L'esenzione IMU e ICI nel 2025 è ammessa valutando la dimora abituale soltanto del proprietario. In caso contrario si dà adito a "incostituzionalità".
Le regole per poter ottenere l’esenzione sia dell’IMU che dell’ICI, anche nel 2025 devono riguardare esclusivamente il titolare principale dell’unità immobiliare (escludendo di fatto i suoi familiari).
I requisiti su cui basarsi fanno sempre riferimento alla dimora abituale o comunque al suo indirizzo di residenza. Vediamo di approfondire la citazione della Corte Costituzionale con il Decreto numero 112 e risalente al 18 luglio di quest’anno.
Dimora abituale sull’esenzione IMU 2025

Con la sentenza della Corte Costituzionale si specifica che l’esenzione sulle aliquote IMU può esser prevista soltanto al contribuente che dimostra di vivere nell’appartamento abitualmente.
Il principio è applicabile esclusivamente al proprietario dell’abitazione, mentre restano esclusi i suoi familiari. Lo stesso principio vale anche per l’Imposta comunale sugli immobili (ICI).
La Corte a tal proposito dichiara “incostituzionale” quanto previsto nel Decreto Legge 540 dell’anno ‘92, e così come contestualizzato nell’articolo 8, secondo cui la dimora e la residenza vanno comprovate anche dai familiari del titolare dell’unità immobiliare.
Ancor prima che l’Organo giurisdizionale esprimesse il suo parere, la vecchia normativa imponeva anche agli altri familiari di poter usufruire dell’esenzione del pagamento dell’Imposta municipale propria a patto di testimoniare la “dimora abituale”.
Obblighi solo del titolare
Il principio che si cela sul pagamento dell’IMU o dell’ICI fa fede alla reale titolarità, possesso oppure proprietà di un bene immobile di una determinata persona fisica, escludendo di fatto il suo status.
Ed è per questo motivo che la Corte Costituzionale ha reputato incoerente la precedente norma, la cui dimora e/o residenza abituale deve prevalere soltanto sul proprietario dell’immobile e su nessun altro.
Spesso i coniugi non sempre sono conviventi, chi lo fa per una scelta personale e chi altro per delle esigenze personali (ad esempio vivere a distanza per prendersi cura dei propri cari ancora in vita ma anziani o non auto sufficienti).
Obbligare anche i coniugati a dimostrare la stessa residenza fissa del titolare, è incostituzionale e “poco logico”.
