COMUNALI ROMA 2016/ Il sondaggista: Berlusconi (con Bertolaso) lavora per Giachetti

- int. Arnaldo Ferrari Nasi

"Candidare la Meloni sarebbe una scelta azzeccatissima, l’unica chance per portare il centrodestra alla vittoria in una città come Roma" spiega ARNALDO FERRARI NASI. Ma non avverrà

"Candidare la Meloni sarebbe una scelta azzeccatissima, l’unica chance per portare il centrodestra alla vittoria in una città come Roma" spiega ARNALDO FERRARI NASI. Ma non avverrà

“Candidare la Meloni sarebbe una scelta azzeccatissima, l’unica chance per portare il centrodestra alla vittoria in una città come Roma. La scelta del leader di Fratelli d’Italia di declinare l’investitura si spiega in un solo modo: con il fatto che sta per diventare mamma”. Lo sottolinea Arnaldo Ferrari Nasi, analista politico e fondatore della Ferrari Nasi & Associati. Le Primarie del Pd a Roma sono state vinte da Roberto Giachetti con il 65%, contro il 30% di Roberto Morassut, ma con un’affluenza pari soltanto a 50mila elettori, contro i 100mila del 2013. L’M5s intanto candida Virginia Raggi, mentre nel centrodestra è ancora tutto da decidere: Berlusconi e la Meloni vorrebbero Bertolaso, mentre Salvini preferisce Marchini.

Giachetti ha vinto ma l’affluenza è in calo. Come valuta questa tornata di Primarie?

Orfini ha attaccato M5s dicendo che fa le Primarie con pochi click controllati da Casaleggio. Allo stesso modo il Pd ha polemizzato con il centrodestra per non essersi messo d’accordo e avere fatto da un lato le primarie di Noi con Salvini e dall’altra le Gazebarie di Berlusconi. Adesso anche il Pd dimostra di avere gli stessi difetti che hanno tutti gli altri partiti. I suoi elettori sono quindi in qualche modo delusi. Si è visto del resto che cosa è successo con Bassolino, che ha dato l’idea che il partito alla fine propone sempre gli stessi personaggi.

La Meloni intanto non vuole candidarsi e insiste su Bertolaso. Fa bene?

La Meloni sta diventando madre e questa è la cosa più importante della vita, pur avendo un incarico di altissimo livello. Se la Meloni si candidasse come sindaco di Roma probabilmente vincerebbe, o comunque raccoglierebbe più consensi di qualsiasi altro esponente di centrodestra. Deve però scegliere tra la sua vita privata e il desiderio di godersi sua figlia, oppure la volontà di votarsi completamente alla politica. Ha deciso la prima cosa, che è quella giusta anche se la paga a un prezzo altissimo perché tra cinque anni probabilmente non sarà più il suo momento.

Perché ritiene che la Meloni avrebbe potuto vincere?

Perché è romana, è di destra, è una donna e presto sarà pure mamma. Per il centrodestra candidare la Meloni, soprattutto nel momento in cui sta diventando madre, sarebbe stata una mossa politica e comunicativa azzeccatissima. In questo modo la Meloni avrebbe dato espressione a tutti i valori del centrodestra. Se lei non si candida invece è tutto in salita. D’altra parte il Pd ha fatto le sue Primarie e, per quanto un po’ traballante, ha espresso un nome. In questo modo ha seguito un processo coerente e lineare, mentre nel centrodestra è solamente caos.

Intanto Bertolaso ha detto che bisogna mandare le ruspe nei campi rom. Ha corretto il tiro per piacere a Salvini?

Sì. Vorrei fare notare che stiamo parlando di un candidato sindaco per la capitale d’Italia. Ma che politico è uno che non ha idee politiche? Prima Bertolaso ha assunto una determinata posizione, poi si è accorto che non funzionava per gli alleati e quindi ha assunto la posizione contraria. Le giravolte di Bertolaso sono l’ulteriore documentazione della debolezza dell’attuale centrodestra: comunque sia l’ex capo della Protezione civile non andrà da nessuna parte.

Sui rom quale linea pagherebbe di più dal punto di vista elettorale?

Il centrodestra ha molte diversità su numerose posizioni. Ci sono falchi e colombe, i valori etici per i cattolici sono intoccabili mentre per i libertari possono essere messi in discussione. Uno dei pochi valori realmente unificanti per tutto il centrodestra sono i rom, o meglio il no ai nomadi. Dire come ha fatto Bertolaso che i rom sono una “categoria vessata” è un autogol su tutta la linea.

 

Lei come valuta il modo in cui si sta muovendo Salvini a Roma?

La Lega, che ha sempre detto male di Roma, ha organizzato i gazebo, la gente ha partecipato e così Salvini ha dimostrato che Bertolaso non vincerebbe. In questo modo il leader della Lega nord ha fatto una grande mossa.

 

In che senso?

Salvini ha ottenuto il suo scopo politico: dimostrare che in questo momento Bertolaso non è una persona gradita. E, anche senza aver coperto tutto il territorio cittadino, lo ha fatto in modo inoppugnabile con i numeri e le statistiche, cioè con quella cosa che fa tremare di più i politici.

 

A Roma chi ha più chance di vincere, Bertolaso o Marchini?

Ha più chance Marchini. Ma è un po’ come se lei mi chiedesse chi ha più chance di vincere il campionato tra il Genoa e la Sampdoria.

 

In questo caso chi sono Juventus e Napoli?

Sono il candidato del Pd, Roberto Giachetti, e quella dell’M5s, Virginia Raggi.

 

Se il centrodestra è comunque destinato a perdere, perché Salvini insiste tanto sul no a Bertolaso?

Anche se tutti fossero d’accordo sul suo nome, io non credo che Bertolaso possa essere un candidato vincente dal momento che è un cavallo azzoppato. Le precedenti polemiche e i rinvii a giudizio lo rendono tale.

 

Conti alla mano come andrà a finire?

Voler ragionare conti alla mano è già sbagliato in partenza. Con un 40-50% di indecisi, a funzionare non è il conto ma il contesto, cioè la logica, l’osservazione di quello che succede e l’analisi.

 

(Pietro Vernizzi)





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