Tutte le novità inserite nel Dpb verso la Manovra di Bilancio 2026: dalle pensioni alle imprese, i costi delle varie misure decise dal MEF di Giorgetti
IL DPB INVIATO A BRUXELLES: LE NOVITÀ IN ATTESA DEL TESTO FINALE DELLA MANOVRA 2026
Al di là dell’aumento di ulteriori 500milioni di euro al costo complessivo della Manovra 2026 – che sale così a 18,5 miliardi – si scorgono alcune novità importanti nel testo finale del Documento Programmatico di Bilancio inviato nelle scorse ore alla Commissione Europea per la consueta analisi e approvazione. Nell’attesa che domani il secondo CdM della settimana possa concludere tutti i capitoli rimasti aperti della Legge di Bilancio, ecco alcuni dei punti “nodosi” che il MEF assieme ai tecnici dei vari Ministeri hanno messo a punto in questi ultimi giorni.
In un contesto di incertezza generale e con i conti da mantenere sempre in ordine, il Governo prosegue il percorso di finanza pubblica per assicurare sostegni a famiglie, imprese e sociale, aumentando «il loro potere d’acquisto»: così il MEF nel Dpb inviato a Bruxelles con tutte le novità che saranno alla base della Manovra 2026 in approvazione a Palazzo Chigi nel CdM di domani pomeriggio. Su tutte, viene confermato il taglio dell’Irpef per il ceto medio italiano: un costo da 2,8 miliardi di euro nel solo prossimo anno, e un beneficio da poco meno di 500 euro per tutti coloro restano tra i 28mila e i 50mila euro annui.

L’aiuto di banche e assicurazioni, assieme alla rimodulazioni del PNRR, si procede con il percorso di riduzione delle tasse specie sui redditi da lavoro che già avevano visto interventi importanti nelle due Manovre precedenti: come ha spiegato anche il Ministro dell’Economia Giorgetti, il combinato disposto di sostenibilità dei conti pubblici e crescita per famiglie e imprese è il difficile compito che spetta alla Manovra 2026 e alle riforme direttamente connesse.
BANCHE & PENSIONI, MA NON SOLO: L’IMPEGNO DEL GOVERNO MELONI PER LA TENUTA DI CONTI E CRESCITA
Novità importante arriva dal settore banche, dove la trattativa durata settimane con l’ABI ha visto il Ministro Giorgetti la chiusura dell’accordo per un valore di 4,4 miliardi di euro – che ingloba anche gli aiuti delle assicurazioni: in sostanza, le «misure a carico del settore finanziario e assicurativo» produrranno uno 0,19 del PIL, da replicare poi anche nel 2027 fino al 0,10% per il 2028. Si tratta di una programmazione complessiva di tre anni che non supererà gli 11 miliardi di euro e che evita, come richiesto da mondo bancario, la tassa sugli extraprofitti.
Mentre sulla seconda aliquota Irpef il taglio va sostanziale al ceto medio, ma viene limitato invece per redditi più alti, è nel pacchetto per le famiglie che si scorgono importanti novità riguardo le cifre stanziate che salgono ad 1,6 miliardi di euro, complessivi invece 3,5 miliardi nel triennio fino al 2028: viene rifinanziata la “Carta dedicata a te” per l’acquisto di beni alimentari, mentre viene potenziata l’assistenza alle mamme lavoratrici di due o più figli (che abbiano reddito non superiore a 40mila euro).

Oltre al bonus però novità sorgono sulla cura e assistenza del caregiver familiare, oltre alla vera riforma ISEE messa in campo su ispirazione della Lega: viene aumentata la soglia in modo da escludere la prima casa di proprietà dal calcolo, permettendo di usufruire dei bonus già esistenti. Non solo, ol Dpb per la Manovra 2026 prevede maggiorazioni delle «scale di equivalenza per i nuclei familiari con due o più figli.», si legge nel documento inviato alla UE.
Capitolo pensioni, resta la prudenza per la fase delicata di aumento dell’età pensionabile: la scelta per il biennio 2027-2028, indica il Governo, è per escludere solo i lavori usuranti e gravosi dall’aumento graduale dei requisiti minimi di accesso alla pensione. Stando alle tabelle immesse dal MEF del Documento Programmatico, vi è un costo di 460 milioni nel 2026, che sale a 1,9 miliardi nel 2027 e 1,15 miliardi nel 2028: insomma, un quasi 3 miliardi complessivi di spesa ipotizzata dal Governo da qui ai prossimi tre anni.
Con la conferma del ritorno del superammortamento per le imprese dal valore di 4 miliardi di euro complessivo, vengono rifinanziate la Nuova Sabatini e il credito di imposta per le imprese delle varie ZES. Secondo quanto inserito nel Dbp, l’impatto della Manovra 2026 sui conti pubblici è praticamente a saldo zero (“solo” 92 milioni), confermando l’impegno del Governo a consolidare gli scenari senza aumenti di debito pubblico.
