Secondo la Cassazione, il proprietario di un veicolo in divieto di sosta che causa un incidente potrebbe essere condannato penalmente: ecco perché
La Cassazione recentemente ha rinviato a giudizio un caso particolarmente interessante che potrebbe – e anzi, lo fa – aprire le porte a una condanna penale per il proprietario di un veicolo parcheggiato in divieto di sosta, nel caso in cui quest’ultimo sia all’origine – sia come causa, che come concausa – di un incidente stradale particolarmente grave: un caso complesso e che non si è ancora concluso, tornato dalla Cassazione fino ai banchi del secondo grado di giudizio.
Partendo dal principio, per capire meglio la sentenza è importante fare un passo indietro per spiegare che il caso che ha dato origine alla pronuncia della Suprema Corte era relativo a uno scooter lasciato in divieto di sosta, intralciando – pur parzialmente – la carreggiata: per evitare l’ingombro, una ciclista è stata colpita alle spalle da un’Ape che giungeva dalla sua stessa direzione di marcia.
La donna a bordo della bici ha ricevuto una prognosi di 40 giorni e a processo è stato ritenuto responsabile solamente l’autista dell’Ape; mentre per il proprietario della scooter in divieto di sosta – accusato di “lesioni stradali gravi” – è stata pronunciata una sentenza di assoluzione dato che secondo i giudici sulla carreggiata restava sufficiente spazio per il passaggio contemporaneo della bicicletta e dell’Ape.
La sentenza della Cassazione: “In caso di incidente in divieto di sosta, va valutata la ragione per cui il divieto era stato imposto”
Il caso è arrivato fino sui banchi della Cassazione che ha deciso di annullare la pronuncia di assoluzione per il proprietario dello scooter parcheggiato in divieto di sosta, mantenendo – invece – la condanna per l’autista dell’Ape che non è riuscito a evitare l’incidente: secondo la Suprema Corte, infatti, in caso di sinistro parzialmente o totalmente causato da un veicolo in divieto di sosta va accertata la ragione per cui quel divieto, in quella specifica strada, è stato imposto.

I giudici della Cassazione nella loro sentenza hanno ricordato che non sempre il divieto di sosta risponde alle stesse esigenze: se da un lato, infatti, esiste la casistica in cui si cerca di evitare ingombri potenzialmente rischiosi sulla carreggiata, dall’altro esistono anche ragioni legate – per esempio – alla tutela degli spazi per la sosta riservati agli utenti deboli della strada ed è compito del giudico valutare attentamente le ragioni del divieto in ogni singola casistica; aprendo potenzialmente le porte a una condanna penale per il proprietario dello scooter.
