Bossi annuncia un ddl sul federalismo fiscale, ma con il Pd è gelo

- La Redazione

Umberto Bossi annuncia in tempi record la stesura di un ddl sul federalismo che non sembra però trovare il feeling giusto con il Pd, nonostante tra i blocchi, o almeno tra le due principali componenti cioè Pd e Pdl, sia scoppiato il dialogo. Non resta che attendere

Umberto Bossi annuncia in tempi record la stesura di un ddl sul federalismo che non sembra però trovare il feeling giusto con il Pd, nonostante tra i blocchi, o almeno tra le due principali componenti cioè Pd e Pdl, sia scoppiato il dialogo. Non resta che attendere

Il clima di dialogo tra Pdl e Pd di questi giorni rischia di incagliarsi in un primo e non trascurabile ostacolo targato Lega Nord e che si chiama ‘federalismo fiscale’. Il ministro delle Riforme Umberto Bossi sta infatti mettendo mano a un ddl su questo argomento, da sempre pallino del Carroccio e che potrebbe essere pronto «entro la prossima settimana». «Il dialogo – osserva Bossi – lo verificheremo in commissione e vedremo se c’é la volontà di fare il federalismo fiscale. Entro la prossima settimana butterò giù un testo. Guarderò anche quello che ha fatto la sinistra perché anche la sinistra ha presentato dei testi, cercherò di mettere a punto un testo di sintesi». Ma tant’é. Nonostante la mezza apertura del leader del Carroccio, il Pd per il momento sembra piuttosto scettico. In effetti, se la proposta, come detto nei giorni scorsi dallo stesso Senatur, dovesse basarsi sulla proposta di legge depositata alla Camera il 3 maggio scorso dalla regione Lombardia non potrebbe, di certo, incassare il via libera dei democratici. Quel testo, infatti – che prevede, tra l’altro, che almeno il 15% dell’Irpef resti alle regioni, che anche l’80% dell’Iva resti dove viene riscossa e che le accise della benzina e delle imposte su tabacchi e giochi rimangano a livello locale – finirebbe, per il Pd, per favorire le grandi regioni del Nord, bacino di elettorato del Carroccio. «Anche dai calcoli fatti – osserva il ministro ombra del Federalismo Sergio Chiamparino – mi pare che, così com’é congegnata la proposta della Lombardia, se la regione si trattenesse tutti quei soldi, scardinerebbe il Paese».

Secondo il Pd, insomma, il federalismo fiscale di Bossi non é tanto «solidale» quanto ha promesso il premier Silvio Berlusconi nei suoi interventi in Parlamento. Chiamparino, ad esempio, osserva che, «a prescindere da quale sia il cespite fiscale al quale si vuole attingere, andrebbe garantita una quota che serva per la perequazione e stabilisca per tutte le regioni pari condizioni di partenza e pari opportunità anche in base al costo della vita». Sulla stessa linea il ministro ombra dell’Economia Pierluigi Bersani: «Nei discorsi che si fanno nel centrodestra sul federalismo fiscale – osserva – vedo un separatismo strisciante». Per il momento su questo tema, quindi, il dialogo sembra piuttosto complicato. Ne parleranno domani anche il leader del Pd Walter Veltroni e il premier Silvio Berlusconi durante il loro incontro a Palazzo Chigi. La linea, ribadita anche oggi dai democratici riuniti nella Direzione, è in ogni caso quella del dialogo sulle regole istituzionali e della dialettica sulle proposte di governo, come quella del federalismo fiscale. Tanto che, spiega Enrico Morando, «come governo ombra metteremo a punto una proposta partendo dall’ipotesi fatta durante il governo Prodi»





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