DI MAIO SPEGNE BEPPE GRILLO: “RIFORMA COLLE? NO IN CONTRATTO DI GOVERNO”/ Video, Pd al fianco di Mattarella

- Niccolò Magnani

Italia 5 Stelle, video streaming: Beppe Grillo show contro Mattarella, "il Colle ha troppi poteri". Smentita Di Maio e M5s, «riforma non nel contratto di Governo». Le reazioni e lo sdegno

dimaio_italia_m5s_5stelle_lapresse_2018 Luigi Di Maio, comizio a Italia 5 Stelle (LaPresse)

Polemiche infinite: questo ha scaturito l’intervento di ieri di Beppe Grillo a Italia 5 Stelle, con il comico genovese e ex garante M5S che ha rilanciato una riforma del Colle. Smentita da Luigi Di Maio, in quanto “non prevista dal contratto di Governo”, l’idea grillina non è piaciuta neanche un po’ al Partito Democratico. Gli esponenti dem si sono schierati al fianco di Sergio Mattarella, ecco le parole di Lorenzo Guerini: “Capisco che Grillo per coprire le evidenti difficoltà e la conclamata incapacità dei suoi “meravigliosi ragazzi” le debba inventare tutte, ma non si permetta di usare e attaccare la Presidenza della Repubblica”. Questo, invece, il tweet di David Sassoli: “Lo so che come tutti i miliardari ti annoi, #Grillo. Ma, vedi, l’inventore di #Toninelli uno come #Mattarella nemmeno lo deve nominare. Sciacquati la bocca la prossima volta. Gioca a Monopoly con la #Castelli. Ascolta audio di #Casalino Ma #Mattarellanonsitocca #iostoconMattarella”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“MAI PRENDERSI SUL SERIO”

«Mai prendersi troppo sul serio, perché senza ironia non c’è umanità!»: così Beppe Grillo ha reagito sul suo blog questa mattina, postando il video dell’intervento di ieri a Italia 5 Stelle. Un modo “sottile” per fare un passo indietro da chi come lui si era già definito al Circo Massimo come il “buffone” oltre che il solito “ispirato”: a difendere l’operato del Colle, dopo la smentita “a distanza” di Luigi Di Maio, ci pensa il sindaco di Torino Chiara Appendino questa mattina ad Agorà, su Rai 3. «Il capo dello Stato ha un ruolo importante di garante, personalmente non interverrei sui suoi poteri», spiega la grillina doc che però si distanza dal suo stesso “scopritore”, proprio come il vicepremier nell’altra intervista di mattinata. «Ho massima fiducia nel presidente Mattarella che ho avuto modo di conoscere in occasioni istituzionali. Il Movimento Cinque Stelle – ha concluso poi la Appendino – ha ricordato che quanto detto da Grillo non è nel contratto di governo, quindi non c’è un intervento sui poteri del capo dello Stato, dunque mi sembra che il caso sia già chiuso». Un cambio di passo o un modo per “istituzionalizzarsi”? I mesi prossimi lo faranno intuire, ma intanto Di Maio prosegue per la sua strada: «Stiamo portando avanti varie interlocuzioni private con forze che entreranno nel Parlamento europeo per la prima volta. A gennaio-febbraio presenteremo un manifesto che non avrà niente a che fare con le forze populiste e sovraniste», spiega a Rtl 102.5.

DI MAIO “SCARICA” GRILLO

In una intervista esclusiva su Rtl 102.5, il leader politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio di fatto “scarica” il suo stesso “guru” e ideatore dopo le ben note invettive di ieri dal palco di Italia 5 Stelle: «Beppe Grillo ha esposto la propria idea che non è nel contratto di governo, noi non ci lanciamo in una grandissima riforma costituzionale sul Presidente della Repubblica», spiega Di Maio che sottolinea poi come lo stesso fondatore M5s in realtà si riferiva «all’abolizione dei senatori a vita, all’abolizione del reato di vilipendio, che è un reato medievale». Insomma, lo scarico ma cerca di “salvare” il salvabile dopo che le parole  dell’ex comico ieri avrebbero fatto infuriare non pochi al Quirinale: in merito al Governo invece, Di Maio si dice sicuro che «andrà avanti per 5 anni, e chi scommette sulla sua caduta avrà una brutta sorpresa». Sempre sul fronte Grillo, poi aggiunge in un secondo momento che «i cittadini non saranno perseguitati da un’ennesima riforma costituzionale». Come giustamente ha fatto notare il collega del Corriere della Sera, Antonio Polito, nella smentita di per sé c’è qualcosa che non “torna”: «”La riforma dei poteri del Capo dello stato non è nel contratto di governo” perché è materia costituzionale e non fa parte dei poteri del governo (sbagliano pure una smentita)». 

PD: “ATTACCO VERGOGNOSO”

Nuove reazioni dal mondo politico dopo le parole di Beppe Grillo di ieri a Italia 5 Stelle. L’attacco al capo dello Stato Sergio Mattarella non è passato inosservato e le opposizioni si sono scagliate contro l’ex garante del Movimento 5 Stelle. “Vergognosi gli attacchi di #Grillo al Colle. Vergognosa la replica del #M5s. Escono allo scoperto quelli volevano difendere la Costituzione. Parlavano di “derive antidemocratiche” con referendum 4dic. Qualcuno ci ha creduto. Ma la verità prima o poi viene fuori #resistenzacivile”, le parole della dem Teresa Bellanova, seguite da quelle di Pietro Grasso di Liberi e Uguali: “#Grillo era un contestatore: ora è al Governo, è “il potere”. Capisco che sia in difficoltà a difendere condoni fiscali e edilizi, che voglia spostare l’attenzione. Ma è pericoloso farlo attaccando il Presidente della Repubblica e la Costituzione,che noi difenderemo come sempre!”. Infine, la reazione di Monica Cirinnà: “Oggi #Grillo – saltimbanco miliardario a capo di un movimento di presuntuosi incapaci – insulta #Mattarella, le donne e gli alleati europei. Vuole abolire il reato di vilipendio al capo dello Stato di cui presto risponderà. Da #M5S ancora pericolosi attacchi alla democrazia”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

FI: “ENNESIMO ERRORE”

Hanno sollevato un coro pressoché unanime di condanna le dichiarazioni di Beppe Grillo a Italia 5 Stelle, la kermesse del M5s al Circo Massimo, in cui il comico genovese ha detto:”Dovremmo togliere i poteri al capo dello Stato, dovremmo riformarlo. Il vilipendio…un capo dello Stato che presiede il Csm, capo delle forze armate. Non e’ più in sintonia col nostro modo di pensare”. Se il M5s si è di fatto dissociato dalle parole del suo fondatore con una nota dei suoi gruppi parlamentari, sono soprattutto le opposizioni a passare all’attacco. Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, va dritta al punto:”L’attacco ai poteri del Capo dello Stato è un grande classico di chi non ha niente da dire. Pensare di poter intimidire Sergio Mattarella è l’ennesimo errore politico del Movimento 5 Stelle, che ha un atteggiamento sempre più anti-italiano. Capiamo l’esigenza di Beppe Grillo di dover parlare d’altro dal momento che dal condono alla Tap, il governo di cui è azionista di maggioranza non è riuscito a mantenere la parola data su un solo tema”. (agg. di Dario D’Angelo)

MARTINA (PD): “CAPO DELLO STATO NON SI TOCCA”

Non poteva che lasciare il segno la “sparata” di Beppe Grillo in conclusione della “propria” kermesse al Circo Massimo: dopo l’invettiva contro il Quirinale, arriva la prima smentita secca degli stessi gruppi parlamenti del M5s che fanno sapere di avere «piena fiducia in Mattarella. Nessuno intende riformare i poteri del Quirinale. Grillo non riveste ruoli istituzionali». Come dire, lui può dire quello che vuole ma ormai c’entra poco con i Cinque Stelle: difficile la tesi da sostenere però, visto che lui ha chiuso Italia 5 Stelle, lui ha avuto l’ovazione della base e lui ha tenuto tutti davanti allo streaming molto più che Conte, Di Maio o Casaleggio. Una nota da Palazzo Chigi non vengono rilasciate parole ufficiali sulle parole di Grillo, ma alcune fonti all’Ansa assicurano «Riforma del Quirinale non è nel contratto di governo». Durissima la prima replica dal Pd, con il segretario Maurizio Martina che attacca «Il comico miliardario prenda in giro chi vuole, non c’è alcun problema a farsi due risate al circo di domenica, ma lasci stare la Costituzione e il ruolo di garanzia del Quirinale. Caro Grillo, il Capo dello Stato non si tocca». 

GRILLO: “TOGLIEREI I POTERI AL COLLE”

È certo che se Beppe Grillo voleva prendersi la scena ancora una volta, nonostante ormai siano il partito di Governo, la missione è completamente raggiunta: nella conclusione della kermesse M5s, la platea è tutta per lui e la folla plaude molto più che agli inviti e proclami di Luigi Di Maio. Intanto, il Beppe nazionale entra con una “manina” di un manichino, strizzando subito l’occhio alla polemica degli ultimi giorni sul Dl Fiscale: e poi attacca niente meno che il Presidente della Repubblica. «Dovremmo togliere i poteri al capo dello Stato, dovremmo riformarlo. Il vilipendio… un capo dello Stato che presiede il Csm, capo delle forze armate. Non e’ più in sintonia col nostro modo di pensare», sottolinea Grillo nel merito dell’accusa di vilipendio passata nei confronti di Napolitano. Parla tanto del Governo e cita addirittura Salvini: «uno che dice una cosa e la mantiene. L’etica della politica è la lealtà, e oggi è un miracolo della politica. Poi siamo strutturalmente come Dna diversi». Poco prima, decisamente più istituzionale, il premier Conte aveva spiegato dal palco di Roma come «Ci aspetta un cammino ancora lungo, gli oppositori se ne facciano una ragione. Stiamo lavorando intensamente dal primo giorno ma per realizzare tutto il nostro programma il nostro arco di impegno deve essere lungo: fino al 2023». Il Presidente del Consiglio aggiunge poi di voler essere sempre più garante del contratto di Governo, anche se «il programma da realizzare è lungo, abbiamo tante cose da fare, dobbiamo rinnovare il Paese dalle fondamenta. Il reddito di cittadinanza ci sarà, noi le promesse le manteniamo. Il governo non può disinteressarsi del problema della povertà». 

DI MAIO: “NUOVO GRUPPO IN UE, BASTA PD E FI”

Nell’intervista andata in onda poco fa a In mezz’ora in più con Lucia Annunziata, il vicepremier M5s Luigi DI Maio è tornato ancora sulle nuove sfide che attendono il Movimento nei prossimi mesi: inevitabile dunque il tema, spinoso, dell’Unione Europea in vista delle elezioni imminenti del 2019. «Noi stiamo lavorando all’idea di un gruppo che metta insieme sensibilità che stanno nascendo ovunque in Europa su temi che hanno tradito sia la sinistra che la destra. Un progetto che sostituisca quei partiti che erano Pd e Fi a livello europeo e che hanno tradito elettori». Per non rimanere “inglobati” dal fronte sovranista che Salvini, Orban e Le Pen intendono costituire, i grillini rilanciano: «non solo non voglio uscire da Ue e da euro, ma stiamo lavorando a un progetto per una nuova Ue. A gennaio pensiamo a un manifesto per mettere insieme nuove forze che stanno nascendo ovunque». Intanto il premier Conte ha iniziato a parlare dal palco di Italia 5 Stelle, ringraziando proprio il suo vice Di Maio: «Luigi è una persona di grande forza d’animo e credibilità morale. Grazie». Poco prima Casaleggio Jr aveva rilanciato le sfide “future”, «C’è bisogno di piccoli passi per arrivare a un grande risultato. Il cambiamento è un processo lungo. Non dobbiamo farsi scoraggiare, non lo facciamo perché è facile. Lo facciamo perché è difficile. Tutti insieme possiamo realizzare uno straordinario progetto di democrazia partecipativa. Tutto questo è concreto. Esiste ed esisterà senza di più. Più le persone si renderanno conto che è possibile partecipare e scegliere, più lo faranno». 

LA LETTERA DI DI MAIO

Con una lettera diffusa a tutto il Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio introduce l’ultima giornata della kermesse al Circo Massimo: «Da quando i cittadini hanno iniziato a occuparsi della politica, in Italia è cambiato tutto. Ricordate per un attimo come era il parlamento e il governo nel 2009 e guardate come è oggi. C’è un abisso. Ricordate ora come eravamo noi nel 2009 e guardate come siamo oggi. Certo, siamo cambiati. Di questo dobbiamo essere consapevoli e orgogliosi», scrive il leader politico che chiuderà assieme al premier Conte e al leader “spirituale” Beppe Grillo la due giorni di ritrovo a Roma del partito di Governo. «La nostra anima è rappresentata dalla partecipazione, dalla condivisione, dall’orizzontalità. In una parola da Rousseau (…) La nostra anima non cambierà mai! Il nostro cuore continuerà a battere! Possono dirci populisti, possono massacrarci nelle loro televisioni, possono insultarci nei loro giornali. Noi continueremo a combattere con lo stesso spirito di sempre. Perché la nostra battaglia non è finita qua», chiude il Vicepremier nella lunga lettera il giorno “dopo” il caos per la Pace Fiscale. 

ULTIMO GIORNO DI ITALIA 5 STELLE

Oggi si chiuda la due giorni di grande kermesse del M5s al Circo Massimo di Roma, l’Italia 5 Stelle come sempre tutta in diretta streaming video con gli ultimi attesi e importanti interventi di Beppe Grillo, Davide Casaleggio e del premier Giuseppe Conte (previsto per dopo le ore 17.10). Con un post su Facebook i grillini chiamano a gran voce la base, dopo la piazza “a due facce” vista ieri nel comizio in serata del vicepremier Luigi Di Maio: «attendiamo il Presidente Giuseppe Conte sul palco di Italia 5Stelle. Tutti al Circo Massimo, Roma. Vi aspettiamo!». «Abbiamo battuto il record di presenze a Italia 5 Stelle. Stiamo al governo e ancora riempiamo le piazze. Continuiamo a inondare le istituzioni di brava gente», ha detto ieri Di Maio, parlando di circa 30mila persone presenti. L’unica vera ovazione però c’è stata per il video collegamento con Alessandro DI Battista dal Sud America, visto come l’ultima vera “bandiera” di ortodossia al M5s delle origini: per Di Maio e Fico, oltre che per gli altri ministri grillini, le persone erano tante sì a seguirli ma con molta meno “passione” rispetto a qualche anno fa, notano i cronisti invitati al Circo Massimo.

DI MAIO “GRAZIATO” DALLA FOLLA: MA LA BASE È SCONTENTA

Il tema del “condono fiscale” è stato ovviamente centrale nella giornata di ieri, con l’arrivo in extremis dell’accordo con la Lega che ha provato a salvare “capra e cavoli”: la base però non ha gradito l’ammorbidimento sui temi “storici” del Movimento e per questo motivo non ha accolto con ovazioni il lungo intervento del leader politico. Di Maio non è Grillo e solo l’accordo di ieri in serata che “cancella lo scudo penale” per chi fa il condono ha “graziato” il giovane Luigi dalla folla degli aderenti. «l Movimento cambia, non possiamo illuderci che resti sempre lo stesso. Ma dobbiamo ricordarci chi siamo: l’importante è che restiamo consapevoli dei nostri valori», ha sottolineato Di Maio, non prima di aggiungere «Ce l’abbiamo messa tutta in questi due, tre giorni non per combattere qualcuno, ma per affermare un principio, l’onestà, e dopo il Cdm posso dirvi che nel dl fiscale non c’è né scudo né condono». Per ora non è bastato per riconquistare la piena fiducia: oggi Grillo e Conte cercheranno invece di inserire nuova fiducia per il M5s visto da troppi “all’ombra della Lega”.







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