Covid, le rivelazioni di Ranieri Guerra e la sua rivincita con le accuse cadute: "Era in Cina nell'autunno 2019. Dissi a Speranza di comprare mascherine"
LA RIVINCITA DI RANIERI GUERRA SU COVID E ITALIA
Ranieri Guerra fu il primo a chiedere al governo decisioni rapide e soluzioni concrete quando scoppiò la pandemia Covid. A rivelarlo è lo stesso ex dirigente del ministero della Salute, che negli ultimi anni si è ritrovato a difendersi in tribunale da accuse che si sono rivelate infondate, come il mancato aggiornamento del piano pandemico.
Ora al Giornale rivela che quando indicato dal piano pandemico non venne “mai attivato” e le prime misure vennero introdotte solo nel febbraio 2020, ma “il virus correva già nell’autunno 2019” e lui aveva informato tempestivamente il ministro della Salute Roberto Speranza.

Infatti, indica nel 27 gennaio il giorno in cui suggerì a Speranza che andavano reperite le mascherine e i dispositivi di protezione. Mentre Francia e Germania se ne accaparrava, il nostro Paese ne spediva in Cina.
RISOLTO IL GIALLO DEL PIANO PANDEMICO
Ranieri Guerra aveva proposto che venisse aggiornamento il piano pandemico nel 2017, quando era ministra Beatrice Lorenzin, ma l’esito fu lo stesso di quello ottenuto dal suo successore Claudio D’Amario alla ministra Giulia Grillo, così come da Francesco Maraglino nel gennaio di cinque anni fa. Quanto dichiarato dall’ex dirigente ai magistrati è stato confermato dalla rogatoria dell’Oms, non a caso le accuse sono state archiviate.
Ma è anche emerso che Guerra consigliò di allargare il Comitato tecnico scientifico (Cts), coinvolgendo epidemiologici e medici di base, introducendo sistemi di sorveglianza clinica e ambientale, adottando un sistema di ventilazione innovativo che gli scienziati italiani a Yale offrivano gratuitamente, insieme a progetti di monitoraggio domiciliare donati dall’Oms, che però non vennero implementati.
L’Oms nella risposta ai magistrati di Bergamo ha anche confermato l’operato di Guerra in riferimento al report di Zambon. Di fatto, tutte le accuse che gli sono state mosse contro sono cadute. La vicenda si concluderà però il 17 ottobre davanti al gup di Roma.
