CALDEROLI/ Senza risultati, lasceremo Berlusconi ai suoi divertimenti

- La Redazione

Nel corso di un incontro del Carroccio a Mondovì il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli ha lanciato al premier Silvio Berlusconi alcuni avvertimenti

Calderoli_RogoR400 Calderoli ha presentato una proposta di legge per decentrare i ministeri

La Lega, con i toni che normalmente la contraddistinguono, lancia al premier un avvertimento. Nel corso di un incontro del Carroccio a Mondovì il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli ha detto senza mezzi termini che ai leghisti «non è che le cose vadano tutte così bene. Con le ultime elezioni e i referendum un po’ le balle sono girate». Poi ha aggiunto: «Ma ancora di più mi ha fatto girare le scatole vedere le facce lunghe dei leghisti. Non l’ha detto il medico che uno debba fare per forza il sindaco o l’assessore. La Lega è nata per cambiare le cose, non per amministrare: ora, se uno schiaffone ce lo ricorda, ben venga». Riferendosi al calo di consensi ha fatto presente di non essere particolarmente preoccupato, e ha ricordato il crollo del 2001. «Ora siamo sopra al 10%», ha sottolineato. «Per me è già un sogno ma non serve a niente se non riusciamo a cambiare questo maledetto Paese». Infine, l’aut aut rivolto al Cavaliere: «O portiamo a casa i risultati o ce ne andiamo, e lasciamo Berlusconi ai suoi divertimenti». Il ministro ha anche ironizzato sulla sfortuna cui tutti i governi Berlusconi sembra siano stati condannati: elencando una serie di disgrazie capitate mentre il premier era al governo, ha ricordato che nel 2011 ci fu l’attacco alle Torri gemelle, seguirono il terrorismo internazionale, oggi la crisi, il terremoto in Abruzzo e i rifiuti a Napoli. 

«Ogni volta che Berlusconi va al governo si scatenano le sette piaghe del Signore. Poi ci si è messo anche Fini che ha dato di matto e ha deciso di tradire». Calderoli, ammettendo che del premier molte cose non le condivide, ha fatto presente che il 10,8% della Lega, da soli può «diventare anche il 15%, però – ha concluso – con il 15% non governi».





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