Rocco Buttiglione e il nuovo libro in difesa dell'Amoris Laetitia, l'esortazione apostolica di Papa Francesco: "ecco tutti gli errori dei critici di Papa Bergoglio"
Torna a parlare dell’esortazione di Papa Francesco “Amoris Laetitia” e questa volta lo fa addirittura con un libro a breve in uscita dal titolo “Risposte amichevoli ai critici di Amoris Laetitia?; si tratta di Rocco Buttiglione, politico, filosofo e amico personale di Papa Giovanni Paolo II, che torna a discutere dell’esortazione apostolica sul divorzio e la comunione ai risposati, tanto discussa e criticata da molte parti nella Chiesa. «Esistono alcuni casi nei quali dei divorziati risposati possono essere considerati in grazia di Dio. Sembra una novità sconvolgente ma è una dottrina graniticamente tradizionale. Nei critici di Amoris Laetitia emerge una deviazione nuova: è l’oggettivismo nell’etica», si esprime chiaramente Buttiglione nell’intervista a Vatican Insider dove di fatto presenta il suo saggio sull’esortazione di Papa Francesco. Con la prefazione del Cardinal Gerhard Ludwig Muller, come posizione molto vicina ai vescovi dei cosiddetti “Dubia”, il lavoro di Buttiglione prova a contestare alcuni punti sollevati contro Bergoglio da studiosi ed esperti cattolici. «Per la prima volta», scrive Buttiglione, forte dell’appoggio di Muller, «i critici sono stati costretti a rispondere e non possono negare un punto: esistono circostanze attenuanti in forza delle quali un peccato mortale (un peccato che sarebbe altrimenti mortale) diventa un peccato più lieve, solo veniale. Esistono quindi alcuni casi nei quali dei divorziati risposati possono (dal confessore e dopo un adeguato discernimento spirituale) essere considerati in grazia di Dio e quindi meritevoli di ricevere i sacramenti».
DA GIOVANNI PAOLO II A FRANCESCO
Secondo Buttiglione, il Papa non dice che siano molti questi casi definiti “attenuanti”, anzi sono pochissimi, ma esistono e non si possono non considerare: «In una società interamente evangelizzata si può presumere che quelli che non hanno piena avvertenza dei caratteri propri del matrimonio cristiano siano pochissimi o non ve ne siano affatto. In una società in via di evangelizzazione questi casi saranno più numerosi. Ed in una società largamente scristianizzata? Non saprei proprio. Anche se i casi fossero pochissimi i passi incriminati di Amoris Laetitia sarebbero perfettamente ortodossi e gravissima sarebbe la colpa di coloro che hanno accusato di eresia il Papa». Secondo il filosofo e senatore cattolico, l’esortazione apostolica di Papa Francesco non sarebbe una rottura bensì una linea di sviluppo della meravigliosa Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II: «C’é una base teologica comune: l’accettazione della distinzione di peccato mortale e di peccato veniale, il riconoscimento che perché vi sia un peccato mortale é necessaria la piena avvertenza e il deliberato consenso; il riconoscimento del fatto che le situazioni sociali nelle quali una persona vive possono potentemente ostacolare il pieno riconoscimento della verità e fare in modo che si faccia il male senza rendersene conto pienamente o anche che venga coartata e compressa la libertà di fare il bene».
Nello specifico, Buttiglione spiega meglio come da un lato Wojtyla – in una società cristiana e volta a salvaguardare la coscienza dei più giovani – vieta che i divorziati risposati possano ricevere la comunione. «Dice semplicemente che lo scandalo oggettivo che essi danno è troppo grande perché si possa ammetterli ai sacramenti»; dall’altro invece, Bergoglio dice che vanno riammessi alla penitenza come tutti gli altri peccatori. Secondo il filosofo cattolico, non vi sarebbe vera rottura, solo una direzione diversa: «Probabilmente Papa Francesco ritiene che, almeno in alcune società, la coscienza della indissolubilità del matrimonio si è già perduta nella coscienza popolare e che è ormai inutile chiudere la stalla perché i buoi già sono scappati. Adesso bisogna invece andare a cercarli là dove si sono perduti per ricondurli nella casa del Signore. La stessa teologia, due scelte disciplinari diverse ma, in realtà, un’unica linea pastorale».
LE “RISPOSTE AMICHEVOLI” DI BUTTIGLIONE
L’impianto voluto e scritto da Buttiglione non è però di scontro o di “ripicca” contro i tanti critici di Francesco, anche perché molti di quelli studiosi e uomini di Chiesa lui li conosce bene e ne ha condiviso anni di battaglie culturali e religiose. Le risposte amichevoli inserite da Buttiglione nel suo libro dunque vanno in un’altra direzione: «Molti dei critici sono miei amici. Josef Seifert è un amico di una vita con cui ho condiviso tante battaglie e un grande lavoro nel campo della filosofia, in cui ha dato dei contributi di grande rilievo. Roberto de Mattei lo conosco da quarant’anni, quando eravamo insieme nell’Istituto di Storia e Politica della Università di Roma, lui assistente di Saitta e io di Del Noce. L’ho difeso quando, da vicepresidente del CNR, è stato attaccato per le sue posizioni in materia di evoluzione. Ho cercato di mantenere la polemica nei limiti del rispetto, del riconoscimento reciproco della buona fede, dello spirito di ricerca della verità e sono grato loro per avere cercato di seguire la stessa regola». Non disdegna però qualche stilettata decisa e volta ad una complessa ma interessante critica filosofica ai detrattori dell’Amoris Laetitia. «A me sembra che nei critici di Amoris laetitia in realtà emerga una deviazione nuova, parallela e opposta all’etica della situazione e al soggettivismo nell’etica. Questa nuova deviazione è l’oggettivismo nell’etica. Come il soggettivismo (l’etica della situazione) vede solo il lato soggettivo dell’azione, cioè l’intenzione del soggetto, allo stesso modo l’oggettivismo vede solo il lato oggettivo dell’azione, cioè la materia più o meno grave». Secondo Buttiglione l’etica cattolica è realista e il realismo vede sia il lato soggettivo che il lato oggettivo dell’azione, «e dunque valuta quindi sia la materia grave che la piena avvertenza e il deliberato consenso».
