È stato presentato il nuovo Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale: dallo psicologo di base agli adolescenti, tutte le novità
È stato pubblicato dal Ministero della Salute e trasmesso alla Conferenza unificata delle Regioni il nuovo Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale che – se approvato – sarà valido per i prossimi cinque anni, mirando a tutelare con maggiore attenzione la salute psichiatrica delle persone in qualsiasi fascia d’età, inserendo per la prima volta un’attenzione specifica anche alle donne in gravidanza e agli adolescenti.
Un documento importante e che mira a introdurre tutta una sere di significative novità, partendo – però – da una nuova concezione della salute mentale che viene inserita all’interno di un approccio “One Health”: l’attenzione, infatti, viene posta non tanto sul vero e proprio problema mentale di cui soffre il paziente, ma si estende anche all’ambiente sociale in cui quest’ultimo è inserito e alla sua salute fisica, recependo le indicazioni dell’OMS.
Non solo, perché altrettanto importante nel nuovo piano per la salute mentale sarà anche il trattamento dei pazienti secondo un modello definito “bio-psico-sociale” che affiancherà alle cure dei professionisti, anche i familiari e la sua sfera sociale e relazionale: proprio per questo uno dei pilastri del piano sono i cosiddetti Dipartimenti integrati e inclusivi di Salute Mentale che mireranno a fornire assistenza a 360 gradi al paziente con equipe multidisciplinari e percorsi personalizzati e accessibili dal punto di vista economico.
Il nuovo piano per la salute mentale: attenzione ai giovani e alle donne in gravidanza e lo “psicologo di base”
Tra le novità più interessanti del nuovo Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale – che, ricordiamo, essere ancora in discussione – ci sarà anche quello che molti stanno già rinominando “psicologo di base“: si tratterà di nuovi professionisti con una formazione di primo livello che riceveranno i pazienti meno gravi all’interno delle Case di Comunità; il cui compito sarà quello – esattamente come i medici di base – di fornire un’iniziale assistenza e l’eventuale indirizzamento a professionisti maggiormente qualificati.

Una nuova attenzione, poi, viene posta anche sugli adolescenti in un’ottica che metta assieme la scuola, i consultori, i servizi sociali e i neuropsichiatri infantili con il compito di formulare diagnosi precoci e prevedere percorsi di cura personalizzati, coadiuvati anche da un nuovo “professionista di transizione” che accompagnerà i giovani nel difficile passaggio tra la minore e la maggiore età; mentre non mancano neppure attenzioni rivolte alle donne nel periodo precedente e successivo alla gravidanza con percorso di screening obbligatori che partano fin dal primo trimestre di attesa.
Infine, nel piano per la salute mentale trova spazio anche l’assistenza ai detenuti con percorsi di assistenza specifici e un generale potenziamento delle cosiddette REMS, ovvero le Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza in cui si trovano i carcerati affetti da conclamati problemi di salute mentale: l’idea è quella di aumentare i posti letto in modo da risolvere le ormai croniche carenze strutturali e di evitare ricoveri impropri di soggetti che non presentano reali malattie mentali.
