DIETRO LE QUINTE/ Mattarella e i missili di Trump affossano i sogni di Renzi

- int. Luciano Ghelfi

Altro che voto anticipato: mai come ora occorre un'Italia stabile. E l'aggravarsi della situazione internazionale non concede nulla ai "giochini da prima repubblica" di Renzi. LUCIANO GHELFI

sergio_mattarella_5_lapresse_2016 Sergio Mattarella (Lapresse)

Altro che voto anticipato: mai come ora occorre un’Italia stabile. L’aggravarsi della situazione internazionale non concede nulla ai “giochini da prima repubblica” di cui Renzi accusa tutti dopo il procurato incidente in commissione Affari costituzionali. Pieno sostegno al governo, dunque (“il lavoro del governo va difeso e incoraggiato”). E bando ai colpi di testa. Anche perché, spiega al sussidiario Luciano Ghelfi, quirinalista del Tg2 — “la parte franceschiniana del Pd non seguirebbe Renzi. Né Mattarella intende avallare ipotesi avventurose. Non lo voleva prima, figuriamoci adesso”. 

E’ vero che Mattarella, in caso di stallo sulla legge elettorale, potrebbe avallare un decreto ad hoc per risolvere alcune anomalie contenute nei due sistemi elettorali esistenti, Consultellum e Italicum emendato?

La situazione è talmente in alto mare che un raffinato giurista come Mattarella non può non interrogarsi su quali possano essere le armi a sua disposizione. Ma a livello di teoria, non di pratica. Anche perché la possibilità di intervenire con un decreto legge sul sistema elettorale è estremamente controversa.

E’ la legge più politica di tutte.

Appunto. E una persona con la formazione di Mattarella lo sa benissimo. Non si può intervenire per decreto su questioni di sostanza, come le soglie di sbarramento o il premio di coalizione. Lo si può fare su questioni di dettaglio, ad esempio tenere le urne aperte un’ora in più: lo si fece alle politiche del 27 marzo 1994 perché ricorreva la pasqua ebraica. Ma non è di questo che parliamo.

Il capo dello Stato come intende agire?

In caso di necessità, per Mattarella la moral suasion è ancora lo strumento più efficace.

Renzi avrebbe detto che dopo i fatti accaduti in commissione, tocca a chi ha eletto Torrisi sbrogliare la matassa della legge elettorale. Non è la prova che Renzi ha procurato l’incidente?

I numeri nelle commissioni del Senato sono talmente precari che la maggioranza in ogni commissione ha non più di un voto di scarto. E’ chiaro che con una maggioranza così debole, basta un mal di pancia per provocare uno scivolone…

Orlando ha commentato dicendo che a qualcuno fa comodo andare a votare con questa legge elettorale perché i capilista solo bloccati.

Vero. I capilista bloccati piacciono molto a Renzi. Ma anche a Berlusconi, che non ne ha mai fatto mistero.

Renzi vuole votare prima della scadenza naturale della legislatura perché vede la manovra come una condanna senza appello dei suoi mille giorni. Ma Mattarella è di tutt’altro avviso, pare.

Il primo interesse del Quirinale è che l’Italia vada alle urne con una legge elettorale che possa garantire una maggioranza solida e un governo politico stabile. Mattarella ha ben presente quello che ha dovuto fare Napolitano per mettere in piedi un governo dopo il voto del 2013 e non intende ripetere quell’esperienza. Non solo. L’idea non è benvista nemmeno nel Pd.

Nel Pd di quale colore?

L’area di Franceschini non è entusiasta all’idea di seguire Renzi in una corsa verso il voto. 

Si è aggravata anche la situazione internazionale. E lunedì Mattarella sarà in visita ufficiale a Mosca.

La visita ufficiale nella Federazione Russa è diventato un appuntamento delicatissimo. Mattarella è il primo capo di Stato occidentale ricevuto sia dopo l’attentato di San Pietroburgo, sia dopo l’attacco americano in Siria. 

Gli eventi cambiano il contorno della missione?

Sì, non c’è dubbio. Si tratta di ritrovare le ragioni di un dialogo. Anche se gli interessi economici italiani in Russia sono forti e i motivi economici sono sempre stati tradizionalmente al centro delle agende — siamo il secondo partner economico della Russia nell’Ue e il quarto assoluto —, in questo frangente diventa preponderante l’aspetto politico. Ci sono un sacco di cose da discutere: dalla Libia alla Siria, dall’Iraq all’Ucraina.

Qual è il problema di fondo? 

Nella particolare situazione, favorire i contatti dell’occidente con la Russia. Il viaggio di Mattarella è un tassello, l’apripista di un dialogo rinnovato con i paesi occidentali.

Per l’Italia cosa significa?

Bando alle incertezze. Di qualunque tipo.

(Federico Ferraù)





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