Riforma pensioni 2025, gli ex Lsu e Lpu rischiano di avere assegni di importo basso per via della scarsa contribuzione
RIFORMA PENSIONI 2025, LA BATTAGLIA DEGLI EX LSU E LPU
L’Unione sindacale di base è ancora al fianco degli ex Lsu (lavoratori socialmente utili) e Lpu (lavori di pubblica utilità) calabresi che sono scesi in piazza, alcuni dei quali sono ormai prossimi alla pensione, ma rischiano di avere assegni di importo basso perché non sono stati riconosciuti loro i contributi pensionistici nonostante il lavoro svolto. Intanto Antonietta Aloisi è stata confermata Segretaria generale della Fnp-Cisl Romagna e durante il congresso ha ricordato che i cambiamenti demografici incideranno sul rapporto tra lavoro e pensione, ma ha anche voluto spiegare che non esiste un conflitto generazionale, visto che i pensionati sostengono spesso figli e nipoti e per loro vorrebbero un futuro pensionistico sereno.
RIFORMA PENSIONI 2025, LE PAROLE DI SPISANI
Restando in ambito sindacale, l’Anief continua a chiedere il pensionamento a 60 anni e il riscatto gratuito della laurea per il personale della scuola tramite una petizione che ha superato le 100.000 firme. Tornando invece in Emilia-Romagna, il Presidente dell’Associazione pensionati di Confagricoltura regionale Stefano Spisani ricorda l’importanza del ricambio generazionale in agricoltura e della difesa del potere d’acquisto delle pensioni, colpite duramente negli ultimi anni dall’inflazione. Infine, in occasione dell’Equal Care Day celebrato ieri, la sociologa Christa Ladurner ha ricordato come l’iniqua distribuzione del lavoro di cura pesi sulle donne anche una volta in pensione, visti i ridotti contributi versati durante la vita lavorativa.
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