VASCO ROSSI/ “Sogno di morire sul palco”. Il retroscena sul nome: “mi chiamo così perchè…”

- La Redazione

Vasco Rossi: "Sogno di morire sul palco". Il retroscena sul nome: "Mi chiamo come l'uomo che ha salvato mio padre nel lager nazista". Le ultime notizie sul rocker di Zocca, gli aggiornamenti

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Vasco Rossi e quell’omaggio del padre all’uomo che gli salvò la vita nel lager nazista: il rocker di Zocca ha raccontato in una lunga intervista a Sette quale retroscena si nasconde dietro la scelta del suo nome di battesimo. Il padre fu portato nel campo di concentramento vicino a Dortmund e preferì restarci piuttosto che combattere con i nazisti. Quando il campo venne bombardato, cadde nel cratere di una bomba, ma fu salvato da un uomo, che si chiamava Vasco. Non si rividero più, ma quell’evento segnò la vita del padre di Vasco Rossi al punto tale da decidere di chiamare il figlio col nome dell’uomo che lo salvò. «Tanti suoi amici morirono di fatica. Papà tornò a casa dopo due anni. Pesava 35 chili. Ci è rimasto il suo diario. Non riusciva a vedere i film sull’Olocausto, erano emozioni troppo forti per lui» ha raccontato il rocker ad Aldo Cazzullo. Nell’intervista, però, ha parlato anche dei suoi problemi con la droga, che per lui era una fuga dalla fatica di vivere: «Mi trovarono con 26 grammi di cocaina. Ho fatto quasi un mese di galera, cinque giorni in isolamento. L’unico a venirmi a trovare fu Fabrizio De André, con Dori. Pannella mandò un telegramma. Il carcere fu un modo per disintossicarmi, e anche per resettarmi».

Vasco Rossi pensava di morire per un batterio killer, mentre i giornali scrivevano che aveva il cancro. «In tal caso non mi sarei curato; sarei partito per i Caraibi, per morire vivo. Invece dopo due anni di antibiotici ne sono uscito» ha raccontato il rocker di Zocca nell’intervista rilasciata a Sette. Del resto, se potesse scegliere di morire, Vasco Rossi preferirebbe farlo in concerto: «Il mio sogno è sempre stato morire sul palco». Ha parlato anche della rivalità con Ligabue montata ad arte: «Ognuno fa la sua gara. E poi al limite io posso essere paragonato agli Stones. Mi chiesero di suonare con loro, per vendere più biglietti; dissi no». Vasco Rossi si è lasciato andare a considerazioni politiche: ha individuato in Donald Trump e Marine Le Pen i pericoli attuali, poi si è detto deluso per la scelta di Silvio Berlusconi di scendere in politica a destra. Ora osserva con interesse Beppe Grillo: «Un grande, ha catalizzato la ribellione; ora bisogna capire che idee ha davvero».





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