CONSERVATORIO/ Cultura? Un commento ai “programmini” di Don Renzi e Don Bersani

- Pietro Blumetti

Nei programmi di Bersani e Renzi, relativi alla cultura, sempre il solito "politichese" e niente altro. Inoltre, dice PIETRO BLUMETTI, musica ed educazione musicale non compaiono mai

bersani_renzi_ballottaggioR400 Foto InfoPhoto

Cercando nei dettagli dei “programmini” relativi al Sapere ed alla Cultura di Don Renzi e Don Bersani (certamente tra i più importanti esponenti politici del futuro governo) qualcosa di realmente nuovo e concreto, purtroppo non si trova nulla di sostanzialmente diverso dalle solite generiche “chiacchiere”, scritte nel tradizionale vago gergo “politichese”, di cui da tempo i nostri politici si riempiono la bocca fingendo di operare per la tutela della Cultura. Leggiamo infatti, in ordine sparso, in merito a: “investimenti pubblici nella Cultura”; “incentivazione dei finanziamenti privati”; “nuove fondazioni”; “controlli degli standard qualitativi (ISO)”; “agenzia internazionale per i musei italiani”; “piani straordinari contro la dispersione scolastica”; “corpo insegnante sottopagato e sempre meno riconosciuto nella sua funzione sociale e culturale”;  “preparazione degli studenti e raggiungimento degli obiettivi formativi”… 

Ripeto: le solite “chiacchiere” prive di ogni reale contenuto. “Chiacchiere”, peraltro, relative a cose che ritengo abbiano poco a che fare con la reale promozione e con la tutela della Cultura, e che anzi, ritengo siano spesso in contrasto con questi obiettivi.

NON mi piace affatto, per esempio, che venisse istituzionalizzato il finanziamento dei privati; perché è chiaro che una scuola pagata da un privato diviene automaticamente in parte “serva” di chi la sostiene economicamente; sono per questo convinto che debbano essere i soldi pubblici a finanziare la scuola Pubblica (naturalmente come e quanto necessario!);  troppo spesso si dimentica che ciò che è pubblico non è affatto “di nessuno” ma è un bene che appartiene a tutti; quello di cui tutti sono proprietari; al contrario sono gli istituti privati che non dovrebbero assolutamente beneficiare di soldi pubblici (se li paghi solo il “privato” che ne beneficia).

NON sopporto più neppure la formale sponsorizzazione di una generica Cultura né la burocratica salvaguardia di istituzioni culturali “di facciata” (relativa, per esempio, solamente alla tutela dei musei); ma invece è proprio questo il tipo di “Cultura” che si trova, ancora una volta, espressa nei programmini di Don Renzi e Don Bersani.

Non ci siamo proprio… siamo ancora troppo lontani da una politica che sia, in primis, espressione di proposte concrete relative alla tutela ed alla diffusione della Cultura nella scuola; in quanto consapevole di come solo formando una società in cui vivano tantissime persone educate a comprendere, e quindi amare, ciò che di bello e complesso la Cultura esprime, avrà un senso tutelare i Musei (che, altrimenti, continueranno ad rappresentare solamente la formale apparenza di una Cultura ormai “morta”, in realtà inaccessibile alla stragrande maggioranza delle persone). 

In merito poi ai controlli degli “standard qualitativi (ISO!)” ancora le solite “chiacchiere”;  basta con “controllori” che continuino ad essere più ignoranti dei “controllati”, o che siano essi stessi “controllati” da una Politica che è in realtà contro la Cultura;  di Enti “accreditati” filo ministeriali, di tale orribile natura, ne abbiamo e ne subiamo già fin troppi.

Anche per la Cultura il nostro paese ha un drammatico bisogno di un’ “altra” Politica; che sia realmente nuova; e che, tra l’altro, lavori per ricostruire un sistema universitario serio, che garantisca Formazione di alto livello; un sistema  universitario di cui entrino pienamente a far parte i Conservatori, in virtù della loro reale trasformazione in facoltà esclusivamente Universitarie.  Una Politica dunque che miri a promuovere e tutelare veramente  la Cultura Musica, dando finalmente applicazione alla Riforma dei Conservatori (l. 508/99), esprimendo chiare proposte quali: 

La cancellazione della Formazione di base (i Pre-accademici) dai Conservatori (essendo questi riformati in istituti di livello esclusivamente universitario); 

Lo spostamento della Formazione di base nella scuola secondaria di I e II grado (applicando il concreto programma del Codim relativo al consolidamento dei Corsi ad Indirizzo Musicale nella scuola Media ed alla reale istituzione e diffusione dei Licei ad indirizzo Musicale).

– la completa equiparazione del Diploma di Conservatorio, conseguito con il precedente ordinamento accademico, al Diploma accademico di II livello relativo al nuovo.

 

E ancora: una Politica che garantisca qualità, interrompendo lo scandaloso “mercatino” di CF (crediti formativi) e la marea incontrollata di corsi e corsetti che hanno scandalosamente svilito la formazione universitaria, e in modo particolarmente drammatico quella dei “nuovi” Conservatori (basta con la superficialità delle “lauree a punti”).

 

In merito alla Cultura ed al Sapere troppe sono le cose che continuano a mancare in questi programmini del gagliardo Don Renzi e del soporifero Don Bersani.

Inoltre, anzi soprattutto, come da sempre, le parole Musica ed Educazone Musicale non appaiono mai!

 

Questo, per un Musicista e per chi conosce come sia importante, per contribuire a migliorare il nostro paese, educare i nostri ragazzi a divenire migliori cittadini anche attraverso gli Studi Musicali, spero sia considerato una lacuna molto grave;  imperdonabile relativamente a qualsiasi programma o “programmino” Culturale degno di rispetto.





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