Centri per le famiglie, altri 55 milioni per le regioni: governo pubblica bando, il piano per nuove strutture, personale e servizi. Cosa prevede
Prosegue il lavoro del governo per rafforzare la rete dei Centri per le famiglie con un nuovo finanziamento di 55 milioni di euro per potenziare le strutture già esistenti e crearne di nuove, rendendole veri e propri hub di orientamento e servizio per le famiglie.
In base al bando pubblicato dal dipartimento per la Famiglia, le Regioni hanno tempo fino all’8 ottobre per fare richiesta di accesso ai fondi e ricevere le risorse per riqualificare gli edifici pubblici e metterli in sicurezza, per assumere personale, acquistare attrezzature e arredi, organizzare attività comunicative e di sensibilizzazione, ma anche per le spese di gestione documentate, per la formazione del personale dei centri stessi.

CENTRI PER LE FAMIGLIE, LA SITUAZIONE E IL PIANO
Stando alla fotografia scattata dal Sole 24 Ore, attualmente ci sono circa 650 Centri per le famiglie sul territorio italiano, ma la distribuzione è disomogenea. Ad esempio, ci sono regioni che non ne hanno, come il Molise, mentre ve ne sono altre, come la Lombardia, che invece ne hanno molti. Quindi, il governo così può aggiornare la mappa per includere eventuali centri nuovi attivati di recente.
L’obiettivo è rendere questi centri dei punti di riferimento per le famiglie, simili ai Caf ma dedicati al supporto familiare, aiutare le famiglie a orientarsi tra i servizi e strumenti di sostegno disponibili. Ma questo piano è anche uno strumento per rispondere all’emergenza demografica, offrendo supporto concreto a nuclei familiari che oggi spesso devono cavarsela da soli.
L’utilizzo delle risorse deve avvenire entro 18 mesi dall’adesione delle Regioni, la cui risposta sarà valutata dal governo per valutare se ampliare il progetto con altre iniziative.
CENTRI PER LE FAMIGLIE, SERVIZI E OBIETTIVI
Il piano della ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella fa in modo che questi centri per le famiglie ricevano risorse mirate per provare a garantire funzioni e servizi diversi, non di natura sanitaria.
Ad esempio, il bando fornisce risorse per servizi di accompagnamento come l’assistente materna e il sostegno nei primi mille giorni di vita del bambino, oltre ad attività informative su affidi e adozioni. Ma il piano rientra nella strategia di risposta all’emergenza demografica.
“Bisogna stare al fianco delle famiglie, considerandole come soggetti attivi, non solo come soggetti vulnerabili destinatari di assistenza“, dichiara la ministra Roccella, come riportato dal Sole 24 Ore.
