FarWest torna ad occuparsi dello scandalo della danza: alcuni testimoni raccontano la corruzione dietro alle vittorie nei torneri italiani
La trasmissione di Salvo Sottile FarWest ieri sera è tornata a occuparsi della lunga inchiesta sul lato oscuro del mondo della danza, che sembra essere afflitto da un cronico problema di corruzione che porta i giudici delle competizioni a scegliere in anticipo chi sono i vincitori, ovviamente – così parrebbe – in cambio di vere e proprie tangenti pagate dai ballerini più facoltosi: il nuovo capitolo di questa importante inchiesta, che potrebbe scuotere dalle fondamenta l’intero sistema corrotto della danza, parte dall’Inghilterra, precisamente da Blackpool, che ospita una delle più importanti competizioni mondiali per i ballerini – ovvero gli Open Worlds – in corso proprio in questo periodo.
Lo scandalo, noto già dal 2011 (e rinominato “Danzopoli”), riguarderebbe interamente – secondo le indagini di FarWest – la FIDESM, ovvero la Federazione Italiana della Danza ufficiale, con il supporto (sempre presunto) del CIDS. Ma prima di arrivarci, è interessante notare che l’eco dello scandalo arriva fino al Regno Unito con il ballerino italiano Matteo Cossu, che ha spiegato alla trasmissione di Rai 3 che lui partecipa alla competizione “da autonomo”, con tutti i colleghi ballerini italiani che “non rappresentano la Federazione Italiana”, descrivendola come “peggiorata sempre di più”, ma senza scendere nei dettagli.
Lo scandalo della danza italiana: i testimoni raccontano il sistema di corruzione dietro ai tornei
Tornando all’Italia, a confermare che il sistema di corruzione nella danza sarebbe ancora a tutti gli effetti attivo ci sarebbero le testimonianze di alcuni addetti ai lavori, tra cui un maestro e giudice (ovviamente anonimo), che ha spiegato che “si arriva sempre alle gare sapendo chi vincerà, visto che le classifiche degli atleti di punta si sanno con alcuni mesi d’anticipo”, mostrando alcune chat che proverebbero che, prima di una gara dello scorso luglio, ricevette l’elenco delle vincitrici finali, che corrisponde perfettamente agli esiti della gara; peraltro spiegando che il ricatto avverrebbe con la minaccia di “essere estromessi da qualsiasi competizione, perdendo la possibilità di lavorare”.
A spiegare il ruolo del CIDS nello scandalo della danza è stato un altro maestro, che ha spiegato che “è un progetto che serviva per lo sviluppo della danza sportiva per aiutare la Federazione, al quale sia i tecnici che gli sportivi si sentono obbligati a partecipare, perché attraverso alcuni stage si fanno le classifiche dei tornei. Le persone – spiega – che fanno parte del progetto e insegnano sono poi le persone che verranno prese in considerazione per le convocazioni alle competizioni e, se tu non hai frequentato le attività esterne alla Federazione, molto similmente non verrai convocato per i campionati italiani”.
Figura – ipoteticamente – centrale nello scandalo sarebbe quello stesso Ferruccio Galvagno che, nel 2011, era presidente della FIDESM e fu allontanato (e poi reinserito, anche se attraverso alcuni presunti personaggi che formalmente controlla): interpellato sulla questione del CIDS, l’ex presidente ha precisato che si tratterebbe di “una sciocchezza fattuale”, spiegando che “noi facciamo delle attività in cui c’è grande partecipazione”, trattandosi di “un ente di promozione”; mentre, sullo scandalo, spiega che “io ho scontato una pena di oltre sei anni, ho cambiato mestiere e la punizione me la sono pagata tutta”.
