LIBERALIZZAZIONI/ 1. Forte: il professor Monti ha fallito

- int. Francesco Forte

Il professor FRANCESCO FORTE, già ministro delle Finanze, analizza il pacchetto di liberalizzazioni presentato dal presidente del Consiglio Mario Monti. L'intervista di Gianluigi Da Rold

corrado_passera_R400 Foto Infophoto

Il professor Francesco Forte, che è stato un ottimo ministro delle Finanze ed è un grande economista, non ha guardato la conferenza stampa del presidente del Consiglio, Mario Monti, e di alcuni suoi ministri del cosiddetto “Governo dei tecnici”, che ha tenuto una seduta-fiume. Ma non ritiene di essersi perso un momento di grande importanza mediatica e di storia economica.

Professor Forte, pare che alla fine avremo cinquecento notai in più, 5.000 farmacie in più, l’abolizione delle tariffe dei professionisti e degli incentivi per favorire i giovani nel costituire delle imprese.

Scusi lei, ma mi verrebbe voglia di dire: e chi se ne importa? Che cosa c’entra questo con le liberalizzazioni? A parte questa considerazione a botta calda, mi pare che il vero problema che emerge è che questo Governo, sostenuto soprattutto dal centro di Pierferdinando Casini e dal Pd di Pierluigi Bersani, non liberalizzerà nulla. Ed esistono diverse ragioni per cui non si concluderà niente da questo punto di vista.
Da un lato questi due partiti hanno una mentalità dirigista, dall’altro questo Governo di sedicenti tecnici non ha idee precise su questo problema perché vive lontano dalla realtà, che una volta veniva intercettata dalla politica, dai partiti politici. Per quanto riguarda poi i giovani quelle saranno agevolazioni, non liberalizzazioni.

Su quali altre realtà occorreva puntare, professor Forte?

C’è innanzitutto la riforma del mercato del lavoro di cui si parla sempre di meno. Il famoso articolo 8 dell’accordo, su cui insisteva Sergio Marchionne per puntare sul contratto di lavoro aziendale, sembra completamente dimenticato. Ma non era un fatto secondario. Perché proprio una riforma del mercato del lavoro ci permetterebbe di attirare investimenti esteri. E poi tutto il settore dell’edilizia, delle costruzioni che è praticamente sommerso da norme ossessive e da lacci burocratici che non stanno né in cielo né in terra. Ci sarebbe la necessità, ad esempio, in una situazione economica come questa, di intervenire su questi due grandi settori, con autentiche liberalizzazioni, per rivitalizzarli. Invece si pensa alle tariffe degli avvocati.

Beh, non è una cosa positiva?

Sarebbe positivo se si sapesse la tariffa massima, oltre la quale sarebbe assurdo andare da un avvocato. Ma poi, scusi, quando lei va dall’avvocato, per dei problemi che sono evidenti e magari anche con dei tormenti interni, che cosa fa? La prima cosa che chiede è quanto costa la sua parcella? Forse si poteva pensare a tariffe diverse per regioni. Ma non mi pare questa la strada di liberalizzare il Paese.

Il “Governo dei tecnici” e anche i media hanno insistito tanto su questo “pacchetto” di liberalizzazioni. E bisogna aggiungere che bisogna aspettare il testo completo di questo intervento, perché nella conferenza stampa si è parlato piuttosto di linee generali.

Lo vedo che i media hanno orchestrato bene la vicenda. Quanto al Governo, mi sembra che  si è passati da uno studio piuttosto dilettantesco all’affermazione che questo tipo di liberalizzazioni avrebbe fatto aumentare il Pil. In che modo e per quale ragione non si sa. È tutto da verificare. Invece io mi aspettavo veramente una seconda fase, quella della crescita. Alla fine, questo Governo l’unica riforma che ha fatto è quella delle pensioni.

C’è stato comunque un raffreddamento della situazione sui mercati. Lo spread è sceso.

Parliamo con un poco di cognizione di causa. È vero, lo spread era alto con il Governo Berlusconi, ma non è sceso di tanto con il Governo Monti. È sceso dopo l’intervento di Mario Draghi e della Bce, che ha corretto un po’ la situazione. E le aste sono andate abbastanza bene. In più mi pare di capire che si stia drammatizzando un po’ troppo la situazione italiana per quanto riguarda i titoli di Stato. Noi abbiamo scadenze significative nel primo trimestre, fino a marzo. Poi fino ad agosto non ce ne sono più. C’è proprio un periodo che potremmo chiamare di “vacanza” tra marzo e agosto, dove si potrebbe anche, magari, andare a votare.
L’entità dei Bpt a dieci e sette anni, quello dove lo spread è alto, sono in totale, dai conti che ho visto, 103 miliardi. L’altra parte dei titoli che si emetteranno quest’anno, per un totale di trecento miliardi circa, è a breve termine. Non è una situazione semplice, ma non mi pare che sia proprrio da drammatizzare al massimo come stanno facendo.

Scusi professor Forte, ma a questo punto un partito come il Pdl, cosa farà?

Al momento mi sembrano imbarazzati tutti i partiti. Ci sono pesanti contrasti anche all’interno del Pd. In ogni caso ho sentito Fabrizio Cicchitto dire che tra poco scadono i cento giorni del Governo, scade cioè il periodo della “luna di miele”. Non so dire che cosa accadrà esattamente. Ma io non vedo una ragione reale per la permanenza di questo Governo, con quello che finora è stato fatto e con i “pacchetti” di “queste liberalizzazioni” che sta varando. I problemi veri mi sembrano davvero altri.

(Gianluigi Da Rold)







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