Inchiesta appalti truccati nella sanità in Sicilia: chiesti gli arresti domiciliari per Totò Cuffaro e Salvatore Romano, in tutto 16 indagati. Le repliche
APPALTI TRUCCATI IN SICILIA, NUOVI GUAI PER L’EX GOVERNATORE CUFFARO: DI COSA È ACCUSATO
Dopo che lo scorso anno era tornato a votare a 10 anni dall’ultima volta, ovvero dopo la lunghissima trafila giudiziaria che lo ha travolto nei primi anni Duemila, torna sulle cronache nazionale la figura di Totò Cuffaro, ex Presidente della Regione Sicilia: è citato nell’ultima inchiesta della Procura di Palermo su una serie di appalti truccati e pilotati, con tanto di richiesta di arresti domiciliari emessa questa mattina per lui e per altri 16 indagati a vario titolo.
Come informa l’Adnkronos, dopo i mandati della Procura, i carabinieri del Ros hanno notificato i vari provvedimenti agli indagati, invitandoli a comparire davanti al gip di Palermo il quale poi dovrà decidere se accogliere la richiesta degli arresti o annullarla, proseguendo poi nelle indagini fino ad eventuale processo. In mattinata sono state disposte intanto le prime perquisizioni, come informa il procuratore Maurizio De Lucia (che guida l’inchiesta), per evitare una potenziale dispersione delle prove a seguito dell’informativa sull’interrogatorio preventivo che dovrà avvenire nei prossimi giorni.

Da Totò Cuffaro al deputato di Noi Moderati Francesco Saverio Romano, tutti gli indagati restano nel mondo della politica e dei funzionari pubblici, anche se al momento le accuse restano a vario titolo e senza un quadro chiaro generale: sono accusati di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta ma saranno i prossimi interrogatori a rendere effettiva la singola accusa imputata agli indagati. Dopo essere stato condannato in via definitiva per favoreggiamento a Cosa Nostra, l’ex Governatore della Sicilia ha fatto 4 anni di carcere ed è uscito dal carcere nel dicembre 2015 proseguendo una vita lontano dalla politica e dedita alla redenzione personale e pubblica.
CHI SONO GLI ALTRI INDAGATI NELLA (ENNESIMA) INCHIESTA SUGLI APPALTI: LE REAZIONI DI CUFFARO E ROMANO
Negli ultimi anni però Cuffaro si è riavvicinato alla cosa pubblica con il nuovo soggetto della Dc Sicilia, rientrando in rapporto con le amicizie politiche precedenti all’arresto: tra questi annota il “Fatto Quotidiano” anche la pluridecennale conoscenza di Saverio Romano, entrambi “figli” della Democrazia Cristiana siciliana (poi entrati nell’Udc) e vicini all’ex Ministro Calogero Mannino. Oggi le accuse della Procura di Palermo rimettono al centro della cronaca nazionale giudiziaria tanto la figura di Totò Cuffaro, quanto quella del deputato del Centrodestra Romano, ex Ministro dell’Agricoltura nei Governi Berlusconi.

Con loro sono indagati tra gli altri anche altre figure di spicco della politica siciliana, come il deputato dell’ARS in Sicilia nella Democrazia Cristiana, Carmelo Pace, e altri dirigenti della sanità locale: accusato nell’inchiesta degli appalti pilotati anche Vito Raso, ex assistente di Cuffaro all’epoca della Presidenza di Regione Sicilia. Dopo la notizia della richiesta degli arresti domiciliari, in una nota è lo stesso Cuffaro a dirsi del tutto estraneo alle accuse mosse nei suoi confronti: «fiducia nell’inchiesta e pronto a chiarire la mia posizione, ho dato piena collaborazione, per alcuni dei fatti contestati non conosco né le vicende né le persone coinvolte».
Romano invece è venuto a conoscenza del suo coinvolgimento nell’inchiesta solo dagli articolo di stampa, e lo dice apertamente in una nota pubblicata dall’ANSA e dal “Fatto”: «non ho ricevuto alcuna comunicazione, ma sono comunque tranquillo e a disposizione per chiarire eventuali dubbi dei magistrati di cui ho massima considerazione». Se il Gip dovesse confermare la richiesta di arresto per Romano si dovrà procedere con l’iter alla Camera per la richiesta di luogo a procedere e voto parlamentare.
