PDL IN PIAZZA/ Berlusconi non molla (Letta)

- int. Antonio Polito

L’attacco di Berlusconi ai magistrati, dice ANTONIO POLITO, era previsto. Ma il limite non è stato superato, anche grazie all’assenza dei ministri alla manifestazione

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Probabilmente è una corsa contro il tempo, per vedere se il governo di Enrico Letta resiste in questi ultimi giorni di torrida estate e si ripresenta in Parlamento, alla vigilia di autunno, per affrontare quei problemi che saranno ancora più reali (e duri) rispetto a quelli che attualmente hanno messo in fibrillazione la “strana maggioranza”. Dire che la situazione sia normale non è proprio possibile. Ieri la manifestazione del Pdl e l’intervento di Silvio Berlusconi hanno messo a dura prova la compattezza della maggioranza e potevano anche provocare il patatrac. Al momento non ci sono reazioni da parte del Pd. Un pretesto per chi nel partito volesse rompere l’alleanza di governo stava proprio dietro l’angolo. Tuttavia, occorre dire che sia la manifestazione nel suo complesso, che lo stesso discorso di Berlusconi non hanno oltrepassato “il limite”.

Commenta in questo modo la domenica rovente del Pdl Antonio Polito, autorevole editorialista del Corriere della Sera. Spiega sinteticamente Polito: “Sono state importanti fondamentalmente due cose: la non partecipazione dei ministri alla manifestazione e anche il fatto che Berlusconi abbia di nuovo ribadito di sostenere questo governo. Fino a ieri sera, da quanto mi risulta, non era scontata la non partecipazione dei ministri. Evidentemente ha vinto una saggia mediazione operata da alcuni esponenti del partito”.

Anche il leader “in pectore”, Angelino Alfano, non si è visto.

E questo è stato ulteriormente importante, perché anche la sua presenza avrebbe provocato una reazione. Non poteva certo sdoppiarsi in una simile circostanza. Per il resto, la manifestazione, il discorso di Berlusconi con l’attacco alla magistratura ci sta. In fondo i discorsi ripetuti sono in parte comprensibili e c’è pure un leader che deve coltivare i suoi supporters e il suo elettorato. Ripeto: l’importante è che in questa circostanza non sia stato superato il “limite” che avrebbe spinto Enrico Letta a salire le scale del Quirinale.

Ma superata questa domenica, lei come vede lo stato della maggioranza?

E’ evidente che ci troviamo di fronte a una situazione di grande fragilità. C’è una spinta nel Pdl, ma c’è anche chi all’interno del Pd spinge per mettere fine a questa alleanza. Il problema è complesso e il rischio è altissimo.

Che situazione si presenterebbe per l’Italia nel caso il governo saltasse ? 

Una situazione di grandissima incertezza. L’Italia in questo momento non può presentarsi di fronte ai mercati con l’impronta di una grave instabilità politica. Sarebbe quasi un suicidio. Realisticamente non c’è un’alternativa a questa maggioranza. La logica politica imporrebbe che questo governo durasse fino a tutto il prossimo anno. Poi le cose chi sa quale piega prenderanno.

Lei è ottimista o pessimista? Che percentuale darebbe alla tenuta del governo? 

Fare pronostici in questo caso è veramente un azzardo. Ci troviamo in una situazione di estrema fragilità e complessità. Una caduta del governo consegnerebbe ai mercati l’immagine di un paese a instabilità cronica, perché non c’è neppure una legge elettorale che possa assicurare una solida maggioranza. Al momento, anche dopo la sentenza della Cassazione, ci si è contrapposti all’interno del Governo su problemi collaterali, ma ad autunno devono poi essere affrontati i problemi veri, quelli della realtà, della situazione economica e istituzionale: legge finanziaria, riforme, carico fiscale. Sto citando solo alcuni punti che mi vengono in mente. Ma, in tutti i casi, sappiamo tutti quale è la vera situazione.

Piccoli segnali positivi sul versante economico sono arrivati 

E’ vero, piccoli segnali sono arrivati ed è ancora più importante in questo momento che l’Italia non perda tempo per cogliere una via d’uscita alla grave crisi economica. L’Italia non può perdere questa occasione, altrimenti i mercati e il mondo intero ci giudicherebbero in modo molto negativo.

Questo potrebbe essere il vero motivo per cui il governo della “strana maggioranza” durasse ancora un anno. 

Certo che questo sarebbe un motivo più che valido. Se prevale questo senso di responsabilità e di volontà si potrebbe andare avanti. Ma, certamente, vista la condizione dei rapporti interni alla maggioranza è anche realistico non farsi delle grandi illusioni.

 

 

(Gianluigi Da Rold)





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