Il Comitato interministeriale diritti umani dovrà redarre un nuovo Piano d'azione nazionale su impresa e diritti umani
Il Comitato interministeriale diritti umani di cui faccio parte ha terminato la redazione del V Piano d’azione nazionale sue donne, pace e sicurezza, per il periodo 2025-2029, e del I Piano d’azione nazionale su giovani, pace e sicurezza, per il periodo 2025-2029, in cui emerge soprattutto per i giovani la necessità di approfondire la dimensione educativa, non soltanto sui contenuti dell’Agenda bensì sui temi della pace e della sicurezza in generale, da tradursi in un’azione mirata a opera del sistema-Paese (attori istituzionali, governativi e parlamentari, in modo particolare, affiancati dalla società civile), volta a favorire la presenza giovanile nella vita di relazione internazionale attraverso i canali diplomatici e i processi di mediazione.
L’impegno del Comitato ora è di organizzare il gruppo di lavoro Impresa e diritti umani con i relativi argomenti per la redazione del III Piano d’azione nazionale, la pubblicazione del Rapporto di medio termine e la partecipazione del forum di Ginevra in programma a fine novembre. In un contesto geopolitico come quello attuale, si tratta di un impegno importante che riguarda anche tematiche relative al mercato del lavoro e che ha l’obiettivo di promuovere e proteggere i diritti umani nel mondo del business, in linea con i principi delle Nazioni Unite.

Tra i temi più importanti vi sono: il rating di legalità, la responsabilità amministrativa delle imprese, il lavoro irregolare, la sicurezza, lo sfruttamento di migranti e la tratta di esseri umani, la cooperazione internazionale allo sviluppo, le categorie vulnerabili, i temi di genere, i diritti dei minori e degli adolescenti, il principio del diversity management nel contesto imprenditoriale, la formazione e collaborazione università/lavoro, l’innovazione tecnologica, l’uso dell’IA e l’internazionalizzazione delle imprese.
Importante sarà recepire le raccomandazioni che sono state rivolte all’Italia in merito alla prevenzione e gestione del rischio – in termini di politiche, misure legislative e amministrative -, al coinvolgimento delle imprese in potenziali violazioni dei diritti umani in situazioni di conflitto, al contrasto dello sfruttamento lavorativo e alla sicurezza dei lavoratori.
Il III Piano d’azione nazionale su impresa e diritti umani dovrà tenere conto delle difficoltà odierne e anche rafforzare e promuovere i principi guida delle Nazioni Unite, insieme agli obiettivi dell’Agenda 2030 e ai contenuti del progetto UNGPs 10+ avviato dall’UN Working Group on Business and Human Rights) Un compito delicato di conoscenza delle norme e del trend internazionale che il nostro Comitato è chiamato a rispettare coinvolgendo tutti i Ministeri a livello economico e operativo.
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