Femminicidio Giulia Cecchettin, Filippo Turetta rinuncia al ricorso in appello e accetta l'ergastolo: "Sono davvero pentito". Cosa succede ora
Niente battaglia in tribunale per Filippo Turetta contro l’ergastolo a cui è stato condannato per il femminicidio di Giulia Cecchettin, perché ha deciso di rinunciare al ricorso e di accettare la sentenza di primo grado. Lo stesso 24enne ha dato la notizia, comunicando la sua scelta in una lettera che ha scritto personalmente e che ha trasmesso giorni fa agli uffici giudiziari di Venezia che si occupano della vicenda.
Si tratta della Corte d’assise che ha emesso la condanna, della procura generale e di quella ordinaria, oltre alla Corte d’Appello, dove è in programma il processo di secondo grado, il cui inizio è previsto il 14 novembre. Ma si va avanti, perché anche la procura veneziana aveva deciso di impugnare la condanna, in quanto ritiene vadano riconosciute le aggravanti dello stalking e della crudeltà, che i giudici avevano escluso.

Invece, la difesa aveva deciso di presentare ricorso contro la condanna e puntavano a contestare la premeditazione per provare ad abbassare la pena, ma ora la retromarcia, pare per un “sincero pentimento“, anche se Repubblica tira in ballo le minacce e l’aggressione subita da Filippo Turetta in carcere nelle scorse settimane.
FILIPPO TURETTA RINUNCIA AL RICORSO: COSA SUCCEDE ORA
Anche il Corriere della Sera punta sul clima che si è creato attorno a Filippo Turetta, tra violenze, minacce e pressione mediatica. Peraltro, Gino Cecchettin, il padre della vittima, si era opposto alla richiesta di giustizia riparativa, un percorso che prevede il coinvolgimento diretto delle parti per la compensazione del danno, in quanto non vi era stata né una richiesta di perdono né le scuse. Nella lettera, di cui il giornale sopracitato ha fornito qualche dettaglio, si parla di “sincero pentimento“.
Dunque, Filippo Turetta vuole dimostrare che non è alla ricerca di sconti di pena. Si tratta di un colpo di scena, ma il processo d’appello avrà comunque inizio in virtù dell’iniziativa della Procura di Venezia, quindi la base è l’impugnazione dell’accusa. Al momento non trapela alcun commento da parte della famiglia di Giulia Cecchettin in merito alla decisione di Turetta.
