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Home » Economia e Finanza » FIDUCIA, RICCHEZZA & SPREAD/ I segnali che smentiscono le Cassandre e tengono “a galla” l’Italia

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FIDUCIA, RICCHEZZA & SPREAD/ I segnali che smentiscono le Cassandre e tengono “a galla” l’Italia

Vincenzo Caccioppoli
Pubblicato 1 Luglio 2025
Foto di Vidal Balielo Jr. (Pexels)

Foto di Vidal Balielo Jr. (Pexels)

Una ricerca della Luiss in collaborazione con Tecné dimostra che nonostante tutto cresce la fiducia delle famiglie. Come anche quella delle imprese

Le famiglie italiane sembrano avere maggiore fiducia di quella che hanno molti politici sulla situazione economica attuale e sulle sue prospettive future. E questo dovrebbe essere un segnale incoraggiante per il governo. Un report dell’Università Luiss di Roma in collaborazione con l’istituto di sondaggi Tecnè, sull’economia familiare italiana, mostra, infatti, come la fiducia delle famiglie italiane negli ultimi dodici mesi sia sostanzialmente in crescita. I ricercatori della università privata della capitale hanno cercato di capire la percezione delle famiglie italiane in merito alla loro situazione economica attuale e le prospettive per il futuro. “L’indagine si propone di analizzare in modo sistematico le percezioni, gli atteggiamenti e le opinioni dei cittadini italiani in merito a fenomeni economici e sociali” si legge nella presentazione del report.


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Il campione è costituito da 3.000 individui, selezionati attraverso un disegno probabilistico stratificato, al fine di garantire la rappresentatività statistica della popolazione maggiorenne residente in Italia. Lo studio prende in considerazione una serie di indici, che evidenziano come il miglioramento si registri in maniera particolarmente evidente per quelle fasce di popolazione e territorio che finora rappresentavano, prima ancora che l’anello più debole del tessuto sociale italiano, quello più dimenticato: fragili e Sud. Soprattutto, questo lavoro di carattere prettamente scientifico evidenzia almeno due spunti di riflessione.


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Il primo: l’impatto positivo delle politiche economiche del governo, che nelle sue prime finanziarie ha puntato proprio a dare risposte principalmente ai segmenti più disagiati, in un’ottica di raggiungimento di una maggiore equità sociale.

Il secondo invece riflette una sostanziale resilienza delle famiglie e delle imprese italiane in momento difficile come quello attuale. Se si guarda per esempio all’indice di valutazione della fase economica corrente, si vede che da ottobre 2024 a giugno 2025, l’indice è sempre ben sopra la sufficienza, mentre per l’indice di attesa per i prossimi dodici mesi il risultato appare più che positivo e in crescita passando da 2,88 di ottobre a 2,97 di giugno ( in un range che va da 1 molto negativo a 5 molto positivo), con una maggior risalita nella fiducia proprio tra le persone più fragili, che passano dal 2,22 di ottobre al 2,51 di giugno.


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Anche la percezione delle condizioni economiche italiane attuale è vicino ai 2,9 punti, quindi ben sopra la sufficienza nella scala dei valori utilizzata e risulta in crescita oltre i 2 punti anche tra le persone meno abbienti. Oltre il 60% del campione ha affermato che la situazione nei prossimi dodici mesi migliorerà o rimarrà comunque stazionaria, mentre il 38% pensa che peggiorerà. Se invece il dato si riferisce alla situazione familiare negli ultimi 12 mesi il 73,5 % del campione afferma che o è migliorata o è rimasta invariata, mentre l’83,1% pensa che nei prossimi 12 mesi la situazione o migliorerà o resterà invariata contro un 16,9% che pensa che peggiorerà.

Ma il dato forse più sorprendente è quello che riguarda il potere d’acquisto delle famiglie, che fa un balzo da 2,23 a 2,41, dimostrando che è in atto un’inversione di tendenza rispetto alla costante perdita registrata negli ultimi dieci anni. Rimangono ovviamente ancora molte incertezze, e non potrebbe essere altrimenti, ma se guardiamo anche a un altro dato assai positivo, che si riferisce alla ricchezza delle famiglie italiane, effettuata da Fabi ( Federazione autonoma bancari) che è cresciuta di 250 miliardi dal 2023 al 2024, superando per la prima volta la fatidica cifra dei 6000 miliardi di euro,  il quadro appare assai meno fosco di come lo dipinge una certa narrazione cara alla sinistra.

Ma non è solo la fiducia delle famiglie ad essere in crescita ma anche quella delle imprese. A giugno, infatti, l’indice composito di fiducia delle imprese italiane è passato da 95,1 a 95,5, registrando un miglioramento trainato soprattutto dai comparti dei servizi e delle costruzioni. Nello specifico, nel settore dei servizi di mercato si osserva un progresso dell’indice da 99,6 a 100,5, mentre nelle costruzioni il salto è da 103,6 a 104,2. I due comparti mostrano segnali di stabilizzazione dopo mesi altalenanti, sostenuti anche da un ritorno alla normalità nei flussi di ordinativi e dalla ripresa delle attività connesse al turismo e alle opere pubbliche.

Anche le imprese, quindi, sembrano reagire in parte positivamente alle misure di incentivo messe in campo dal governo e alla stagione turistica in arrivo, ma devono ancora fare i conti con rallentamenti sul fronte internazionale e tensioni nei mercati delle materie prime. Se poi a questi dati aggiungiamo quelli legati ai rendimenti dei nostri titoli del debito pubblico, che per la prima dal 2010 nei giorni scorsi sono scesi sotto i 90 punti nel differenziale con i bund tedeschi, ecco il quadro positivo, sul fronte economico, lascia a più di qualche speranza.

Con questo non si vuole certo affermare che sono tutte rose e fiori, ma i dati sono comunque incoraggianti e smentiscono le troppe cassandre, che per puro interesse politico, spargono a piene mani pessimismo su una situazione del paese che anche sul lato occupazione sta mostrando da tempo incoraggianti segnali di risveglio.

 

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