RIFORMA PENSIONI NOVITÀ 2017/ Tutti contro Boeri: da Damiano ai sindacati (ultime notizie live e news oggi 24 gennaio)

- La Redazione

Pensioni novità 2017 e riforma, oggi 24 gennaio: Cesare Damiano replica a Tito Boeri, presidente Inps. Tutte le novità e le ultime notizie sui principali temi previdenziali

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Anche Susanna Camusso reagisce alle parole di Tito Boeri sulla riforma delle pensioni, ricordando al Presidente dell’Inps che sarebbe meglio che si preoccupasse “della gestione separata, del perché i contributi giovani non sono cumulabili, perché si fa il contributivo puro senza accorgersi che c’è bisogno di solidarietà”. Per il Segretario generale della Cgil è sbagliato contrapporre i pensionati ai giovani. “Occupiamoci piuttosto della pensione futura dei giovani. Facciamo la ‘fase 2′ della discussione con il governo, ma smettiamola di fare questa politica”, ha detto la sindacalista durante un convegno sui diritti universali dei lavoratori con il gruppo del Senato del Movimento 5 Stelle. Secondo quanto riportato, Camusso ha anche detto di condividere lo schema proposto da Boeri, che è essenzialmente “quello della redistribuzione tra i poveri”.

Le dichiarazioni di Tito Boeri sulla riforma delle pensioni lasciano “stupito” Cesare Damiano, soprattutto quando si parla dell’aumento del debito che gli interventi approvati comporterebbero. “Le stime delle risorse richieste dalle leggi di spesa vengono fatte abitualmente dalla Ragioneria dello Stato e, per quanto riguarda le pensioni, attraverso le valutazioni dell’Inps. L’istituto, se ha delle domande, dovrebbe rivolgerle a se stesso e chiarirsi i dubbi”, scrive l’ex ministro in una nota, nella quale ricorda anche che nel Def varato nel 2016 viene segnalato che le riforme avviate dal 2004 sul sistema previdenziale hanno comportato un risparmio di circa 900 miliardi di euro fino al 2050. “Una formidabile e dolorosa messa in sicurezza, non solo dei conti dello Stato, ma della stessa sostenibilità del sistema previdenziale: una scelta anche a vantaggio dei giovani e fondata su un principio di solidarietà intergenerazionale”, spiega Damiano.

L’Ape è la misura più nota e la novità principale della riforma delle pensioni, ma incassa nuove critiche. Marcello Pacifico ha in particolare ricordato quanto sia penalizzante per gli insegnanti, visto che l’Anticipo pensionistico prevede una decurtazione ventennale dell’assegno pensionistico che può arrivare fino al 5,5% per ogni anno di anticipo. L’Anief, di cui Pacifico è Presidente, ha stimato che un pensionato con un assegno lordo di 2.200 euro, una somma verosimile per un docente della scuola secondaria, può fruire di 3 anni e 7 mesi di anticipo rispetto alla soglia Fornero, ma dovrebbe poi restituire per venti anni ben 430 euro lordi al mese. Secondo Pacifico, “siamo all’assurdo, perché l’assegno di quiescenza deve necessariamente corrispondere ai contributi versati per una vita lavorativa. Lo ribadiamo: chiedere a chi ha lavorato 35 o 40 anni di privarsi di 300 o 400 euro su una pensione già penalizzata dal nuovo modello di calcolo contributivo introdotto dalla riforma Monti-Fornero, rappresenta una provocazione bella e buona. Oppure solo fumo negli occhi”. L’Anief ricorda anche che un docente tedesco può andare in pensione dopo 24 anni di servizio percependo un assegno quasi doppio rispetto a un suo collega italiano. Dunque l’ingiustizia sembra ancora più forte. Pacifico ha anche spiegato di aver predisposto un servizio di consulenza con il Centro servizi Cedan, in modo che chi è interessato possa avere le migliori informazioni per districarsi “in questo ginepraio di leggi e novità sui requisiti”. Ricordiamo che la circolare Miur di pochi giorni fa ha stabilito che per conoscere le modalità di accesso all’Ape da parte del personale della scuola bisognerà attendere una nuova comunicazione che seguirà i decreti attuativi del ministero del Lavoro.

Nuove polemiche arrivano riguardo le parole di Tito Boeri contro la riforma delle pensioni. La Uil critica in particolare il fatto che il Presidente dell’Inps ritenga che l’aumento e l’estensione della quattordicesima favoriscano i pensionati ricchi. “Boeri vive su Marte? Solo chi è completamente fuori dalla realtà può infatti dire, ad esempio, che la 14esima per le pensioni fino a 1.000 euro favorisce i pensionati ricchi”, ha detto Domenico Proietti, che ha anche ricordato come gli interventi varati con la manovra riportino “un minimo di equità del sistema pensionistico fortemente saccheggiato negli ultimi anni. Si sono introdotte misure di flessibilità che possono favorire il ripristino di un turnover nel mercato del lavoro a beneficio delle giovani generazioni”. Per il Segretario confederale della Uil, dunque, “la via da seguire è esattamente il contrario di quanto indica Boeri”.

Ha rilasciato delle dichiarazioni sulla riforma delle pensioni che sicuramente faranno discutere. Secondo il Presidente dell’Inps, infatti, si tratta di una manovra che fa aumentare il debito implicito e scarica oneri sulle generazioni future”. Boeri ha spiegato che la manovra “aumenta la spesa pensionistica, aumenta la generosità di trattamenti su categorie che hanno già fruito di trattamenti più vantaggiosi di chi li fruirà in futuro”. Alla platea del convegno Tutto Pensioni il professore della Bocconi ha spiegato che ne sistema pensionistico “rimangono forti iniquità, differenze di trattamento macroscopiche anche nell’ambito della stessa generazione, sulle quali fin qui non si è intervenuti”. Parole che suonano come una netta bocciatura degli interventi varati dal Governo Renzi. Ma c’è da dire che Boeri non ha mai nascosto di ritenere l’ultima riforma delle pensioni poco efficace, anche per quel che riguarda l’Ape.

La critica di Tito Boeri alla riforma delle pensioni, che fa aumentare il debito pensionistico implicito, oggi si è basata anche su un rilievo che il Presidente dell’Inps aveva già mosso contro la scelta di aumentare la quattordicesima alle pensioni di importo più basso, estendendola anche a chi non l’aveva. “La quattordicesima non tiene conto delle condizioni delle famiglie. Così le quattordicesime possono andare al marito della ricca manager ad esempio”, ha detto durante il convegno Tuttopensioni. Boeri ha ribadito che questo tipo di intervento “può premiare persone in famiglie con altre persone con alti redditi o patrimoni ingenti e in Italia c’e’ invece un problema molto serio di povertà come ho avuto modo di sottolineare in audizione al Senato”. In passato Boeri aveva avuto modo di evidenziare come dal suo punto di visto questo intervento andasse modulato in base all’Isee dei pensionati e non sul loro importo dell’assegno pensionistico.

Com’era logico che fosse, le ultime dichiarazioni di Tito Boeri sulla riforma delle pensioni hanno scatenato diverse reazioni. Tra queste quella di Roberto Ghiselli, Segretario confederale della Cgil, che definisce “sconcertanti” le parole del Presidente dell’Inps pronunciate nel corso di Tuttopensioni. Secondo il sindacalista “utilizzare le parziali, e per noi ancora insufficienti, risposte che il Governo ha iniziato a dare ai pensionati con i trattamenti più bassi, ai lavoratori precoci e a chi svolge lavori gravosi o usuranti, per alimentare una contrapposizione intergenerazionale, è del tutto improprio e strumentale”. E Ghiselli rincara la dose parlando di “pura invenzione” circa il fatto che l’aumento delle quattordicesime venga erogato ai manager. Il Segretario confederale della Cgil ha quindi ricordato che il tema della previdenza dei giovani è stato inserito nel verbale firmato dai sindacati e dal Governo Renzi e che le organizzazioni dei lavoratori hanno già sollecitato il nuovo esecutivo ad aprire il confronto su questo argomento.





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