ELEZIONI COMUNALI/ Feltri: se a Roma vince la Raggi, ci liberiamo di M5s una volta per tutte

- int. Vittorio Feltri

"I Cinque Stelle sono come gli islamisti per i quali le norme del Corano prevalgono sulla legge dello Stato". Lo dice VITTORIO FELTRI, che commenta anche le uscite di Salvini 

pizzarotti_zoomR439 Federico Pizzarotti, sindaco M5s di Parma (Infophoto)

“I Cinque Stelle sono come gli islamisti per i quali le norme del Corano prevalgono sulla legge dello Stato. Anche per M5s il codice di comportamento interno prevale rispetto a codice civile e penale”. Lo osserva Vittorio Feltri, fondatore di Libero, ex direttore de Il Giornale e attualmente editorialista del quotidiano di via Negri. Mentre su Salvini, Feltri osserva: “Si può essere o meno d’accordo con lui, ma i suoi risultati parlano chiaro. Ha preso in mano la Lega che era moribonda e oggi le cose non vanno bene ma benissimo”. Ospite della trasmissione In mezz’ora, il leader della Lega Salvini ha dichiarato: “I sondaggi dicono che al ballottaggio andrà la Meloni con la Raggi. Se Giorgia non ci arrivasse io non voterei mai un candidato del Pd perché il problema dell’Italia è il chiacchierone Renzi, io un uomo del Pd non lo voto nemmeno sotto tortura per cui al ballottaggio Giachetti-Raggi voterei la Raggi”.

Salvini ha detto che in un ballottaggio Raggi-Giachetti voterà per la prima. Come commenta?

La cosa non mi stupisce. Salvini non guarda a M5s con particolare antipatia, anzi alla Lega sono più vicini i Cinque Stelle che non il Pd. Se la Raggi dovesse vincere e poi riuscisse a sistemare i molteplici problemi di Roma, ne saremmo tutti contenti. Se invece, come è probabile, non sistemerà un bel niente perché la situazione romana è uno sfacelo, allora ci toglieremmo dai piedi definitivamente M5s. Davanti a un fallimento nella Capitale, con la perdita in massa dei voti dei romani, i Cinque Stelle si ritroverebbero politicamente al capolinea.

Quella tra Lega e M5s è una vicinanza tattica o strategica?

Nella politica italiana di strategico oggi non c’è più nulla. Al massimo si va avanti per tatticismi, in modo da vincere un’elezione o portare a termine una determinata operazione. All’orizzonte però non vedo alcuno stratega, e di conseguenza non vedo neppure alcuna strategia.

Sulle unioni gay la Lega ha detto che i suoi sindaci faranno obiezione di coscienza, mentre Parisi le celebrerà. E’ l’ennesima smagliatura in una coalizione già in difficoltà?

Non credo che si tratti né di una smagliatura né di uno strappo. Questo è un tema delicato e che ciascuno valuta soggettivamente. Io per esempio non sono d’accordo con Salvini sull’ostilità nei confronti dei cosiddetti “matrimoni gay” (anche se poi non sono matrimoni ma qualcosa di simile).

Più in generale come valuta il modo in cui Salvini sta guidando la Lega?

I suoi risultati parlano chiaro. Quando Salvini ha assunto la guida del partito, la Lega era moribonda e i suoi consensi erano ridotti al 2-3% per le vicende sgangherate del Trota e le ruberie varie. Salvini ha preso in mano un cadavere, lo ha resuscitato e lo ha portato al massimo storico. Quando uno fa un’operazione di questo tipo non può che essere considerato un vero leader. Dopo di che può darsi che le cose non continuino ad andare come finora, ma fino ad oggi non sono andate bene ma benissimo.

Quali chance ha il centrodestra di vincere a Milano e Roma?

A Roma non ha alcuna chance perché manca del tutto un’organizzazione. Berlusconi ha commesso l’errore di scegliere Bertolaso, poi ha cambiato idea e ha indicato Marchini troppo tardi. A Milano invece ci sono molte probabilità che Parisi possa spuntarla, soprattutto perché Sala ha commesso una serie di errori che ne hanno offuscato l’immagine e la reputazione.

 

Nel frattempo Berlusconi ha ancora una visione politica oppure no?

Berlusconi è stordito già da circa un paio d’anni. Le vicende giudiziarie e quelle personali, anche sessuali, lo hanno definitivamente messo sul piano del ridicolo. Lui se ne rende conto e ogni volta che deve fare una scelta è diventato bravissimo a sbagliarla. Questo non solo in politica: abbiamo visto anche nel calcio che disastri ha combinato. Quindi la mia impressione è che arrivato a 80 anni abbia smarrito la bussola e non sia più all’altezza del Berlusconi che negli anni 90 aveva destato tante speranze. Io che lo conosco da molti anni sono letteralmente basito dal suo comportamento così poco lucido.

 

Dopo il caso Pizzarotti, lei come interpreta la crisi in atto in M5s?

Chi guida M5s non ha chiaro un fatto: il movimento si è dato un codice di comportamento, ma il codice penale e quello civile vengono prima. I leader dei Cinque Stelle fanno confusione un po’ come gli islamisti, secondo cui le norme del Corano prevalgono sulla legge. Questo non va bene. Inoltre i Cinque Stelle si sono anche resi conto di essere poco coerenti. Se è vero come dicono che una persona raggiunta da un avviso di garanzia deve andare a casa, allora dovrebbero andare a casa tutti mentre in realtà non è stato così.

 

Lei come voterà al referendum costituzionale?

Io voterà sicuramente sì, perché come si diceva un tempo a Milano, piuttosto che niente è meglio piuttosto. In Italia si parla di riforme da 40-50 anni, io ho 73 anni e si immagini quante ne ho viste. Nel nostro Paese sono tutti riformisti ma non hanno mai fatto una riforma. Renzi ne ha fatta una brutta e insufficiente, ma almeno ha fatto una riforma. Meglio poco che niente…

 

(Pietro Vernizzi)





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