REFERENDUM/ Quello che Renzi e Berlusconi si dicono al telefono

- Mara Maldo

Il referendum è fatto anche, forse soprattutto, di un gioco di specchi maledettamente indecifrabile. Il suo protagonista principale è Silvio Berlusconi. MARA MALDO

sberlusconi_zoom1R439 Silvio Berlusconi (LaPresse)

Brunetta capeggia la lista dei proscritti di Silvio Berlusconi. Oltre a lui Gasparri, Matteoli, Toti. Gli uomini che lo pressano perché lui si sottragga all’abbraccio di Renzi, che lo ha convinto a non schierare il voto dei suoi senatori contro la proroga dei giudici della Corte di Cassazione votata mercoledì. Fatto che è al centro di un complicato puzzle di benevolenze tra Matteo e Silvio che comprende: sponda del governo sulla sentenza che deve emettere nei confronti dell’ex premier la Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, e via libera per il gran Fiorentino ed il fronte del Sì anche nei palinsesti del fortino di Rete4, dove l’esposizione del Sì oltre il 75% ha allarmato la stessa Agcom. Musica per le orecchie antisalviniane di Mr Chili Stefano Parisi, perché così la sua Megawatt torna buona al Cavaliere e alla causa prima di Forza Italia: “ritornare ai livelli di consenso storici, sopra il 20%, per essere il perno della coalizione vincente, e di una governabilità responsabile, della quale l’Italia ha particolarmente bisogno di fronte al fallimento di Renzi e del Pd, e all’inconsistenza pericolosa dell’alternativa grillina”, come spiega lo stesso Berlusconi.

“Forza Italia è costituita a tutti i livelli da donne e uomini di grande qualità, che svolgono una funzione importante con coerenza, dedizione e spirito di sacrificio, della quale sono particolarmente grato a tutti e ciascuno di loro”, spiega il leader di Forza Italia. “È del tutto evidente che il nostro scopo è quello di far crescere questa squadra, che in particolare in queste settimane sta lavorando con dedizione alla campagna per il No in tutte le province e le regioni italiane”. 

Per il Cavaliere lo scopo del tour di Parisi è “semplicemente quello di far crescere l’area moderata del centrodestra, allargandola oltre i confini esistenti, per tornare a vincere”. Un Berlusconi bifronte che spalleggia il No al referendum per far prevalere il Sì, e corteggia il Sì ma non può esser certo che il No non la spunti. E allora grandi consulti telefonici con Matteo. “Mi aiuti? Ma quanto mi aiuti?”.

Chi poi chieda aiuto e chi lo offra non è dato sapere. Certo è che i due tengono un canale aperto. Verdini e Parisi al solito servono per casting ed epurazioni. Ma dopo il 4 dicembre sono destinati a tornare nell’ombra per lasciare il posto sul palcoscenico ai due protagonisti. Due che recitano a soggetto. Ma dal palcoscenico sono appena scomparsi anche i giovani comprimari del direttorio 5 Stelle. Grillo si è ripresa la scena proprio perché ha capito che anche Renzusconi rimaneva in pista. Con i suoi è stato chiaro. Ragazzi quei due dicono troppe bugie per giovani ingenui come voi. Per affrontarli alla pari meglio un vecchio giullare che gridi che il re è nudo. Il Renzusconi è fin troppo coperto.







© RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori

Ultime notizie di Referendum

Ultime notizie