Caos in Francia, scoppia anche il caso impeachment Macron: 104 deputati firmano "mozione di destituzione" del presidente della Repubblica. Cosa succede ora
CAOS IN FRANCIA ANCHE PER IMPEACHMENT MACRON
La crisi politica si intreccia con quella economica in Francia, dove però il presidente Emmanuel Macron è alle prese anche con la richiesta di impeachment firmata da oltre cento parlamentari. Ad annunciarlo è stata Mathilde Panot, leader del partito di sinistra La France Insoumise, che in un post sui social ha riportato che sono 104 le firme raccolte per la proposta di destituzione del presidente della Repubblica francese, messo di fronte a una scelta: dimissioni o impeachment.
In realtà, le possibilità che il progetto vada in porto sono molto basse, in quanto si tratta di una procedura costituzionale, eccezionale per sua natura e molto complessa da realizzare. Il costituzionalista francese Benjamin Morel ha premesso che la procedura è molto vincolante, perché si deve «impedire che un presidente venga destituito per qualsiasi motivo e che la mozione di destituzione diventi uno strumento di controllo politico».

Non solo sono previste diverse fasi, ma vanno anche soddisfatti diversi requisiti. Infatti, nel 2016 una mozione di destituzione nei confronti di François Hollande, promossa dal gruppo Les Républicains per la divulgazione di informazioni segrete nell’ambito delle operazioni militari in Siria, era stata dichiarata irricevibile dall’ufficio dell’Assemblea nazionale, in quanto il testo non qualificava giuridicamente in modo sufficientemente preciso la violazione contestata e le accuse invocate rientravano più in un giudizio politico che in una violazione accertata.
COME FUNZIONA L’IMPPEACHMENT IN FRANCIA
La proposta, comunque, viene trasmessa alla commissione legislativa, che vota per inserirla nell’ordine del giorno, ma la decisione è solo indicativa, perché è l’ufficio di presidenza della Conferenza dei presidenti – che riunisce quelli dell’Assemblea nazionale (con i vicepresidenti), delle commissioni permanenti, dei gruppi, della commissione per gli Affari europei e i relatori – a inserirla.
La Conferenza dei presidenti può far fallire il processo astenendosi dall’esaminarlo entro i 13 giorni richiesti dopo la presentazione o rifiutando di iscriverlo all’ordine del giorno. Morel, infatti, segnala che «la presidenza della Commissione, la Conferenza dei presidenti e l’Ufficio di presidenza possono quindi esercitare un diritto di veto e far decadere la mozione». Se invece il testo viene approvato, passa al voto della Camera, ma servono almeno due terzi dei voti per l’adozione.

Poi il testo passa al Senato entro 15 giorni, dove è richiesto lo stesso quorum. Se la Camera alta non adotta la proposta, la procedura è chiusa; se entrambe le assemblee approvano, la proposta viene trasmessa all’Alta Corte, che ha un mese di tempo per pronunciarsi sulla destituzione del presidente della Repubblica.
In questo caso, sono necessari i due terzi dei membri dell’Alta Corte, presieduta dal presidente dell’Assemblea nazionale e composta dai membri dell’Assemblea e del Senato. Come per le fasi precedenti del processo, vengono conteggiati solo i voti favorevoli: è vietata la delega di voto.
Il capo dello Stato francese può continuare a esercitare le sue funzioni per tutta la durata del procedimento; ma se la mozione viene approvata, allora è subito destituito dalla carica e i poteri passano temporaneamente nelle mani del presidente del Senato, con nuove elezioni indette entro 35 giorni.
“PROCEDURA VINCOLANTE, IMPOSSIBILE CHE VADA IN PORTO”
Comunque, questa procedura, molto regolamentata, non ha mai avuto successo da quando è stata creata. «In tutto il mondo occidentale non si conosce una procedura così vincolante. L’articolo 68 è stato creato con l’intento di non essere mai utilizzato, e la destituzione del capo dello Stato è di fatto più che difficile», ha spiegato il costituzionalista a Le Figaro.
Anche per l’attuale presidente del Senato, Gérard Larcher, è «impossibile» che la mozione di destituzione contro Macron abbia successo. «Sappiamo che è impossibile nella situazione attuale. Conoscendo bene il Senato, se dovessimo procedere a una tale decisione, sarebbe per altri motivi», ha dichiarato nei giorni scorsi a BFM TV.
Historique !
Après la réussite de la mobilisation populaire du mouvement du #10Septembre, 104 parlementaires insoumis, ultramarins, écologistes et communistes signent la motion de destitution du Président de la République.
La pression s’accroît, interpellez vos parlementaires !… pic.twitter.com/eiR8dqNU6u
— Mathilde Panot (@MathildePanot) September 11, 2025
