Dall'ISTAT emerge un buon aumento sugli stipendi in Italia nel 2025, tuttavia rispetto ad altri Paesi il nostro risulta "indietro".
L’inflazione ha messo in ginocchio l’intera Penisola, tuttavia l’ISTAT di recente ha evinto un aumento degli stipendi riscontrati in tutta Italia. Nel 2025 l’incremento più importante ammontava al 2,9% (nel settore delle P.A), mentre il 2,7% nel privato ed infine il 2,3% per il personale dell’industria.
Nonostante i salari e i contratti da lavoro dipendente sono in crescita, rispetto a qualche anno fa il potere d’acquisto risulta essere ancora basso del 9%. La causa più grande è l’elevata inflazione con cui abbiamo dovuto fare i conti lo scorso anno.
A quanto ammonta l’aumento degli stipendi in Italia nel 2025?

Dopo l’aumento degli stipendi statali italiani, nello studio ISTAT sono emersi altri incrementi in settori “differenti”, tra cui un buon +6,9% all’interno dei Ministeri, +6,7% nel comparto elettrico e militare, ed infine un buon +5,8% grazie al recente rinnovo contrattuale delle Forze dell’Ordine.
La novità ha impattato significativamente proprio grazie al recente rinnovo contrattuale massivo, che ha coinvolto anche altri mercati: dalle aziende dedite alla pulizia locale ai dipendenti di terra aeroportuali, dai mercati del gesso, calce e chimico, ai lavoratori delle petrolifere e addetti all’estrazione dei minerali energetici.
Ma nonostante il buon riscontro, dall’Istituto Nazionale di Statistica emerge un’altra nota importante: oltre ai numeri sopra citati, a fine giugno si sono concretizzati 31 ulteriori rinnovi che hanno impattato positivamente su 5,7 di dipendenti.
I numeri sui salari italiani
Ma se da un aspetto vige la positività degli aumenti contrattuali e di salario medio, l’Eurostat fa notare una criticità importante: fino a 2 anni fa il nostro Bel Paese si trovava 18esimo (su 34 Paesi Ocse) paragonando il rapporto “potere d’acquisto e stipendio”.
A far meglio invece, è stata la Svizzera, mentre al secondo posto si è piazzata l’Olanda. Conclude il podio dei primi tre vincitori la Norvegia.
Per chi volesse dare un’occhiata agli altri andamenti, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha pubblicato online una mappa interattiva.
Infine, tra le “peggiori” in termini di minor retribuzione figurano il Portogallo, la Grecia e la Polonia. Mentre tra gli ultimi posti elenchiamo la Lettonia, la Slovacchia e la Bulgaria.
