PAT METHENY/ “Tap: John Zorn’s Book of Angels Vol. 20”: il jazz del Masada Book

- Luigi Viva

Pat Metheny inciderà un disco usando il materiale del sassofonista John Zorn, un progetto lungamente ambito. Ce lo descrive nella sua recensione LUIGI VIVA

tap_R439 La copertina di Tap

Pat Metheny è notoriamente un grande artista e vanta fra le principali caratteristiche la curiosità e l’attenzione alla musica degli altri. Nasce così quasi per caso il progetto che lo vede esecutore di una parte dei Masada Book, circa 500 brani composti dal sassofonista John Zorn  ispirandosi alla tradizione musicale ebraica e agli insegnamenti di Ornette Coleman. A fine anni novanta Zorn compone i primi duecento brani per la gran parte  eseguiti  con la sua band comprendente Joey Baron alla batteria, Greg Cohen al contrabbasso e Dave Douglas alla tromba. Con l’arrivo delle successive trecento composizioni inizia una organica produzione di cd titolali semplicemente Book of Angels Volume 1, 2 etc. Ad eseguirli, oltre al leader in differenti formazioni,  artisti come Uri Cane, Marc Ribot, Joe Lovano e altri. 

Metheny seguiva da tempo con attenzione l’opera del sassofonista fino a che questi lo contatta via mail proponendogli di interpretare alcuni dei brani disponibili. Pat accetta riservandosi tempi e modalità. “Tap: John Zorn’s Book of Angels Vol. 20” infatti è stato inciso in differenti periodi, nei rari momenti di pausa della sua attività, utilizzando il suo home studio (New York). Pat Metheny  suona tutti gli strumenti: chitarre acustiche, elettriche e synth (omesse nelle note), chitarre baritono, sitar, tiple, basso, piano, orchestrionic marimba, orchestra bells, queste ultime sezioni dell’Orchestrion, bandoneon, percussioni, electronics e flicorno (da giovane Metheny suonava tromba e corno francese). Unico ospite  Antonio Sanchez da anni al suo fianco e presente alla batteria in tutti i brani.

Il cd dicevamo che uscirà probailmente nell’anno nuovo, giunge inatteso in un momento di grandi cambiamenti. Chiuso il periodo del Pat Metheny Group, il chitarrista ha di recente annunciato che la sua ultima creatura la Unity Band, con la quale è in tour in Giappone e Brasile  (Chris Potter sax, Ben Williams basso e Antonio Sanchez batteria) diventerà Pat Metheny Unity Group con l’ingresso di Giulio Carmassi  il formidabile polistrumentista italiano (piano, tastiere, basso, chitarra,tromba, trombone, sax e voce) che farà ufficialmente il suo esordio nel nuovo album della band la cui uscita, al momento, è programmata per il prossimo anno. Lo stesso Carmassi ha pubblicato proprio in questi giorni “Enter to Exit” il suo nuovo album  (al momento acquistabile sul sito dell’artista) con il quale si presenta alla grande platea che segue Pat Metheny, mostrando talento e  capacità compositive. Interamente composto, arrangiato e suonato dallo stesso Carmassi (tutti gli strumenti inclusa la batteria ), mostra un artista maturo, dalla bella vena melodica (Paris, Brooklyn Promenade). In Letter (for Carrie) la sua voce, accompagnata solamente da piano e sax, impressiona e ricorda Milton Nascimento. Capacità di scrittura e di arrangiare  i fiati si evidenziano  in The Wait e Snow. Sicuramente un bell’acquisto per Pat Metheny che potrà contare anche sulle grandi capacità di performer evidenziate da numerosi video e dalle cronache newyorchesi dei recenti concerti con Lew Soloff, Mark Egan e OzNoy.

Tornando al lavoro propostoci da Metheny, sicuramente sorprenderà i fan più giovani, ma chi lo segue da inizio carriera sa benissimo che il grande artista americano non è nuovo a sperimentazioni come dimostrato da album come lo storico “Song X”  con Ornette Coleman, “The Sign of 4” inciso con Derek Bailey, il grande chitarrista e improvvisatore inglese, oltre allo spigoloso  “Zero Tolerance for Silence”. 

“Tap: John Zorn’s Book of Angels Vol. 20”  riserva numerose sorprese, spunti carichi di lirismo, parti più sperimentali, orchestrazioni originali, belle sonorità (si raccomanda almeno una volta un ascolto su un buon impianto). Sei i brani affidati a Metheny e composti da Zorn: Mastema, Albim, Tharsis, Sariel, Phanuel, Hurmiz.

Apertura fortemente ritmica con Mastema con la batteria di Sanchez in grande evidenza. Loop di sitar guitar (Coral) e chitarra distorta. Grande profondità di suoni, tastiere, percussioni e rumori connotano questo primo brano.  Albim si apre con gli splendidi suoni della chitarra baritono il clima torna in zona Metheny anche se sono evidenti le tessiture della musica ebraica. Il bandoneon  sostiene armonicamente il lungo solo di Pat sulla acustica (nylon). Bel lavoro di Sanchez sui piatti. Brano intrigante e pieno di sorprese incluso il finale quasi sperimentale. Riff e tema iniziale suonato da chitarra e orchestra bells aprono Tharsis dalle complesse ed intriganti linee mediorientali alle quali il chitarrista inserisce un lungo solo alla chitarra synth. i Sariel, brano più lungo del cd (11:10), apre con sonorità di chiaro stampo medio orientale; intreccio di chitarre acustiche e tiple fino all’arrivo della chitarra elettrica che  nelle note lunghe richiama (casualmente?) il grande Robert Fripp leader dei King Crimson, ultimo minuto evidentemente sperimentale. Autentico gioiello Phanuel, nel quale Metheny si cimenta alla baritono e a metà composizione, si esibisce in un lirico assolo sulla acustica a corde di nylon. Le armonie rendono il clima malinconico da ballad, intriganti le orchestrazioni tenute in sottofondo con suoni sintetici. Piano alla Cecil Taylor (suonato da Pat!), gran lavoro alla batteria, richiami al gran maestro Ornette, chitarra acustica quasi maltrattata, effetti a non finire in Hurmiz chiudono in maniera sperimentale “Tap: John Zorn’s Book of Angels Vol. 20”.

Per quanto riguarda i futuri programmi del chitarrista dovremo aspettare circa un anno per rivederlo in tour nel nostro paese. Il Pat Metheny Unity Group sarà infatti in Europa a fine primavera prossima nel corso del tour mondiale di presentazione del nuovo album per il quale si prevedono cambiamenti ed evoluzioni. La nuova band dovrebbe infatti raccogliere  l’eredità del Pat Metheny Group, Unity Band e Orchestrion Project, sicuramente una nuova e affascinante sfida.





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