Spagna, il premier Sánchez respinge le dimissioni e lancia un piano anti corruzione con 15 misure (ma alcune sono "riciclate"). Ecco cosa prevede
IL PIANO ANTICORRUZIONE DELLA SPAGNA
Proprio come fece Mariano Rajoy nel 2014, dopo gli scandali che colpirono il PP, Pedro Sánchez ha presentato un piano statale di lotta alla corruzione con 15 misure per rassicurare l’opinione pubblica e gli alleati. Intervenuto al Congresso dei deputati, si è difeso dalle accuse di complicità e omissione, e ha provato a rilanciare l’immagine del governo dopo gli scandali di corruzione che hanno colpito due figure dei socialisti: l’ex ministro José Luis Ábalos e l’ex segretario Santos Cerdán.
Pedro Sánchez ha dichiarato aver peccato di ingenuità nell’essersi fidato di Cerdán e Ábalos, ma ritiene che la reazione del PSOE sia più trasparente rispetto a quella avuta da altri partiti quando sono stati travolti da scandali. Alcune misure presentate, però, sono già presenti in altri piani, come quello approvato nel settembre dello scorso anno.

Sánchez ha poi ripetuto in gran parte quanto dichiarato nell’aprile dell’anno scorso, all’epoca della denuncia contro sua moglie. Anche stavolta ha preso in considerazione l’ipotesi delle dimissioni e di indire nuove elezioni, ma ancora una volta ha concluso che “gettare la spugna non è un’opzione“.
LE ALTRE MISURE
Tra le misure annunciate ci sono pene più severe per i reati contro la pubblica amministrazione e il raddoppio dei termini di prescrizione; multe più salate per le aziende, calcolate sul fatturato, non solo sugli utili. Il primo ministro della Spagna vuole introdurre anche liste nere per fare in modo che le imprese condannate non ottengano appalti pubblici, sanzioni ai partiti che includono candidati condannati per corruzione e l’obbligo di audit esterni per i partiti che ricevono oltre 50.000 euro di fondi pubblici.
Tra le misure vi sono anche controlli casuali dei beni degli alti funzionari e la creazione di sezioni giudiziarie specializzate per reati contro la pubblica amministrazione, al fine di velocizzare i processi. Il piano spagnolo, elaborato con l’OCSE, alcuni gruppi parlamentari ed esperti della società civile, prevede anche il lancio di un’Agenzia per l’integrità pubblica, come raccomandato dalla Commissione UE, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per scoprire le frodi negli appalti, la confisca preventiva dei beni anche senza condanna definitiva.
Sánchez ha anche promesso di “inasprire le sanzioni per le infrazioni contabili, ritirando le sovvenzioni pubbliche a coloro che mantengono nelle loro liste, strutture o organi direttivi persone condannate per corruzione“.
