PSG, non solo favoritismi sul fisco. Le accuse al deputato Hugues Renson: "Accelerò procedure di rilascio del passaporto alla moglie di Jean-Martial Ribes
L’inchiesta sui favoritismi sul fisco al PSG da parte di alcuni esponenti della politica in Francia va avanti. La questione, come ricostruisce Le Monde, gira intorno al mancato pagamento delle tasse per l’oneroso trasferimento ai parigini di Neymar, avvenuto nel 2017. Non sarebbe, tuttavia, l’unico momento in cui il deputato marconista Hugues Renson, al centro delle accuse, si sarebbe messo a completa disposizione di Jean-Martial Ribes, ex direttore delle comunicazioni del club. Anche per delle esigenze personali.
È emerso infatti che nell’ottobre del 2019 Ribes chiese al suo amico eletto di accelerare la procedura per l’acquisizione della nazionalità francese e di un passaporto per sua moglie, di origine marocchina. È quanto emerso dalle indagini, che hanno evidenziato come via SMS gli abbia inviato il numero di documento della donna e la sua data di nascita. “È in corso”, gli rispose Renson, assicurandogli di aver scritto all’allora ministro degli Interni, Christophe Castaner, e al prefetto dell’Hauts-de-Seine. In precedenza una richiesta simile sarebbe stata avanzata anche nei confronti di Charlotte Casasoprana, collaboratrice dell’unità sportiva e poi diplomatica dell’Eliseo dal 2012 al 2019, affinché il figlio appena nato ottenesse velocemente il passaporto e alla mamma venisse rinnovato il visto di soggiorno.
PSG, favoritismi sul fisco? Deputato Renson sotto accusa: cosa ottenne
Gli scambi di favori tra Jean-Martial Ribes e Hugues Renson pare siano stati insomma costanti, al di là del maxi aggiramento delle tasse relativo all’arrivo di Neymar al PSG. A dimostrarlo sono anche gli innumerevoli biglietti omaggio stampati per il deputato macronista – e non solo – per le partite al Parco dei Principi, così come il fatto che il figlio abbia potuto scattare una foto autografata con il campione brasiliano in occasione del suo compleanno e sia sceso in campo per accompagnarlo. È da capire però quanto ci sia di illecito in questi comportamenti.
“Il mio cliente non ha beneficiato di alcun privilegio, si tratta semplicemente di saltare la fila, di piccoli servizi della vita quotidiana. Non c’era nessun patto di corruzione o azioni illegali. Questi biglietti gratis o queste chicche del PSG dovevano essere delle offerte. Inoltre, non è preoccupato da quelle che chiamiamo barbouzeries intorno al PSG”, ha affermato di fronte agli inquirenti l’avvocato di Ribes.
