialista. Da questo punto di vista sappiamo che il Segretario Nencini ha chiesto già al Governo di incrementare le pensioni minime mediante un aumento della tassazione sul gioco d’azzardo.

A Ferrara ha preso il via la festa della Fiom, cui partecipa anche il Segretario generale del sindacato che compie 115 anni. Come riporta il sito Estense.com, Maurizio Landini ha partecipato a un incontro dal titolo “Europa e austerità: quale economia per quale lavoro?”. “In nome dell’Europa oggi si eliminano le pensioni, si cancella lo Statuto dei Lavoratori, si sta cercando di superare la contrattazione collettiva, si mettono gli operai in competizione e si privatizza lo Stato”, ha detto il numero uno delle tute blu della Cgil. La posizione della Fiom sulla riforma delle pensioni è nota da tempo e si sa anche che il sindacato vorrebbe che si approvasse quota 41 per i  lavoratori precoci.

Quota 41 è molto importante per i lavoratori precoci, che hanno così deciso di fare un piccolo sondaggio online sul loro gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti”. Scopriamo così che la maggior parte di loro ha un’anzianità contributiva superiore ai 41 anni e in molti stanno per arrivare ai 40. Eppure non hanno la possibilità di poter accedere alla pensione. Recentemente i lavoratori precoci hanno avuto anche delle rassicurazioni da Tommaso Nannicini circa la possibilità di un intervento che riesca a venire loro incontro. Vedremo se e come si materializzerà. E quanto “assomiglierà” alla Quota 41 tanto invocata.

L’ultima legge di Stabilità in tema riforma pensioni ha prorogato la possibilità di accedere per le lavoratrici alla cosiddetta Opzione Donna. Una possibilità tanto ricercata e voluta ma che tuttavia alla resa dei conti non sembra essere così vantaggiosa. L’Opzione Donna può essere adottata da lavoratrici che hanno maturato almeno 35 anni di contributi versati ed una età anagrafica di 57 anni e 3 mesi nel caso di dipendenti e 58 anni e 3 mesi per le autonome. Ricordando come la decurtazione sia dovuta al fatto che si rinuncia al sistema misto con la pensione che viene calcolata interamente con il contributivo. Ebbene secondo alcuni calcoli sulle pensioni è stato valutato che accedendo all’Opzione Donna si rischia di vedere il proprio assegno decurtato di quasi il 30% rispetto a quello che si sarebbe percepito con il sistema misto rispettando i nuovi vincoli imposti dalla legge Fornero. I calcolati sono stati eseguiti dalla rivista online Pensioneoggi, prendendo in oggetto una donna del 1958 con 38 anni di contributi e ultima retribuzione annua percepita pari a 25 mila e 700 euro. Se accetta di andare in pensione a 58 anni e 3 mesi perde il 28,8%, se decide di andare a 59 anni e 3 mesi il taglio è del 26,52% mentre se vi accede a 60 anni e 3 mesi ci sarà un taglio del 24,11%. C’è infine da sottolineare come maggiore sia l’anzianità al 31 dicembre 1995 e maggiore sarà la perdita nel passaggio da misto a contributivo.

Mentre il Governo cerca di mettere a punto una riforma delle pensioni che contempli una qualche forma di flessibilità, la Uil segnala che l’Italia vanta i requisiti di accesso alla pensioni più alti in Europa. Inoltre, il sindacato evidenzia che i lavoratori italiani vanno in pensione 2 anni dopo rispetto ai colleghi europei e circa 3-4 anni dopo rispetto a quelli non europei. Nemmeno la Grecia, con 67 anni, riesce a “battere” l’Italia, dato che può contare su una serie di deroghe che consentono una certa flessibilità sulle pensioni. “La reintroduzione in Italia della flessibilità di accesso al pensionamento proposta dal sindacato è pienamente sostenibile se paragonata a quanto avviene in Europa e in tutti i paesi dell’Ocse”, ha quindi detto il segretario confederale della Uil Domenico Proietti. La direzione del Partito sociali italiano, come riferisce un articolo de L’Avanti, ieri “ha lanciato un’offensiva sulla politica economica”, suggerendo anche una riforma delle pensioni per aumentare l’importo delle minime. In questo senso è nota da tempo la posizione del Segretario del Psi Riccardo Nencini: le pensioni minime vanno incrementate aumentando la tassazione sul gioco d’azzardo. Il sottosegretario alle Infrastrutture ai Trasporti intende quindi riportare all’attenzione del Governo la questione. Vedremo se entrerà tra gli interventi in preparazione in vista della Legge di stabilità.

Bruno Busacca della segreteria tecnica del Ministero del Lavoro ha sottolineato come sia intenzione del Governo affrontare la riforma delle pensioni nell’ambito della prossima Legge di Stabilità. Lo stesso Busacca ha anche aggiunto che i tempi potrebbero essere forzati nel caso in cui si dovesse presentare la necessità di risolvere delle situazioni urgenti. Busacca paventando un accordo per calibrare meglio l’Ape ha sottolineato: “Il tema aperto riguarda le modifiche dell’attuale assetto del sistema pensionistico. Lo scopo degli incontri che stiamo avendo con i sindacati è costruire un percorso di dialogo con una logica precisa: resta ferma la volontà del Governo di assumersi pienamente la responsabilità delle scelte che effettuerà di fronte al parlamento. Per quanto riguarda i temi l’obiettivo è quello di arrivare all’insediamento del pacchetto nel ddl Stabilità, per cui l’intesa deve essere trovata in tempo utile”.

Oggi alle 18:00 si terrà a Parma un importante incontro che ha a che fare con la riforma delle pensioni. Il titolo è infatti “Ai giovani il lavoro, agli anziani la pensione” ed è stato organizzato dall’Onorevole Patrizia Maestri, che siede nella commissione Lavoro della Camera. Proprio per questo ha invitato a partecipare anche il suo collega di partito, nonché Presidente della commissione di cui fa parte, Cesare Damiano. “L’incontro sarà l’occasione per confrontarci insieme sul futuro del sistema pensionistico del nostro Paese. Un tema che non riguarda solamente gli anziani ma anche i giovani, infatti il titolo di questo appuntamento non è casuale: se si trova una soluzione per chi deve andare in pensione si aprono nuove prospettive anche per i giovani che cercano un lavoro”, ha spiegato la Maestri. L’incontro si terrà presso la Corale Versi di vicolo Asdente.

Mentre si attendono novità sulla riforma delle pensioni, dalla relazione sui bilanci 2011-2014 dell’Inps stilata dalla Commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti di previdenza obbligatori emerge che molte amministrazione pubbliche versano con un costante ritardo i contributi previdenziali dovuti, fatto che determina “dei ritardi operativi nelle fasi sia della prima richiesta  della pensione, sia del versamento della prima prestazione previdenziale,  sia nelle operazioni di unificazione delle carriere contributive fra gestioni  diverse”.

Cesare Damiano ha criticato l’Ape, la riforma delle pensioni allo studio del Governo, durante la trasmissione La Gabbia, in onda su La 7. L’ex ministro ha in particolare dichiarato che se il provvedimento fosse quello di cui si sente parlare non lo voterebbe. E ha ribadito che a suo modo di vedere ci sono delle categorie di persone che non dovrebbero subire alcuna decurtazione dell’assegno pensionistico:  i disoccupati di lungo corso, i lavoratori precoci e quelli che svolgono mansioni usuranti, gli invalidi. Il Presidente della commissione Lavoro della Camera ha voluto anche ricordare la sua proposta di legge, “bocciata” perché ritenuta troppo onerosa per le casse pubbliche.

Mentre si consuma quotidianamente il dibattito sulla possibile riforma pensioni da prendere in considerazione per migliorare l’attuale sistema previdenziale e nello specifico per permettere l’uscita anticipata dal mondo del lavoro con penalizzazioni quanto più basse possibili per i lavoratori, ecco che arriva un importante novità che riguarda le pensioni di reversibilità. Qualche settimana fa, era stata paventata la possibilità di prevedere dei tagli sulle pensioni di reversibilità soprattutto se il coniuge sopravvissuto fosse in possesso di reddito. Una possibilità che ora sembra essere del tutto esclusa grazie all’approvazione dell’emendamento al disegno di delega povertà da parte della Commissione Lavoro della Camera. In pratica non sono previste eventuali razionalizzazioni o tagli di prestazioni previdenziali come l’integrazione al trattamento minimo o la cosiddetta pensione ai superstiti. Dunque un importante tassello che chiude almeno per il momento, una questione che si stava trascinando avanti ormai dall’inizio di questo anno 2016. Infine, è stato anche approvato un emendamento proposto da Maria Luisa Gnecchi (PD) che mette al riparo da possibili tagli le prestazioni degli italiani all’estero.





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