Roccella: in arrivo nuove linee guida sulla 194

- La Redazione

E sull’obiezione di coscienza, il sottosegretario al Welfare precisa che non deve fare sì che l’aborto diventi un «percorso a ostacoli». Leggi il commento di ASSUNTINA MORRESI

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«L’aborto non può essere un percorso a ostacoli né una punizione per la donna, che anzi va accompagnata e non lasciata sola». E’ secondo questo spirito che bisogna agire sul fronte dell’interruzione gravidanza, coinvolgendo i medici obiettori in quello che è un problema sociale, e intervenendo per realizzare la funzione preventiva contenuta nella legge 194, finora non applicata fino in fondo. Questa la posizione espressa dal sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, intervenuta ad un convegno organizzato da alcune società di ginecologia.

Obiezione di coscienza – Ginecologi e anestesisti, anche se esercitano l’obiezione di coscienza, che é un diritto fondamentale, «non possono lavarsi le mani di quello che è un problema sociale, come l’aborto – ha detto Roccella – Bisogna trovare il modo di coinvolgerli». «Non ho mai espresso giudizi di merito sull’obiezione di coscienza – precisa poi Roccella – che ritengo sia un diritto fondamentale. Al proposito ho anche fatto notare che il tasso di obiezione di coscienza non è direttamente correlato al funzionamento della legge, come dimostrano i dati di Regioni come Emilia Romagna, Marche e Puglia».

Linee guida – La legge sull’aborto è una buona legge, ma attuata solo in parte. Per questo sarebbero opportune delle linee guida che diano un orientamento applicativo e interpretativo uniforme a livello nazionale. L’idea è quindi «molto concreta – ha chiarito Roccella -. In merito alle eventuali Linee guida sulla 194 ho ricordato che – ha aggiunto Roccella – anche il Ministro Turco aveva tentato senza successo di emanarle concordandole con le Regioni. Ci riproveremo, ma non partendo dagli stessi contenuti».

Pillola del giorno dopo – Anche se arrivata sul mercato da pochi anni, la pillola del giorno dopo ha conosciuto un vero boom tra le giovanissime, che ormai la utilizzano come contraccettivo di prima scelta. Dai dati presentati da Alessandra Graziottin, direttore del centro di ginecologia del S. Raffaele di Milano, emerge che il 55% delle confezioni acquistate viene usato adolescenti con meno di 20 anni e il 45% da donne fra i 20 e i 50 anni. Negli ultimi due anni la crescita è stata ancora più evidente, come ha confermato Giorgio Vittori, presidente della Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia), visto che «si è passati dalle 220mila confezioni acquistate nel 2006 alle 270mila del 2007″».







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